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martedì 15 ottobre 2013

"Mafia ed antimafia: due binari paralleli" di Franco Bifani


Ho appena saputo che sono stati recentemente scelti i componenti della Commissione antimafia 2013, il cui presidente, probabilmente, sarà Rosy Bindi, per il PD, mentre il Pdl proporrà Donato Bruno. Ma, tra coloro che siederanno sugli scranni di questo organismo, che ha il compito di indagare, approfondire e contrastare il fenomeno mafioso, ho notato nomine che mi hanno lasciato perlomeno perplesso.

Giovanardi, recentemente, è diventato il difensore delle aziende emiliane, sospettate di condizionamento mafioso nella ricostruzione dei paesi terremotati; ha portato in aula diverse interrogazioni, per chiedere modifiche alle interdizioni antimafia. Ha addirittura presentato due emendamenti, per modificare questo strumento di prevenzione, anche se sono poi stati bocciati sonoramente. Ha criticato duramente Isabella Bertolini per aver denunciato la presenza, poi verificata come reale, di camorristi, tra gli iscritti del Pdl modenese. La Bertolini è stata però accusata di razzismo verso i meridionali.
Carlo Sarro, si batte da tempo per assicurare a centinaia di cittadini la riapertura dei termini del condono edilizio del 2003 ed ha condotto un'aspra polemica contro Libera e Don Luigi Ciotti, per aver sottoscritto una petizione, che si opponeva alla riapertura dei suddetti termini.
Vincenza Bruno Bossio, calabrese, ha un marito, Nicola Adamo, imputato di corruzione e altri reati in un'inchiesta, condotta dalla Procura di Catanzaro, sull'eolico in Calabria.
Giovanni Bilardi è un senatore del gruppo Gal, indagato dalla procura di Reggio Calabria, per peculato, nell'ambito dell'inchiesta sui rimborsi per le spese dei gruppi regionali.
Donato Bruno è il candidato presidente del Pdl per la commissione antimafia. Come avvocato, ha più volte difeso, a spada tratta, i colleghi imputati per collusione con le mafie. Sul 41 bis, nel 2002, aveva precisato che lo avrebbe, personalmente, abrogato.
Claudio Fazzone si è battuto contro lo scioglimento, per condizionamento mafioso, del comune di Fondi.
Rosanna Scopelliti, deputata calabrese, è un nome importante dell'antimafia sociale, fondatrice dell'associazione “Ammazzateci tutti”, e figlia del giudice Antonino Scopelliti, ucciso da Cosa Nostra, in collaborazione con la 'ndrangheta di Reggio Calabria. Dovrebbe essere una figura di garanzia per la commissione; però, ha criticato la Cancellieri per aver sciolto il consiglio comunale di Reggio Calabria, feudo del governatore Pdl della Calabria, Giuseppe Scopelliti. E proprio lei, ha partecipato alla manifestazione contro i giudici, organizzata dal suo partito il 4 agosto. Non mi pare un'esperienza in linea con il suo vissuto, in mezzo ad una folla che insultava la magistratura; o era solo contro le famigerate “toghe rosse”?
Resta fuori solo il nome di Rosy Bindi, l'unica anima pura e candida, che, forse, ma solo forse, si è accontentata di qualche spicciolo, passatole, sottobanco, da Lusi. Certo che, con questi personaggi a comporre l'Antimafia, alla criminalità organizzata nostrana tremeranno, per la paura, gli orli dei pantaloni e delle gonne.
Franco Bifani



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