Pagine

lunedì 1 dicembre 2014

Trivelle di Stato o trivelle di Regione, quali meglio?

Questa parte del Parco dello Stirone è a rischio
Le basse nuvole nascondono il castello di Vigoleno

Una nota di Manfredo Pedroni

Riguardo alla lettera dell'amico Tonino Ditaranto, mi permetto di intervenire portando la mia esperienza. 
Ringrazio il sempre attento Tonino, noi persone distratte e indaffarate abbiamo bisogno di persone sensibili ai problemi ambientali che ci informano e ci danno motivo di contribuire al rispetto della nostra salute, medesimo ringraziamento va alle associazione per il rispetto del creato e a questo blog sempre puntuale nella difesa dei diritti umani e nella tutela dell'ambiente.

L'art. 38 del decreto "Sblocca Italia" riguardo al tema in questione cita al quarto punto: "Per i procedimenti di valutazione di impatto ambientale in corso presso le Regioni alla data di entrata in vigore del presente decreto,relativi alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, la Regione presso la quale é stato avviato il procedimento, conclude lo stesso entro il 31 dicembre 2014, decorso inutilmente tale termine ,la Regione trasmette la relativa documentazione al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per i seguiti istruttori di competenza, dandone notizia al Ministero dello sviluppo economico"

L'interpretazione che mi permetto di dare è questa: la Regione che ha procedimenti (vedi Regione Emilia-Romagna ) in corso se non  predispone il piano di Valutazione di Impatto Ambientale entro il 31 dicembre 2014 deve comunicarlo ai ministeri competenti che subentrano in sostituzione alle prerogative Regionali.

E qui arrivo alla mia esperienza personale, il problema infatti non mi è nuovo e sono più volte intervnuto: 
  • il 25 novembre 2011 presentavo una prima interrogazione all'Amministrazione Provinciale di Parma con la quale denunciavo la comunicazione della Regione Emilia-Romagna ai comuni della valle dello Stirone, della concessione per  la ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi per avere le osservazioni di Valutazioni di Impatto Ambientale, (molti comuni hanno tenuto tale comunicazione nel cassetto ).
  • L'8 marzo 2013 presentavo una seconda interrogazione   per denunciare un secondo progetto di perforazioni nei comuni rivieraschi del Fiume PO in Provincia di Parma e Reggio Emilia, con la stessa procedura della precedente denuncia.( I sindaci Hanno fatto sentire il loro dissenso, Parma zitta nonostante una interrogazione comunale e Provinciale).
  • Il 15 giugno 2013 presentavo una terza interrogazione per denunciare il rilascio da parte della Regione Eminlia-Romagna dell'autorizzazione ad eseguire ricerca e la relativa estrazione di idrocarburi in località di Monte Ardone, nel comune di Fornovo.( assordante silenzio delle istituzioni)
La Regione Emilia-Romagna non ha adottato nessun Piano di Valutazione di Impatto Ambientale per quanto riguarda le perforazioni per la ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi o gassosi, comunica ai comuni interessati la concessioni delle autorizzazioni chiedendo le osservazioni riguardanti la  Valutazione di Impatto Ambientale.

Le interrogazioni presentate (atti Istituzionali)  unitamente alle iniziative delle associazioni ambientaliste, di iniziative di comitati spontanei, ai Sindaci Sensibili alla tutela del proprio territorio e la denuncia pubblicata sulla stampa e i Blog, per ora hanno evitato la persistente volontà della Regione Emilia-Romagna di perforare il territorio parmense  ricco per dono naturale di produzioni agricole di pregio, di attività industriali con prodotti agro-alimentari riconosciuti e che valorizzano l’intera Regione a livello mondiale, di prodotti riconosciuti a livelli internazionali con marchi DOC, DOP, IGP e BIOLOGICI;

Riaffermo in questa sede le mie preoccupazioni esposte nella terza interrogazione che potrebbero costituire le basi per un piano di Valutazione di Impatto Ambientale Provinciale:
  •  a) per l’intera zona pedemontana, che ha al centro il comune di Fornovo Taro, tutt’ora sede di una discarica pericolosa per l’ambiente a testimonianza di errori progettuali che deturpano l’intero panorama in contrasto con le bellezze naturali e i prodotti alimentari eccellenti del territorio; 
  • b) del silenzio “assenso” (a pensar male spesso ci si prende...) dell’Amministrazione Provinciale di Parma;
  • c) dalla totale assenza di pubblicità delle Concessioni, probabilmente per evitare che la popolazione venga informata e nascono polemiche con comitati spontanei di protesta. Solo in ritardo si viene a sapere dei progetti dell'autorizzazioni e delle decisione assunte dalla Giunta Regionale senza nessun coinvolgimento;
  • d) della mancata valutazione approfondita del “rischio sismico” (vedi terremoto del gennaio 2012) nei suddetti Comuni interessati dal progetto di installare impianti petroliferi e oleodotti per il trasporto del greggio eventualmente estratto, 
  • e) per l’ennesimo consumo di territorio agricolo minacciato da tale piano, terreno ora predisposto alla coltivazione del foraggio per la produzione del Parmigiano - Reggiano, terreno che verrebbe consumato da installazioni atte a piattaforme di perforazione, da nuove strade per il transito di autocarri in piena campagna, senza un preventivo riscontro di giacimenti “tecnicamente interessanti”; 
  • f) per l’inquinamento visivo costituito da eventuali impianti per la perforazione, che deturperebbero il paesaggio della nostra pianura e collina;
  • g) per l’eventuale inquinamento olfattivo che tali attività provocano, che disturberebbe oltre ai residenti, la presenza turistica storico – culturale – enogastronomica. Nella zona vi sono diversi stabilimenti di stagionatura del “ Prosciutto”, caseifici per la produzione del Parmigiano-Reggiano, prodotti tipici e caratteristici della provincia di Parma;
  • h) dell’inquinamento dovuto all'incremento del traffico stradale costituito da autocarri e macchinari vari per le perforazioni; 
  • i) dal fatto che, invece di incentivare la ricerca e lo sviluppo di energie pulite e rinnovabili, si incentivino ancora, investimenti in energie di origine fossile che, oltre a essere anacronistici, portano a indubbi e facilmente verificabili danni ambientali, in un territorio come il nostro, densamente popolato e ricco di criticità sismiche, idrico - geologiche e al tempo stesso ricco di storia, arte, cultura e produzioni enogastronomiche che tutto il mondo ci invidia;
  • j) dal fatto che, come  è facilmente verificabile che in casi analoghi, i vantaggi di questo tipo di attività sono riservati soltanto alle società-imprese di perforazione, che acquisiscono i diritti di estrazione, mentre per le popolazioni coinvolte si hanno solo evidenti disagi.


Ritengo importante la Partecipazione dei cittadini a importante dibattito, ne va della nostra salute e sviluppo. 
A mio parere la battaglia va fatta perché la nostra Regione adotti il Piano di Valutazione di Impatto Ambientale, con il contributo dei Comuni e delle Province entro il termine previsto dal Decreto, per salvaguardare il nostro territorio e per quello che Madre natura ci ha Donato.
L'esperienza infatti dimostra che oggi non siamo tutelati con o senza l'art. 38 del Decreto "Sblocca Italia" quindi la Sua abolizione è ininfluente, perché la Regione concede automaticamente le concessioni, demandando ai comuni quello che è di sua competenza.
Manfredo Pedroni.









1 commento:

  1. Per quanto riguarda le perforazioni nel bacini dello Stirone il soggetto richiedente "MAC OIL SPA "
    per Monte Ardone il soggetto era "GAS PLUS ITALAINA SPA " per la zona Rivierasca del Po non ho dati precisi
    Manfredo.

    RispondiElimina