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venerdì 3 gennaio 2014

"Foetor ex ore" di Franco Bifani

Un fresco soffio di brezza

Vorrei qui presentare, per un eventuale approfondimento ed un serio dibattito, un problema, che, così, ex abrupto ed all'inizio, potrebbe far sorridere e sembrare accessorio e di secondaria importanza, ma che, spesso, provoca drammi, se non tragedie, esistenziali. 

Trattasi dell'alitosi, o bromopnea, od anche, scientificamente, “foetor ex ore”. Contribuiscono, maleficamente, ad un alito fetido, gengive infiammate, denti sporchi o cariati, il muco nasale inquinato, ed anche, più giù, misteriose anse e diverticoli intestinali, da cui si sprigionano e risalgono, al cavo orale, esalazioni di composti sulfurei. 

Se poi contribuiamo anche noi a peggiorare il problema, mangiando, a tutto spiano, aglio, pesto, cassoeula, cipolle, crauti, ci beviamo sopra superalcolici, arricchiamo il tutto con una sigaretta via l'altra, provochiamo l'allontanamento del prossimo, che preferisce rimanere tale, ma tenendosi a distanza di sicurezza, per evitare conati emetici.
E purtroppo, l'alitosi è un problema diffuso, tocca il 50% della popolazione mondiale; e pochi si accorgono di soffrirne, nonostante le smorfie di disgusto di coloro con cui dialogano. 
Ci sono drammatiche testimonianze, dai tempi degli antichi Egizi, su su,  fino agli Elleni, ai Romani, ai Cinesi, popoli consapevoli di questa sciagura orale, con i loro disperati tentativi di estinguere le emissioni maleodoranti mediante la masticazione di erbe o sciacqui, a base di sostanze organiche e non, di ogni tipo; ma già allora, essi soccombevano, dinnanzi alla protervia e perversione del nemico, invitto e mai debellato.
Tutto, io credo, per amor del prossimo, si può sostenere, dagli umori rancidi ascellari a quelli, grassi e pesanti, delle estremità inferiori, ma l'alito cattivo, no, quello no.
Funghi e batteri lavorano con lena, in bocca, sulla lingua, nei seni nasali, ed ancora più giù, ad evocare, su, fino al cavo orale, spirali gassose fetide, agghiaccianti ed ammorbanti. Non per nulla, esiste quella famosa battuta, di ignota origine, in cui uno spazzolino da denti chiedeva a quello del cesso di sostituirlo, perché non ce la faceva più a sostenere la pulizia dei denti di un alitopatico cronico.
Comunque, scherzi a parte, l'alitosi provoca conseguenze sociali drammatiche, nei rapporti con il prossimo; misteriose morti, improvvise ed inspiegabili, pare che siano dovute alla vicinanza pericolosa, protratta oltre la soglia di sopportazione, con soggetti portatori di alitosi venefica.
Temibilissimi sono coloro che emanano fetore di pesce marcio, di carne putrefatta e di letame. Ho dovuto sopportare, per anni, compagni di banco e colleghi che mi costringevano ad apnee prolungate, onde evitare l'inspirazione delle loro funeste brezze orali. Mantengo vicinanze olfattive micidiali con un tipo, affetto da sinusite cronica, che, espirando, emette, tra fischi e borborigmi, un lezzo micidiale. Ad una mia collega, che sprigionava, abitualmente, aliti cadaverici, una volta, offrii una Fisherman's Friend; mi guardò, tra lo stupito e l'offeso, e mi chiese: “Ma come mai? Soffro forse di alitosi?” Macché, ma che diceva mai! 
Ho persino avuto una morosa, per breve tempo, affetta da alitosi; e non c'era rimedio, anzi, dentifrici e collutori portavano ad un mix dal fetore ancora più insopportabile; un vero peccato, perché era leggiadra, come una gazzella, ed incantevole, come una ninfa.
E' anche vero che, specie al mattino, al risveglio, tutti, nessuno escluso, pare che ci siamo sciacquati la bocca, nottetempo, in una fogna, ma si tratta di un'alitosi temporanea o transitoria. 
Ma è l'alitosi cronica a costituire un problema sociale drammatico, a livello mondiale. Essa può provocare licenziamenti dal posto di lavoro, la rottura di unioni coniugali o tra promessi sposi, impedisce lo svolgimento di numerosi lavori, che contemplano incontri ravvicinati, del 3° e 4° tipo, con altri esseri umani. 
Ci sono poi perversi individui che, desiderando fortemente di troncare un rapporto, per loro insostenibile, ricorrono, quale ultima ratio, alla masticazione coscienziosa di un mix di formaggi, come gorgonzola, puzzone di Moena, pannerone, provolone piccante, pecorino romano, per asfissiare il partner e costringerlo a non ripresentarsi mai più ad un ulteriore appuntamento.
Se il ricorso alla famigerata conchetta non bastasse, esiste, in commercio, un alitometro, che segnala se e da dove provengono i gas malefici oro-intestinali. Un ultimo, raggelante dubbio mi si affaccia alla mente: quando Dio insufflò, nelle nari di Adamo, lo spirito immortale, che lo rendeva a Lui simile, aveva, per caso, mangiato pesante, viste le conseguenze del Suo gesto, nella storia dell'umanità?

Franco Bifani

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