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lunedì 26 settembre 2011

Fidenza (e Salso): un ventennio in bianco e nero



27 settembre 2001
Su quella seggiola di pelle, con i braccioli in legno, ci ha passato un quinto della sua esistenza. Da dieci anni esatti Massimo Tedeschi è sindaco di Fidenza. E' stato eletto per la prima volta i127 settembre 1991, il suo ultimo mandato scadrà nel 2004.
Ha fatto meglio di lui solo il senatore Adolfo Porcellini, rimasto in carica quattordici anni. Fare il sindaco era e resta un'esperienza faticosa, magari molto gratificante, senz'altro impegnativa:
«Lo rifarei però - ha ammesso senza tentennamenti Tedeschi - e lo consiglierei ai giovani che provano interesse alla politica».
Con un presupposto del genere, è ovvio che tracciare un bilancio di questi dieci anni, per Tedeschi sia tutto sommato cosa semplice:
«E' positivo, perché credo di essere riuscito ad imprimere alla mia città un rinnovato dinamismo. Ci sono strutture nuove in fase di realizzazione, un incremento dei servizi pubblici ma anche movimento nella parte privata. Tutto questo mi dà l'idea che il ruolo di centro di riferimento di un territorio a cui Fidenza da tempo ambisce si stia realizzando»
In tutto questo tempo, il ruolo del sindaco e soprattutto la percezione che la gente ha del sindaco, sono senz'altro cambiati. In particolare dopo tangentopoli, ad esempio, è diminuito il senso dell'autorità?
«La gente, i giovani ma anche gli anziani, hanno ancora bisogno, forse oggi hanno maggiormente bisogno, di persone di riferimento autorevoli. Percepisco la stima della gente. Prima del consenso, c'è la stima ed quella a cui tengo maggiormente. Quando non sarò più sindaco, non avrò più bisogno del consenso, ma della stima si. E il tempo non ha logorato il mio feeling con i fidentini, anzi penso sia aumentato».
C'è stato un periodo in cui sembrava che i sindaci incarnassero il meglio della politica. Poi il «movimento dei sindaci» si è sgonfiato, è via via sparito...
«C'è stato un momento di esaltazione e, come spesso succede, un altrettanto drastico ridimensionamento. Penso ci debba essere un giusto equilibrio fra la legittimazione popolare diretta, che il sindaco ha, e il ruolo importante del consiglio comunale e dei movimenti politici, per la salvaguardia della democrazia e lo sviluppo del paese».
Fidenza è cambiata. Sono state realizzate diverse opere pubbliche, ma anche assunte decisioni che hanno fatto discutere. Di che cosa è particolarmente fiero?
«Quattro sono le scommesse vinte che mi gratificano maggiormente. La prima è la sistemazione di Piazza Grandi, per un discorso di qualità della città. In una bella città si vive senz'altro meglio. La seconda è l'avvio della costruzione del nuovo ospedale. E' stato un successo non solo per Fidenza ma per l'intero comprensorio, frutto, bisogna dirlo, di un complesso lavoro politico. che ha permesso di riunire le risorse di varie enti e dei privati. E questa è anche l'occasione buona per annunciare quello che considero un altro grande traguardo: nei giorni scorsi l'Anas ha consegnato i lavori per il completamento della tangenziale di Fidenza. Sono sette anni che aspetto, che tutta la città aspetta: da oggi scattano i 22 mesi previsti quale tempo massimo per la sua realizzazione. Andremo perciò al luglio 2003, una data in cui Fidenza cambierà. L'ultimo obiettivo importante è stato la costituzione dell'associazione Terre Verdiane, fra 11 comuni della zona, che presto saliranno a tredici».
Tedeschi si sente un amministratore vincente. Qualche cruccio, qualcosa che non è riuscito a concretizzare? «Avrei voluto cambiare prima la macchina comunale, ma ci sono state resistenze che è stato difficile superare. D'altro canto, credo che questo sia il lascito più importante che consegnerò, quando sarà ora, al mio successore. Quello di una «macchina» che funziona secondo criteri di qualità, al di là di chi è sindaco o assessore in quel momento. Il sindaco e il consiglio comunale indicano la direzione, la meta da raggiungere, che può essere diversa a seconda dell'impostazione politica. Ma lo strumento dev'essere efficiente».
Com'è cambiata, in questi anni, la città?
«Mi pare di cogliere una Fidenza un po' più consapevole del proprio ruolo. Spero di aver contribuito a fare diminuire la cultura della lamentela, aumentando quella della proposta e dell'azione. E credo anche di aver parzialmente colmato la distanza dal capoluogo di provincia, ma in questo sono stato agevolato dal ruolo di riferimento per tutto il territorio che Fidenza ha assunto e che ci ha dato autorevolezza nel nostro confronto con Parma».
Molte cose però sono mutate, a Fidenza come nel resto del mondo. Soprattutto sul piano economico.
«La città ha saputo reagire alle trasformazioni del mercato, anche perché da sempre il nostro tessuto economico, oltre che sull'agricoltura di qualità, si regge sulla piccola e media impresa e su un terziario ben radicato. sia pubblico che privato. Anche la scelta di aprire l'outlet va in questa direzione e credo ci offra una grande opportunità».
Come ha iniziato questa esperienza amministrativa?
«Nel '76 mi sono iscritto al partito (l'allora PCI) e nell'SO sono entrato in consiglio comunale. I giovani di allora avevano per la politica un interesse molto più forte e poi io provengo da una tradizione famigliare di impegno politico, mio padre fu consigliere comunale per il Pri di Ugo La Malfa».
Quali caratteristiche ci vogliono per fare il sindaco?
«Lungimiranza, coraggio e, anche se può sembrare strano, l'umiltà di sapere ascoltare tutti e di capire che ognuno può darti un'indicazione buona».
E quali difetti non deve avere?
«Un politico deve aborrire l'arroganza e non può essere di visioni miopi».
Nel 2004 questa esperienza per lei così esaltante avrà per forza fine, visto che non sarà più rieleggibile. Che cosa pensa di fare?
«Sono ingegnere in aspettativa del Comune di Salso. Ma se vi saranno le condizioni per continuare a fare attività politica, continuerò».
Intanto, il sindaco di Fidenza è alla guida dei Ds provinciali, seppure come portavoce, per affrontare una campagna elettorale difficile, in vista delle comunali di Parma. Come vive questa sfida?
«Il punto di partenza è che i cittadini di Parma esprimono prevalentemente un consenso di centrosinistra, come hanno dimostrato le recenti elezioni politiche. Attraverso un dialogo serrato fra tutte le componenti del centro sinistra stiamo lavorando per creare le condizioni per un programma e una candidatura che possano risultare vincenti».
L.P.


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Note biografiche dal sito massimotedeschi.it/Biografia

Massimo Tedeschi, classe 1951, padre di Elisa e Marco, laureato in ingegneria civile al Politecnico di Milano, dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Salsomaggiore Terme, in aspettativa per mandato amministrativo.
E’ stato Sindaco a Fidenza (in provincia di Parma) dal 1991 al 2004; membro della Camera dei Deputati, eletto nel collegio n. 30 dell’Emilia Romagna nelle elezioni suppletive dell’ottobre 2004, sino al termine della XIV Legislatura; sindaco di Salsomaggiore Terme (in provincia di Parma) dal 2006.
E’ membro del Consiglio Direttivo dell’ Associazione Nazionale Comuni Termali (ANCOT), con sede a Chianciano Terme, e dell’ Associazione Nazionale di Incremento Turistico (ANIT), con sede a Roma, per la realizzazione di nuove case da gioco.
Nel 2000 con diversi comuni parmensi fonda l’Associazione Intercomunale delle Terre Verdiane di cui è il primo presidente. Ha presieduto l’Unione Terre Verdiane, così trasformatasi da Associazione Intercomunale, dal giugno 2007 al giugno 2008.
Nel 2001 fonda il circolo politico-culturale “Il Cammino”.
Nel 2001 fonda insieme con altri trenta comuni l’”Associazione dei Comuni Italiani lungo la Via Francigena lungo l’itinerario di Sigerico” successivamente trasformatasi in “Associazione Europea delle Vie Francigene”, cui oggi aderiscono oltre cento collettività territoriali italiane ed europee, di cui è presidente.
In tale veste partecipa al Consiglio Nazionale dell’Associazione dei Comuni Italiani (ANCI).
E’ Vicepresidente della “Consulta nazionale per gli Itinerari storici, culturali e religiosi” costituita presso il Ministero dei i Beni e le Attività Culturali con DPCM del 27.9.2007.
Nel 2008 l’Associazione Europea delle Vie Francigena firma un Accordo di Valorizzazione della Via Francigena con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.


La parabola politica di Massimo Tedeschi ex- sindaco di Fidenza, ex-sindaco di Salsomaggiore ed ex-parlamentare 

A vent'anni dalla “salita al potere” la parabola politica di Massimo Tedeschi sembra giunta al capolinea. Con la scarsità di figure di accettabile caratura politica che ci ritroviamo non è impensabile un suo ritorno alla politica attiva, ma sarà comunque un'altra storia.

Un ventennio in chiaro scuro che ha visto, nella prima metà, l'affermarsi di un modo apparentemente semplice di far politica da parte di un ragazzo che tutti consideravano come “il ragazzo della porta accanto”. Ma è durato quel che è durato e nella seconda metà del ventennio abbiamo visto l'affermarsi di una spinta  decisionale ben lontana dalle premesse, e quindi l'inevitabile decadenza, ed ora l'uscita di scena.
La stagione di Tedeschi inizia vent'anni fa e precisamente il 27 settembre 1991, che, per chi non lo ricorda, è la data della sua elezione a Sindaco di Fidenza. Dieci anni passano in fretta, ed il bilancio di questi dieci anni è quello che lo stesso Tedeschi riassume rispondendo ad una intervista pubblicata sulla locale Gazzetta il 27 settembre 2001 e ripresa sotto. Molte luci, nessun ombra, una intervista che ottiene risposte dal taglio squisitamente politico, un sindaco che si autopromuove per cose metà fatte e, in alcuni casi, non ancora malconcluse. Pochi allora si sarebbero sognati di evidenziare gli evidenti omissis e la mancanza di indicazioni sul futuro anzi attorno a Tedeschi la schiera dei fedelissimi era ampia.
Malgrado ciò alcune cose non quadravano già allora, l'eccesso di arroganza decisionale si era già manifestato e l'articolo del 3 luglio 2001 (anch'esso ripreso sotto) ne rende fedele resoconto. In un Consiglio Comunale, ormai abituato ad un compito puramente notarile, Tedeschi poteva contare su una maggioranza che al massimo aveva voci discordanti senso peso politico e su una opposizione dalle benevole astensioni e nascoste compromissioni.
Tutto il resto è relativamente recente: i cantieri, l'inutile ponte Sigerico, l'espansione incontrollata della periferia di Fidenza, il buco (tunnel) aggiunto per fornire, a spese della comunità, un accesso alle autorimesse, le escrescenze delle torri in corso d'opera, il salvataggio dei costruttori dal fallimento a carico della finanza municipale, i conseguenti debiti che i cittadini saranno chiamati ad appianare nei prossimi venti anni, il cerino passato infine in mano ad altri. 
Nel frattempo Tedeschi era infatti finito a Salsomaggiore ad inventarsi fontane e parchi acquatici (ora da lui girati alla nuova amministrazione fidentina), a classificare aree commerciali assistendo impotente all'affondamento  della cittadina termale nella crisi,  per ritrovarsi alla fine impiegato comunale e sedere ad una scrivania, diversa da quella da dove era partito vent'anni prima ma sempre una crivania comunale. Resta la presidenza della Via Francigena, la creatura che, a quanto mi dicono partorita dall'instancabile Aldo Magnani, riuscì a portare a livello europeo. Un colpo geniale che oggi in Toscana trova l'approccio migliore tanto che, primo o poi si prenderanno anche la sede. 
Un ventennio della nostra storia è finito, ma le scelte e le decisioni ascrivibili a quel ventennio pesano sul futuro delle due cittadine di provincia che sognavano insieme di diventare capitale. 
Chissà se il prossimo 27 settembre il nostro ex-sindaco vorrà concedere alla stampa un'altra storica intervista, chissà se la stampa sarà interessata ad ottenerla e pubblicarla. Anche la stampa ha i suoi cicli e, quel che esalta oggi, trascura domani. 
Comunque la si pensi a Massimo va dato il merito di aver svegliato questa città, l'ha fatto forse in modo traumatico ma svegliarsi questa città doveva. Lasciando a Massimo i suoi meriti e tenendo presenti i suoi errori il nuovo PSC potrebbe aprire una stagione diversa, ovviamente se stiamo svegli.

I cosidetti "Nuovi Terragli" sono il caso più evidente dei disastri urbani programmati nel piano di riqualificazione della città posto in essere dall'amministrazione Tedeschi. Le premesse di tale piano si sono rilevate infondate e le torri di Natalini e Savi sono ancor oggi in massima parte inutilizzate e le prospettive non sono rosee.



3 luglio 2001

Ha suscitato molte perplessità in consiglio comunale il nuovo progetto per la riqualificazione di piazza della Stazione. La stessa maggioranza non ha votato compatta sulla modifica di una scheda del Prg relativa all' altezza delle torri di via Carducci. La modifica, infatti, è passata con l'astensione oltre che dei gruppi di minoranza anche del consigliere Ds Vanicelli.
Con questa delibera si è andati ad intervenire sul progetto, già approvato dal consiglio comunale 5 anni fa, che prevede il rifacimento della zona prospiciente la stazione ferroviaria con la realizzazione di un edificio articolato in tre corpi: due alti su via Carducci ed uno più basso ad est. In consiglio è stata presentata una variazione al progetto originale 'per cui l'altezza dello zoccolo continuo su cui andranno ad innestarsi i due edifici alti è stata abbassata da 5 a 4 piani, mentre le due "torri", una a est e una a ovest, verranno alzate da 5 a 6-7 piani. Nel corso della seduta non è stata messa in discussione la variazione, che di per se stessa, come ha illustrato l'assessore Sergio Varani, costituirebbe un miglioramento del vecchio progetto poiché "renderebbe più armonico ed articolato l'intero complesso", quanto la realizzazione stessa delle torri che, seppur già stabilita in precedenza, ha suscitato forti perplessità in tutti i consiglieri di minoranza ed anche in alcuni di maggioranza.
Per spiegare le linee guida dell'intervento di riqualificazione di piazza della Stazione sono intervenuti in consiglio anche i due architetti che si stanno occupando della revisione del progetto: Vittorio Savi e Adolfo Natalini. Quest'ultimo ha spiegato come le modifiche siano state pensate allo scopo di mantenere la morfologia della "casa alta" già presente in zona e come costituirebbero un insieme armonico all'interno di una piazza che verrebbe ridi segnata in toto mediante il recupero pedonale di via Gramsci ed un recupero complessivo anche del ForoBoario.
Vittorio Savi ha invece posto l'accento sui vantaggi concreti di una tale scelta che non investe solo le due torri ma l'intera zona. Una riqualificazione in tal senso, per Savi, significherebbe una maggior capacità abitativa, un ridisegno della situazione viaria con un recupero di via Malpeli e la possibilità di far «tornare piazza della Stazione ciò che è, ossia ciò che sta a sagrato dell'edificio ferroviario».
«Oggi non si decide se fare o no le torri - ha precisato il sindaco Tedeschi - semplicemente abbiamo la possibilità di migliorare la scelta già fatta. Personalmente sono favorevole al progetto; poiché credo sia coerente con le nostre intenzioni di migliorare Fidenza inserendo elementi di cambiamento, ma anche di elevata qualità architettonica edi caratterizzazioneper la città».
D'accordo con il sindaco si è dichiarato il presidente del consiglio, Toscani, che ha sottolineato come la vera ferita di Fidenza sia la ferrovia e come l'unico modo per superare tale limite siano proprio questi alti palazzi che guardano al di là di essa.
Parere favorevole anche da parte del vicesindaco Ghisoni, e dei consiglieri Scudieri e Maffini.
Per il capogruppo dei DS, Antonini, la scelta delle torri è già stata fatta e per il bene della città occorre cercare di migliorarla. Più critico il consigliere Ferrante che pur essendo favorevole «non si ritiene èntusiasta del progetto», mentre Davide Vanicelli dei DS si è astenuto dal voto poichè a suo avviso «le torri in quella zona non si accordano con un modello di sviluppo basato sul rispetto del patrimonio culturale e storico».
Astensione anche per tutti i gruppi di minoranza. Le torri rischiano di essere «devastanti» per Mambriani di Rifondazione e non hanno nulla a che vedere con la città; dello stesso avviso anche il consigliere Gandolfi, che ha propugnato un diverso concetto di sviluppo fondato sull'importanza della vita di relazione. Il consigliere Calza di AN ha puntato l'attenzione sul significato politico della questione, sottolineando la divergenza di opinione tra il sindaco e alcuni suoi consiglieri.
Benvenuto Uni,da parte sua, ha definito «esagerato» il progetto in questione e con soluzioni urbanistiche non adatte a Fidenza, mentre Maggi di FI ha ribadito la necessità di un approfondimento. 


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