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martedì 12 febbraio 2013

“Condizione giovanile nel territorio di Fidenza”


Il nostro Consigliere provinciale Amedeo Tosi, particolarmente attento alle problematiche giovanili del territorio, ha presentato al consiglio Provinciale della provincia di Parma un Ordine del Giorno avente per oggetto la “Condizione giovanile nel territorio di Fidenza”. Anzitutto Amedeo Tosi ricorda che "la Diocesi di Fidenza, per volontà del Vescovo mons. Carlo Mazza, ha promosso una ricerca sulla condizione giovanile nel territorio di Fidenza, attraverso il coordinamento di Progetto Link e la responsabilità scientifica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, con la collaborazione dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna, della Provincia di Parma, della Provincia di Piacenza, del Distretto Sociosanitario di Fidenza, della Fondazione Cariparma e di altri soggetti privati". Come abbiamo già avuto modo di dire l’indagine è stata avviata nel novembre del 2011 e terminata nell'estate del 2012, coinvolgendo alcune scuole del territorio di Fidenza, Salsomaggiore Terme e Busseto. 
Gli ambiti indagati sono stati: tempo libero e partecipazione, rapporti con la famiglia ed i coetanei, esperienza scolastica, comportamenti a rischio, valori e atteggiamenti verso la vita e fede e pratica religiosa. 
I risultati della ricerca, raccolti in una pubblicazione del titolo “Generazione Facebook: la condizione giovanile nel territorio di Fidenza” evidenziano motivi di preoccupazione soprattutto "per quanto riguarda i comportamenti a rischio, per l’atteggiamento critico verso le istituzioni ed in particolare per il grande disagio nei confronti di un immagine positiva verso il futuro".


La presentazione dei risultati della ricerca nell'assemblea
 pubblica al Cinema Cristallo di Fidenza
Per questo motivo formula le seguenti richieste:  
  • sia potenziato il sostegno formativo nei confronti dei genitori e degli insegnanti, 
  • siano promosse iniziative che favoriscano nelle scuole la corretta conoscenza dei nuovi media;
  • vengano avviate campagne di comunicazione e formazione nelle scuole finalizzate alla prevenzione dei comportamenti a rischio in particolare per quanto riguarda l’abuso di alcol, di fumo e nelle corrette pratiche sessuali;
  • siano promosse attività ed esperienze che favoriscano nei giovani la conoscenza del volontariato e del terzo settore in generale;
  • siano valorizzate i luoghi di incontro, formazione e crescita come gli oratori;
  • siano sensibilizzate le associazioni sportive a continuare nella promozione dello sport a tutte per tutte le età e verso tutti coloro che lo vogliono praticare;
  • vengono rese operative figure di mediazione e collegamento con la popolazione giovanile, pensando a nuove modalità di coinvolgimento;
Il documento integrale, trasmesso sia al Presidente del Consiglio Provinciale che al Presidente della Provincia, è riprodotto in immagine qui sotto ed è scaricabile in PDF cliccando qui.





5 commenti:

  1. La ricerca portata avanti da tutti i soggetti elencati, anche se per lo più provenienti da ambienti legati alla Chiesa, risukta, senza meno interessante, ma mi sembra fortemente di parte ed arriva poi a proposte molto vaghe, se non impossibili da realizzare, sul piano pratico e concreto.Con qua modalità i genitori potrebbero essere supportati nel loro impegno formativo? Gli forniamo una tata a tempo pieno o part-time, del tipo di quelle di SOS Tata, in TV? Come potrebbero gli insegnanti, in classi di una trentina di alunni, la maggior parte dei quali assolutamente a digiuno di educazione formale ed informale, gestire personaggi che li insultano, che non li rispettano, con genitori che non accettano la minima critica ai loro sistemi dis-educativi,che fanno acqua da ogni lato? Genitori che arrivano a difendere a spada tratta i propri pargoli buzzurri, anche alzando le mani sui docenti o denunciandoli alle autorità. Dove reperire, almeno nella scuola pubblica, i mezzi per mcquistare PC ed altri media audiovisivi, con i tagli iniqui del MIUR? Voglio vedere quali sarebbero le reazioni di allievi e genitori se qualche prof si azzardasse a parlare di sesso in classe; verrebbe linciato moralmente, se non fisicamente, lo si accuserebbe di uscire dal seminato, verrebbe subito tacitato dai suoi superiori ed invitato a lasciar perdere argomenti non curricolari. Bene per il volontariato e lo sport, purché non se ne abusi. Quanto agli oratori, non sempre i frequentatori sono raccomandabili, anzi...Ne sanno qualche cosa i sacerdoti addetti al loro funzionamento. Quanto alle figure di mediazione e collegamento, chi sarebbero, i soliti noti di una certa fede religiosa ed ideologica? Fatti, non parole...

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  2. Sono d'accordo con le difficoltà che segnali che ritengo anche insormontabili nel breve ma anche nel medio periodo. La ricerca ha tuttavia un valore conoscitivo e ricordiamolo è stata la Diocesi a prendere l'iniziativa.

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  3. Ambrogio, intanto ti ringrazio per la garbata cortesia con cui rispondi ai miei commenti, un po' spinosi e scorbutici, mai maligni, te lo assicuro. Effettivamente, solo la Diocesi si è interessata al problema, che è irto di difficoltà operative ed attuative.Se avessi saputo dell'incontro, avrei potuto portare testimonianze del mio curriculum di docente, dal 1964 al 2003, ed ancor prima, dai ricordi di mia madre e dei suoi colleghi, in tempi in cui la scuola tale era, in tutte le sue componenti, dai bidelli, ai prof, agli allievi, su su fino ai presidi e Provveditori. Ti assicuro che, quando presentavo certe mie proposte di discussione con gli alunni circa determinate problematiche, le mie colleghe mi guatavano, perplesse, accigliate e circospette, quasi fossi un alieno didattico-pedagogico, appena sbarcato da un UFO ostile. Ricordo che, quando mi permisi di avanzare, timidamente, il suggerimento di parlare, nei dovuti modi e con i debiti limiti, ai ragazzi, di educazione sessuale, non genitale, intesa come avvio al rispeto reciproco ed alla conoscenza affettiva e psicologica dei due sessi, una mia collega, talebana ciellina, mi rispose sgarbatamente che i cattolici avevano ben altro cui pensare che a simili quisquilie.

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  4. Egr.prof. Bifani, ho letto attentamente le sue considerazioni e credo di rilevare nelle sue parole un certo pessimismo sulla possibilità di portare avanti iniziative innovative nel mondo della scuola.
    L'indagine non è affatto generica e le considerazioni riportate nel mio ordine del giorno sono spunti di lavoro che ho ritenuto utile suggerire dopo aver letto la pubblicazione "Generazione Facebook" e aver ascoltato le due presentazioni fatte. La invito a leggere l'indagine e si accorgerà, come è capiato a me, che in realtà non conosciamo affato l'universo giovanile e che occorre attivarsi come adulti per fare tutte quelle azioni che possono almeno fornire ai giovani corrette informazioni, sui social network, sulle corrette pratiche di tutela della loro salute e per fargli conoscere le realtà associative che operano nel territorio dove vivono, favorendo un ritorno dei giovani verso il volontariato e quindi verso l'impegno sociale. La nostra società ha un bisogno estremo del loro apporto. Tutti noi, nessuno escluso, dobbiamo fare di tutto per aprire le porte ai giovani e favorire il loro coinvolgimento nella società attreverso le espressioni che in essa operano. Per questo servono testimoni, esempi, luoghi di incontro e tanta fiducia. Dobbiamo essere tutti grati alla Diocesi e al suo Vescovo che stanno affrontando questa sfida. Cordialmente Amedeo Tosi

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  5. Signor Tosi, i giovani hanno soprattutto bisogno di esempi concreti e ben visibili, da parte degli adulti, non di poredicozzi dall'alto dei varii pulpiti, da parte di razzolatori mediocri o pessimi. Le varie indagini, gli studii,le coferenze, i convegni, le statistiche che ne scaturiscono, le proposte campate in aria, i bla-bla di ogni parte fideistica ed ideologica, non servono a nulla.I giovani vogliono vedere coerenza, negli adulti, cosa che diviene sempre più rara; e il primo adulto che si sente esempio paradigmatico da seguire, scagli la prima proposta, laico o chierico che sia.

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