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mercoledì 16 maggio 2012

Memoria, cultura ed assessorati: il compatrono dimenticato

Cappella del Comune di Fidenza dedicata a Sant'Andrea Avellino
Ricorre quest'anno il terzo centenario della canonizzazione di Sant'Andrea Avellino, compatrono della nostra città, avvenuta il 22 maggio 1712. 
A Fidenza a ricordare Sant'Andrea Avellino, il compatrono della città di Borgo San Donnino, sono rimasti in pochi, direi pochissimi. Conserviamo invece alcune importanti testimonianze della devozione che Borgo San Donnino al santo nei tempi passati a partire dal settecento. La prima e più importante testimonianza rimane la tela dipinta dal G. B. Tagliasacchi di proprietà della comunità cittadina, cioè del Comune di Fidenza, e conservata in una cappella del Duomo dedicata al santo.

Raffigura il santo vestito dei paramenti per la liturgia eucaristica, colpito da apoplessia davanti all'altare all'inizio della celebrazione della Messa, mentre si sta accasciando, sorretto dal fratello laico che gli era stato affiancato per aiutarlo e un angelo. Sopra si librano due angioletti e dietro un vecchio parla ad un angelo. 
Il dipinto fu commissionato al pittore borghigiano di alcuni devoti che avevano inviato agli Anziani della comunità cittadina un memoriale in cui proponevano d'avere avere come compatrono della città il santo protettore contro l’apoplessia e si dicevano disposti a sostenerne la spesa.
L’11 aprile 1730, i reggenti del Comune, ottenuta l’approvazione del Duca, provvidero alla costruzione del nuovo altare nella cappella già dedicata a S. Pietro in Vincoli, concessa dal Capitolo della cattedrale.
(Immagine da cartolina commemorativa pubblicata dall'amico Aldo Magnani nel 2008)
Dello stato miserevole della cappella abbiamo più volte richiamato senza successo l'attenzione dell'autorità cittadina e di quella ecclesiastica, quest'ultima si era comunque resa disponibile a discuterne, atteso che dipinto e cappella erano collocate all'interno della cattedrale ma, come già accennato, di proprietà comunale. 
Anche l'appello sostenuto da Italia nostra non avuto riscontro. La cappella versa tuttora in stato miserevole ed il dipinto, probabilmente il più importante conservato in cattedrale, è a rischio e non valorizzato.
Di tutto questo diamo alla fine i riferimenti per eventuali approfondimenti. 
Ritornando alle testimonianze ricordiamo che, per quanto riguarda l'aspetto devozionale, il Museo del duomo conserva reliquie del Santo e altro materiale. Dette reliquie erano in altri tempi onorate con processioni di cui si conserva ricordo nelle memorie storiche della città (Rif. Angela Leandri "Momenti di Festa a Borgo San Donnino nel Settecento" pag. 25 e segg). 
La devozione del Santo a Borgo san Donnino iniziò durante l'episcopato di Zandemaria Gherardo, vescovo di Fidenza dal 1719 al 1731. "Durante il suo episcopato tra la popolazione di Borgo, attesi i casi di apoplessia che si succedevano con frequena impressionante, elesse il 3 maggio 1728 Sant'Andrea d'Avellino a patrono minore della città e della diocesi" (Rif. Angela Leandri "Momenti di Festa a Borgo San Donnino nel Settecento" pag. 72).

L'appello di Italia nel settembre 2011
Un articolo di Anna Orzi del 2008 pubblicato in
occasione del quarto centenario della morte

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