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venerdì 13 ottobre 2017

Caro Sindaco, cara Assessora e Consiglieri tutti, vi scrivo

http://www.lapresse.it/milano-al-via-reddito-di-maternita-arrivata-la-bebe-card.html
Ambrogio,
apprendo dal comune di Milano questa meravigliosa notizia. Era ora che un comune prendesse questa iniziativa in attesa dello Stato o della Regione, mi permetto di suggerire ai nostri Consiglieri Comunali e Regionali di prendere una iniziativa in tal senso.

L'Anonimo di Borgo.


Milano, 12 ottobre 2017 – Si chiama “bebè card” ed è di colore arancione con piccoli disegni di biberon, stelline, paperelle e caramelle. È il supporto elettronico sui cui sarà caricato il contributo mensile di 150 euro chiamato “reddito di maternità”. 
È la prima volta che un Comune realizza questo tipo di misura utilizzando una carta acquisti elettronica prepagata. Dal settembre del 2016 ad oggi il contributo era stato fornito tramite buoni spesa ma dal prossimo mese la carta potrà essere utilizzata dalle prime mamme, aventi diritto, che la riceveranno a casa.
I tempi di attesa per la partenza del reddito di maternità, con la possibilità di utilizzo della carta sono stati dettati dalla gara per l’individuazione del gestore del servizio, vinta dalla Welfare Company, società a capitale interamente italiano, specializzata nei servizi di welfare aziendale e pubblico.
La Bebè card è stata presentata questa mattina a Palazzo Marino. Presente Chiara Fogliani, Ceo di Welfare Company. Hanno diritto alla “bebè card” tutte le mamme residenti a Milano che hanno avuto un bimbo dal mese di aprile di quest’anno e hanno i seguenti requisiti:
·         cittadinanza italiana o di uno dei paesi dell’Unione europea;
·         cittadinanza non comunitaria in possesso dello status di rifugiato politico o di protezione sussidiaria;
·         cittadinanza non comunitaria in possesso di regolare permesso di soggiorno (art. 5 del D Lgs. 286/98) della durata di almeno un anno;
·         essere casalinga o disoccupata, o non aver beneficiato di alcuna forma di tutela economica della maternità dal datore di lavoro per il periodo di maternità;
·         non aver superato 16.954,95 euro di valore ISEE (valore riferito al 2017, il valore dell’ISEE si adegua annualmente a quello stabilito da INPS per l’assegno maternità).
In caso di gemelli il contributo sarà assegnato per ciascun bambino. La bebè card è destinata anche ai bambini arrivati in famiglia con l’adozione.
Per richiedere il contributo la mamma, entro 6 mesi dalla nascita del minore o dall’ingresso in famiglia in caso di adozione, deve recarsi presso uno dei CAF convenzionati presentando:
·         fotocopia della certificazione ISEE in corso di validità;
·         fotocopia del permesso di soggiorno;
·         copia dello stato di famiglia (oppure dello stato di famiglia del figlio/i per il/i quale/i si presenta domanda qualora il/i figlio/i non sia/siano presente/i nello stato di famiglia della dichiarante);

·         fotocopia di un valido documento d’identità.

5 commenti:

  1. Non è che diventerà la "barcone-card" ?

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  2. La penso come lei, da come è scritta sembra fatta apposta per gli immigrati.
    Va benissimo aiutare le neo mamme, ma a beneficiarne dovrebbero essere solo i cittadini Italiani. I rifugiati e tutti gli altri immigrati hanno già anche troppo wellfare e agevolazioni, credo sia ora di finirla con queste pagliacciate acchiappa voti.

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  3. Noi siamo qui ancora a predicare e a sputazzare slogans di accoglienza ed integrazione, con gente che ci odia e ci disprezza, anche perché vede che non abbiamo nessun orgoglio e dignità nazionali. Vedi chi si è premurato di andare ad abbracciare i venti fancazzisti ospitati all' ex-Irish Pub, che fanno un baccano boia da mane a sera e prendono per il sedere chi chiede loro, tra i vicini residenti, di smetterla. Naturalmente ci sarà stata la solita delegazione di stalinisti locali, che ben conosciamo.

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  4. Se si dice la verità si è razzisti? Alcuni rispettano le regole, lavorano, non disturbano..., ma sono pochi. La maggior parte non rispetta le regole, pretende senza dare ( basta andare a vedere come si comportano alla Caritas o similari). Sui marciapiedi sono alla pari in due o tre e non scendono per lasciar passare chi ha diritto, nei luoghi pubblici sono i primi ad occupare i posti a sedere, non si lavano e gettano per strada i rifiuti. Gli uomini si ubriacano, spacciano e danno fastidio alle nostre donne... E finiamola qui. Basta andare nei loro paesi e lì le regole le impongono anche agli stranieri, e perseguono quelli che non le rispettano. Allora chi sono i razzisti? Scappano dalla guerra, dalla miseria e dalla fame, ma per questo non hanno il dovere di imparare le nostre regole e di rispettarle? Quando faranno questo, poi si parlerà di "Jus solis", di accoglienza e di tutto il resto.

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