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mercoledì 15 febbraio 2017

Baby-gang e bimbi-minchia


Baby- gang e bimbi-minchia
Le baby gang hanno assunto oggi una pericolosità senza precedenti, per la frequenza e l'efferatezza delle loro gesta. Sono gruppi multietnici e multi-sub-culturali, perfettamente integratisi, di ragazzetti, che, a scuole, picchiano coetanei e professori, fuori, commettono abusi sessuali, scippi, estorsioni, rapine, pestaggi.

I soggetti più violenti sono i sudamericani, specie nelle città del Nord. Sono quasi sempre composte da maschi, ma le femmine, spesso, sono anche più aggressive dei loro compagni, per dimostrare la par condicio.
La violenza può prendere forme diverse, l’ultima moda è il knockout game: incontri qualcuno per strada, lo pesti a sangue e poi scappi, sempre con foto e filmatini, da appiccicare poi sui social.
I contesti familiari problematici sono certamente la prima causa di questo disagio adolescenziale, tra  separazioni, divorzi, latitanza delle funzioni genitoriali, abusi di vario tipo, disagi economici e carenze culturali. Ma il fenomeno può avvenire anche  tra famiglie di benestanti, eccessivamente accondiscendenti o iperprotettive, con ragazzi malati di noia e benessere, che cercano, nella gang, di conquistare uno status sociale preminente.
Purtroppo, in queste famiglie, spesso i genitori minimizzano l’accaduto, legittimando le malefatte del figlio, per mascherare la loro negligenza: “Sono solo ragazzi!”
La scuola non  è attrezzata per sondare le crisi esistenziale degli adolescenti; bada ad altro, incapace di leggere la quotidianità dei ragazzi e non ha ancora realizzato una cooperazione efficace con le famiglie.
Nelle baby-gangs, la criminalità diventa una trasgressione ludica, che va a riempire il vuoto etico di questi minori. Essi vivono in una situazione di costante devianza, succubi del conformismo di gruppo, che assicura inclusione, sostegno e protezione, dato che ogni decisione è devoluta alla personalità dominante del boss.
I baby-gangsters si propongono esclusivamente obiettivi antisociali illeciti, ritenuti appaganti e rafforzativi dell’autostima, in contrasto con  quelli propinati da famiglia, scuola e società.
La violenza che esprimono è gratuita e sistematica, mutuata dalla criminalità  degli adulti, e viene rivolta specie verso i più deboli, gli anziani e gli handicappati, considerati inutile feccia sociale, sul modello degli anti-eroi di “Arancia meccanica”.
I segnali premonitori possono essere il disadattamento e l'abbandono scolastico, l'aggressività cronica ed ingiustificata, le improvvise trasformazioni del look, le disponibilità economiche esagerate, la tendenza alla menzogna e alle fughe da casa.
Questi adolescenti, non trovando un sostegno in famiglia, cercano dei surrogati esterni, e nella baby-gangs vivono una pseudo-libertà da adulti e l’irresponsabilità deleteria di un bambino.
Franco Bifani


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13 commenti:

  1. Ottima riflessione Professore Emerito,
    ricordiamoci che noi non ci lasciamo mancare nulla oltre alle Baby-gang di origine straniera abbiamo le nostrane " Sono stati identificati dai carabinieri due dei ragazzi che hanno picchiato un 44enne in via Mazzini: sono due studenti italiani di 17 e 15 anni. I testimoni hanno parlato di un'aggressione di quattro o cinque giovanissimi alla fermata dell'autobus di fronte alla panetteria Giacomazzi." Il problema è molto serio, che responsabilizza tutte le agenzie educative. dalla famiglia alla scuola e ad ogni forma di aggregazione giovanile e di adulti,
    Grazie per aver posto il problema o meglio aver lanciato l'allarme.
    L'Anonimo di Borgo

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  2. A Parma ormai prospera la giungla dei nigeriani e marocchini spacciatori, senegalesi posteggiatori abusivi e rumeni, moldavi, rom e albanesi ladri di appartamento e di auto. Gli zingari addirittura li sovvenzioniamo pure. Ma sapete, è la loro cultura, rispondono i trinariciuti, figli e nipotini del PCI.

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    1. Non so se hai capito che i discendenti dei trinariciuti(che non esistono più) sono daccordo con gli altri, anche se ufficialmente non si può dire.

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    2. Il menefreghismo a tutti i livelli, unito al fatto di una magistratura che non funziona e lascia impuniti i violenti, è un ottimo terreno di coltura per i violenti, che non si fermeranno con le chiacchiere o con corsi di buona educazione. Se non c'è un giro di vite, loro saranno i padroni nel prossimo futuro.

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    3. I trinariciuti, intesi come talebani di un'idea, che sia poi politica o fideistica, sono sempre esistiti e mai spariranno. Comunque, quelli di sinsirta sono forse diminuiti di numero, ma esistono e come, anche a Fidenza. Esiste, perlomeno a Parma, un Comitato Amici della Corea del Nord, che non fa che incensare l'assassino che la governa ed i suoi accoliti, e compie regolarmente visite in quel paese, per prostrarsi ai piedi del coglione dalla faccia piatta.

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  3. Il bullismo è sempre esistito anche se, con manifestazioni meno crudeli e più individuali che di gruppo. Avevo undici anni quando un ragazzo di dodici, prese a picchiarmi tutte le mattine appena fuori dal cancello della scuola. Una volta uno schiaffo, un'altra uno scappellotto, un'altra mi prendeva per la collottola e mi strattonava. Tutti sapevano la gravissima situazione famigliare nella quale viveva questo ragazzo ed io, avvertivo per lui, una certa pietà che mi impediva di segnalarlo ai miei genitori. Fino a ché non mi decisi a farlo. L'indomani mattina, davanti la scuola, c'era mio padre che lo aspettava; gli si parò davanti, allungando il braccio gli mostrò il palmo della sua grande mano da lavoratore e gli disse: "La vödät cla man ché? Sè't tucch ammò me fiöla, tè stòss 'me 'n büsslòtt". Äl m'ha mäi pö tucchè.

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    1. Che avesse anche la peggiore delle situazioni famigliari, per me resta solo un vigliacchetto che se la prendeva con te, evidentemente più debole di lui. Come mai non picchiava qualcuno più robusto di lui? Come vedi, l''intervento di tua padre l'ha guarito. Se tutti quelli che hanno problemi, picchiassero il prossimo, staremmo freschi! Se questi ragazzetti cretini trovassero sempre chi li tartassa di botte, guarirebbero immediatamente.

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    2. Ieri ho scoperto che esistono dei deficienti, di 35-40 anni, detti Adult baby, che si vestono come bimbi di pochi anni,usano il ciucciotto, mangiano dal biberon, si fanno imboccare da maestre ad hoc le pappette e gli omogeneizzati. Indossano pannoloni e ci fanno dentro i loro bisogni, poi arrivano le maestrine a cambiarli. Giocano con i pastelli, gli acquerelli ed il Lego. Alla fine della giornata, se ne tornano a casina loro, dopo aver allungato 70€ alle maestre.

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    3. Solo 70 euro? troppo pochi!

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    4. Era quanto richiesto per una prestazione di qualche ora pomeridiana. Adesso provo ad andare anch'io in quell'asilo, poi ti so dire se ne vale la pena, basta che mi diano degli omogeneizzati di culatello e lasagne alla bolognese.

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  4. gentile Claretta, purtroppo se ora un adulto affronta e richiama uno dei bulletti odierni si ritroverebbe riempito di insulti come mi è successo per aver richiamato un ragazzetto che aveva buttato a terra una bicicletta ed essere accerchiato da 4 e magari se ci scappava un ceffone mi prendevo pure una denuncia

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  5. Andrea, purtroppo, ciò che lei afferma è vero. Qualche cosa bisognerà pur fare, però.

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  6. Prima di tutto bisognerebbe iniziare ad educare i genitori, che si comportano peggio dei figli: reagiscono male con gli insegnanti che li avvertono del cattivo comportamento dei loro figli, reagiscono male per strada, mentre guidano l'automobile, reagiscono male con il rispettivo consorte, o con il vicino di casa o qualunque altro, che non condivide le loro opinioni, reagiscono male davanti alla televisione, usano un linguaggio scurrile (ed è un eufemismo), hanno sempre il telefonino in mano, non salutano più nessuno per la strada e ce ne sarebbe da aggiungere ancora...

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