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mercoledì 10 febbraio 2010

Settant'anni di riqualificazioni in Piazza Verdi e piazza Pontida



La locandina pubblicata nel 1937 sul foglio satirico Il Numero Unico già poneva in evidenza la necessità di armonizzare stili diversi nelle piazze cittadine da sempre palestra di sperimentazioni architettoniche. Allora il Palazzo Littorio era in via di completamento, tutto il resto rimaneva e rimarrà tal quale o quasi per settant'anni. Nel 1952 abbiamo la costruzione di un moderno edificio su Piazza Verdi, doveva essere la mensa municipale, ma,  in omaggio alle origini ed al potere, venne chiamato Sala Rossa. Vent'anni dopo un intervento mirato bonificò i portici dell'ex convento creando un passaggio tra Piazza Verdi e Piazza Pontida, dopo pochi anni tutto è stato abbandonato ed oggi anche blindato. Il palazzo SS. Giovanni intanto mutava d'uso, non più sede delle Carceri mandamentali, ma qualcosa di simile all'uso residenziale protetto. La svolta vera viene ora col progetto di cessione a privati di parte degli edifici per la creazione di spazi commerciali e residenze. Il progetto è del 1988, le delibere del 2003 e il 2010 l'inizio dei lavori.

Data invece febbraio 2010 la presa di posizione di Italia Nostra che così recita:
"Abbiamo notato che la sua giunta tende a portare a compimento, in maniera spesso acritica, progetti e interventi elaborati dalla precedente amministrazione. 
Pur nel rispetto della legge e degli impegni assunti dalla precedente amministrazione, riteniamo possano esistere margini di manovra per correggere, modificare, rivedere o addirittura sospendere progetti adottati in maniera frettolosa e discutibile dai suoi predecessori o rimasti troppo a lungo «in sonno» mentre mutavano radicalmente i contesti urbanistico, sociale ed economico in cui tali progetti erano stati messi a punto."
"Nulla vieta che tale delibera possa essere rivista insieme al progetto e possano essere conclusi altri patti con enti e privati al fine di dare una risposta più adeguata ai tempi e a una città che sono nel frattempo profondamente cambiati." 
La nota di Italia Nostra termina chiedendo una ridiscussione del progetto ritenuto obsoleto.

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