Pagine

sabato 2 luglio 2016

Il vecchio Oratorio don Bosco


Dov'è? 



Il fronte dell'edifico del vecchio Oratorio Don Giovanni Bosco si allunga in Via Bacchini senza richiamare gli sguardi dei passanti frettolosi. Della ristrutturazione conservativa del compianto arch. Pattini resta il progetto e un edificio vuoto, completamente vuoto da quando la Caritas diocesana che utilizzava alcuni spazi si è trasferita. Già, 20 e più anni fa, era stata chiusa la sede della sezione locale della DC che vi aveva trovato anch'essa ospitalità e che lì aveva elaborato strategie politiche sempre perdenti. 

La solitudine non giova agli uomini, ma anche agli edifici non fa bene. La foto di alcuni anni fa documenta la dignitosa pulizia del cortile ma ci sono stati momenti in cui le erbacce ne hanno preso possesso come la foto sotto documenta 

Ma chi presidia il vecchio Oratorio don Bosco?

Quasi a presidiare il tutto, a parte il magnifico gatto della foto, resta Don Attilio Garlaschi, il prete che fece grande l'oratorio, lo guidò per 17 anni, educò generazioni di borghigiani prima e fidentini dopo. La targa, posta  nel 1953 a dieci anni dalla sua morte, è infatti ancora lì, a ricordalo e a ricordarne le opere. Oggi sembra totalmente bianca ma in realtà potrebbe ritornare così, e non collochiamola altrove: 

D'altra parte la nostra sensibilità ha lasciato che il busto di Giovanni Bosco rimasse dimenticato in fondo al corridoio d'ingresso, ma sappiamo le uniche cose buone che i borghigiani riescono ormai a fare consistono nel non fare.


4 commenti:

  1. È mai possibile lasciar cadere in un simile degrado un plesso così spazioso e tanto caro ai fidentini? Non si potrebbe istituire un comitato, un gruppo, un'associazione, sò 'bòtta me, con dei volontari disposti a sistemare il tutto? Come ricompensa si potrebbe offrir loro, un'abitazione, pur semplice che sia, ricavata dai lavori di sgombero e di risanamento. Ci sono tanti extracomunitari e non solo, che si girano i pollici da mane a sera, mentre stanziano negli uffici ACER; ASSISTENZA, CUP, SINDACATI, CARITAS per avere casa e quant'altro, come manna piovuta dal cielo. Ebbene, si faccia capir loro che le cose e le case bisogna meritarsele e guadagnarsele.

    RispondiElimina
  2. Ha ragione la Claretta; Clary, non giocare troppo però con le parole Casa e Cosa, altrimenti si finisce come Brignano con San Pietro, nello spot della Lavazza: Un'altra casa-un'altra cosa…

    RispondiElimina
  3. A mio parere , più delle case, a Fidenza è scarso l'interesse per la propria città e per le sue radici. Si fanno manifestazioni e rievocazioni che non contribuiscono ad allargare la vera conoscenza della sua Storia e della fierezza con cui è riuscita a mantenere la sua autonomia.
    Non manca certo la buona volontà di alcuni e della Scuola, ma le iniziative raggiungono un numero ristretto di persone, il legame emotivo e sentimentale per la città riguarda soprattutto gli anziani ed è superficiale nei giovani e l'indifferenza è di molti.
    Senza curiosità non viene conoscenza e non può esserci alcuna azione: l'abbandono e la trascuratezza derivano proprio da questo.
    Da non fidentina ho imparato la storia di questa struttura quando, alzando gli occhi ,ho scoperto tracce di finestre riferibili ad una chiesa...
    Ritengo di grande significato ed attualità l'insegnamento , la pedagogia, l'opera di don Bosco di cui si parla troppo poco, la cui memoria rischia di disperdersi con coloro che piano piano se ne vanno.

    RispondiElimina
  4. Marisa ha già detto tutto e sono pienamente d'accordo con lei

    RispondiElimina