lunedì 27 febbraio 2012

La provincia frena il cemento (o almeno lo dice)


Corredato da foto ad alta definizione e da un'audio intervista è stato pubblicato il proclama della Giunta Provinciale di Parma relativo al giro di vite sul consumo del territorio agricolo della provincia. Il comunicato è alla pagina  notizie.parma.it/page_433664 e viene qui, più sotto, integralmente ripreso.

Ogni comune sarà tenuto a non superare il 10% di copertura del suolo ed a limitare comunque l'espansione se si trova al di sotto di tale parametro, questo in soldoni il succo del discorso. Allo stato attuale i Comuni che hanno superato il tetto del 10% sono il Comune di Parma e quello di Fontevivo i quali dovrebbero prevedere un blocco totale di nuove costruzioni, ma già dal testo del comunicato si capisce che non sarà così.
Il Comune di Fidenza si trova ormai al limite, limite che fatalmente supererà per effetto delle nuove costruzioni già contenute nei piani vigenti o adottati, dopo di ché potrà diventare un "comune virtuoso" come una vecchia signora sfatta.

La tabella mostra, comune per comune, il "soil sealing" (consumo di suolo) risultante dalla trasformazione di terreni prima allo stato naturale o seminaturale in terreni poi urbanizzati. Non è necessario dire che un alto indice comporta la significativa modifica del paesaggio e può innescare fenomeni catastrofici per la ridotta  capacità di smaltimento delle acque. A questo riguardo Fidenza potrebbe trovarsi oltre al limite di criticità per effetto dei nuovi insediamenti previsti in zona casello autostradale (Città del Gusto, nuovo Supermercato e probabile Parco acquatico) se a questi si assommasse l'urbanizzazione che qualcuno vorrebbe estendere sino al percorso della Tangenziale Sud.

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Consumo del suolo: la Provincia propone i limiti
Approvato dalla Giunta il documento preliminare al Ptcp. Nelle prossime settimane l’apertura della conferenza dei servizi



Parma, 27 febbraio 2012 – Il 10%: è questa la soglia di consumo massimo del suolo fissata dalla Provincia, un rapporto fra ciò che è urbanizzato e l’estensione territoriale del comune che non potrà più essere superato. A indicare questo tetto è stata la Provincia con il documento preliminare della variante al Ptcp, il Piano territoriale di coordinamento provinciale, di fatto lo strumento “regolatore” del territorio. Approvato dalla Giunta provinciale questo documento definisce soglie massime di consumo di suolo per categorie di Comuni, vale a dire in che misura, a partire dall’esistente, ogni realtà del Parmense potrà continuare o meno le urbanizzazioni, costruendo insediamenti produttivi o abitativi. 
“Avviamo una procedura per adottare una nuova norma di pianificazione della nostra provincia con la quale fissiamo per la prima volta dei limiti allo sviluppo del territorio riportandolo in condizioni di maggiore sostenibilità - ha detto questa mattina alla presentazione del documento Vincenzo Bernazzoli. Secondo il presidente della Provincia di Parma si è raggiunta una soglia di criticità nel rapporto fra suolo urbanizzato e suolo agricolo la cui causa è sinteticamente riconducibile a due elementi. Da un lato il fatto che i Comuni dipendono per una parte significativa delle entrate dal patrimonio immobiliare esistente e dallo sviluppo urbano (oneri di urbanizzazione, accordi con i privati, ecc.). Ciò spinge le Amministrazioni locali a “vendere” il proprio territorio favorendo l’espansione urbana e cercando di attrarre le funzioni più redditizie per i propri bilanci (centri commerciali, poli funzionali, ecc.). Dall’altro le imprese  con la redita fondiaria o quella immobiliare come beneficio per sviluppare la propria attività.
Ma il consumo del suolo porta a correre rischi, mette in crisi produzioni importanti per il Parmense come quelle alimentari, e una urbanizzazione eccessiva può far aumentare anche il rischio idraulico con pericoli di allagamenti. 
“ Tutto questo ha portato a prevedere queste norme che fissano dei tetti – ha spiegato Bernazzoli - Consideriamo che il 10% del rapporto fra suolo urbanizzato rispetto all’estensione del comune sia la soglia massima che possa essere raggiunta ma non superata. Da questo punto di vista possiamo dunque riproporre un modello di sviluppo che ferma le espansioni in modo proporzionale a seconda delle realtà e dà la possibilità di crescita comunque, perché c’è il riuso e la riqualificazione ma evita di vedere tante strutture realizzate e non utilizzate”. 
“ Il nostro obiettivo è quello di creare un quadro flessibile con soglie invalicabili – ha sottolineato l’assessore provinciale alla Pianificazione Ugo Danni entrando nel merito delle proposte del documento – dalle analisi che abbiamo effettuato è emerso un territorio molto diversificato ad esempio fra montagna e pianura e fra comuni. Il dato provinciale ci indica una percentuale complessiva del 5,3% che arriva al 4,87% se togliamo le infrastrutture. Ma i dati ci dicono anche che ci sono comuni che hanno già superato oggi la soglia del 10% e sono Parma e Fontevivo anche se su quest’ultimo pesa l’insediamento del Cepim. La norma, entrando in vigore, inciderà sui nuovi Psc”. 
Sulla base delle analisi sviluppate nel quadro conoscitivo, il documento preliminare della variante arriva a proporre tre soglie di incremento del territorio urbanizzato (nuovi ambiti residenziali e/o produttivi).
Prima soglia: consumo zero: i Comuni di Parma e Fontevivo, che hanno superato il 10% del territorio urbanizzato rispetto alla superficie territoriale comunale, potranno attuare solo le previsioni urbanistiche già contenute nei piani vigenti o adottati senza introdurre nuovi incrementi di aree urbanizzabili ma puntando prioritariamente sugli interventi di riuso e riqualificazione urbana); 
Seconda soglia: indice di incremento massimo consentito del 3% rispetto al territorio urbanizzato esistente: i Comuni della pianura e della fascia pedemontana, che hanno indici di urbanizzazione –rapporto territorio urbanizzato e superficie territoriale comunale- compresi fra il 4 ed il 10%)ù
Terza soglia: indice di incremento massimo consentito del 5%: Comuni collinari e montani, che hanno indici di urbanizzazione inferiori al 4%).
Come prevede la procedura stabilita dalla legge urbanistica regionale, sul documento preliminare della variante nelle prossime settimane verrà aperta la conferenza di pianificazione alla quale verranno invitati la Regione, i Comuni, le associazioni di categoria. Sulla base delle osservazioni e delle considerazioni espresse in conferenza, si provvederà al complemento degli elaborati della variante e alla sua successiva adozione da parte del Consiglio provinciale un percorso che dovrebbe concludersi entro un anno.
Oltre alle soglie sul consumo del suolo, nel documento preliminare, si trovano anche le fasce di fabbisogno ( 4 macroaree) di edilizia residenziale pubblica (Ers), gli ambiti territoriali in cui sperimentare gli accordi territoriali preventivi mentre è stata affidata ad Arpa l’attività relativa ai requisiti di sostenibilità territoriale e ambientale delle previsioni urbanistiche comunali. 
Le leggi di riferimento 

La LR 6 luglio 2009, n. 6 “Governo e riqualificazione solidale del territorio” ha modificato in maniera sostanziale la “disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio” della Regione Emilia-Romagna (LR 20 del 2000), introducendo importanti e positive innovazioni nel campo della qualificazione del patrimonio edilizio abitativo, della disciplina sul governo dei processi di trasformazione del territorio, dell’edilizia residenziale sociale, del contenimento del consumo del suolo. In particolare questa legge affida alle Province il compito di definire, attraverso il proprio PTCP, le soglie massime di consumo di suolo per categorie di Comuni, in coerenza con le indicazioni del PTR e con gli obiettivi generali della pianificazione, che ammettono le previsioni di consumo di nuovo territorio “solo quando non sussistano alternative derivanti dalla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti ovvero dalla loro riorganizzazione e riqualificazione” (art. 2 LR 20 modificata). Il nuovo art. 26 della LR 20/2000 prevede infatti che il PTCP “definisce i bilanci delle risorse territoriali e ambientali, i criteri e le soglie del loro uso, stabilendo per tutto il territorio provinciale le condizioni e i limiti al consumo di territorio non urbanizzato”.

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