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giovedì 19 aprile 2012

La recensione del settimanale "Il Risveglio"


Recensione del direttore de "Il Risveglio", settimanale della Diocesi di Fidenza, Don Mario Fontanelli e pubblicato sullo stesso giornale nel numero in distribuzione oggi.






Luca Ponzi e il racconto di dieci delitti irrisolti con la stessa domanda: perché?

Quando un fidentino “torna” a casa in occasione di un evento che lo riguarda il Borgo si mobilita e riempie la sala come avviene nelle manifestazioni di grido. Così un Ridotto stracolmo (presenti anche il sindaco Mario Cantini e il giornalista parmigiano Luigi Alfieri) ha accolto venerdì 13 aprile il quaranteseienne Luca Ponzi (prima vice-caporedattore alla “Gazzetta di Parma” e ora giornalista alla Rai) per la presentazione del suo libro, edito da Mursia con il titolo “Mostri normali”. E proprio a questa “normalità” ha fatto riferimento l’autore all’inizio dell’incontro: “I delitti che ho raccontato nel libro hanno in comune il fatto che si sono verificati in una regione in cui una fine violenta non è consuetudine. 
Anzi,  fa ancora – come si dice in gergo – notizia. Andando al di là della semplice ricostruzione, si intuisce però quanto la terra abbia a che fare con queste vicende e con questo sangue.
Una terra piatta, martellata d’estate da un sole che spacca le zolle e nella stagione fredda avvolta dalla nebbia.
Gli assassini sono stati abili. Nessuno di loro è finito in galera: eppure non sembrano dei professionisti, gente avvezza al delitto. Li immagini come dei vicini di casa, apparentemente tranquilli. Ma se ti fermi a pensare, dopo aver annotato sul taccuino i nomi, le date e gli indirizzi, hai paura ad ammettere che forse quell’energia omicida è nascosta in ognuno di noi”.
Dieci delitti consumati in Emilia-Romagna e tutti irrisolti. Anzi, per la verità, in un caso (quello dell’assassinio di Massimiliano Iorio a Rimini) il colpevole è venuto alla luce quindici anni dopo il fatto. Ponzi ricostruisce le storie con la precisione del cronista di razza, capace di “catturare” l’attenzione del lettore e nello stesso tempo scrupoloso nel mettere tutte le tessere al loro posto per comporre il mosaico. E soprattutto lo fa senza pigiare il pedale del sensazionalismo né tanto meno ricorrere alle facili armi del “gossip” a cui purtroppo la televisione ci ha abituato da Cogne ad Avetrana. E che Ponzi ne sia immune lo confermano eloquentemente queste considerazioni poste in apertura del volume: “Sono tutti delitti senza colpevole, cadaveri senza giustizia.
Ma non è solo quello che manca, nella loro ricostruzione. Quello che balza agli occhi è l’assenza di un perché. Non c’è mai un buon motivo per ammazzare un essere umano. Però un motivo (quello che nel linguaggio giudiziario si chiama movente) si deve poter immaginare: altrimenti tutto diventa intollerabile”.
M.F.

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