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mercoledì 21 febbraio 2018

Consiglio Comunale di giovedì 22 febbraio

Sei le mozioni all'ordine del giorno nel Consiglio Comunale di giovedì 22 febbraio ma si parlerà anche di tributi. Viene ripresentata la mozione relativa all'introduzione di "TOPONIMI BILINGUE NELLE VIE DELLA CITTA
L'approvazione potrebbe significare che tutti o alcuni spazi (piazza, piazzale, via, viale, vicolo, largo o simili) della città  verranno identificati con un doppio nome (odonimo). 
Una iniziativa di questo tipo è stata realizzata dal Comune di San Giovanni in Persiceto che aveva presentato lo scorso anno il relativo progetto al concorso regionale “SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEI DIALETTI DELL'EMILIA-ROMAGNA” ottenendone il riconoscimento. Allo stesso concorso aveva partecipato anche il gruppo fidentino Äcädemia del Rùmäl con un progetto che privilegiava altre forme di diffusione del dialetto. Anche in questo caso è stato ottenuto un contributo regionale.


L'Ordine del Giorno

Il Comune di Fidenza rende noto che è convocato per la giornata di giovedì 22 febbraio alle ore 18 un Consiglio comunale avente il seguente ordine del giorno:

1) COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO.

2) COMUNICAZIONI DEL SINDACO E DELLA GIUNTA.

3) INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE.

4) MOZIONE, PROTOCOLLO N. 43790 DEL 13/12/17, PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE DEL PARTITO DEMOCRATICO, AVENTE AD OGGETTO “MISURE DI PREVENZIONE DELLA PROPAGANDA TOTALITARISTA”. (Relatore Consigliere Gallicani).

5) MOZIONE, PROTOCOLLO N. 44167 DEL 14/12/17, PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE DEL MOVIMENTO 5 STELLE", AVENTE AD OGGETTO “INTRODUZIONE DEL VUOTO A RENDERE “. (Relatore Consigliere Amoruso).

6) MOZIONE, PROTOCOLLO N. 1659 DEL 15/01/18, PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE DI RETE CIVICA FIDENZA, AVENTE AD OGGETTO “COMMERCIO IN CENTRO STORICO. AGEVOLAZIONI A FAVORE DELLO SVILUPPO." (Relatore Consigliere Rigoni)

7) MOZIONE, PROTOCOLLO N. 1663 DEL 15/01/18, PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE DI RETE CIVICA FIDENZA, AVENTE AD OGGETTO “TOPONIMI BILINGUE NELLE VIE DELLA CITTA'. SECONDA PRESENTAZIONE " . (Relatore Consigliere Pollastri).

8) MOZIONE, PROTOCOLLO N. 1687 DEL 15/01/18, PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE DI RETE CIVICA FIDENZA, AVENTE AD OGGETTO “GIUSTIZIA. SPORTELLO DI PROSSIMITA'”. (Relatore Consigliere Rigoni).

9) MOZIONE, PROTOCOLLO N. 1707 DEL 15/01/18, PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE DI RETE CIVICA FIDENZA, AVENTE AD OGGETTO “CONTROLLO DI VICINATO" . (Relatore Consigliere Rigoni).

10) VARIAZIONE AL BILANCIO DI PREVISIONE FINANZIARIO 2018-2020 (ART. 175, COMMA 2, DEL D.LGS. N. 267/2000). (Relatore Sindaco).

11) REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DELL’IMPOSTA UNICA COMUNALE (IUC). MODIFICA. (Relatore Sindaco).

12) TASSA SUI RIFIUTI (TARI). TARIFFE PER L'ANNO 2018. APPROVAZIONE. (Relatore Sindaco).

13) REGOLAMENTO COSAP. MODIFICAZIONI. (Relatore Sindaco).

14) CONTRATTO DI SERVIZIO PER LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI SPORTIVI COMUNALI CON SOGIS . AGGIORNAMENTO. (Relatore Assessore Malvisi).

15) REGOLAMENTO OFFICINE MUSICALI . MODIFICHE. (Relatore Assessore Bariggi).

16) FORMA FUTURO SOC. CONS. A.R.L. – ULTERIORE ADEGUAMENTO STATUTARIO. APPROVAZIONE. (Relatore Sindaco).

12 commenti:

  1. Scusate, ma io trovo questa iniziativa dell'odonimia bilingue, italiano e dialetto, una faccenda inutile e persino ridicola, non vedo il senso e l'utilità. Rispecchia un campanilismo retrogrado, in un mondo sempre più allargato. Va bene conservare il proprio dialetto, ma applicarlo dovunque e comunque, mi pare proprio sbagliato, Perché non teniamo in dialetto anche tutti i Consigli comunali e non fondiamo un giornale in dialetto borgzàno?

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    1. Non è un campanilismo retrogrado, ma un modo per non disperdere le proprie radici. Il dialetto è una lingua, come tutte le lingue è soggetta a cambiamenti e potrà anche sparire.Ma, anche se può sembrare fuori luogo, ricordo che l'imposizione della lingua ufficiale è stato un modo per cancellare le culture preesistenti nei paesi che venivano conquistati, nei secoli passati. Se il mondo si allarga e ospitiamo gente che parla lingue asiatiche, africane,slave, ecc., non capisco perchè noi non abbiamo diritto di conservare la nostra cultura locale, che comprende il dialetto, in nome di una globalizzazione generica che poi in pratica significa tutto e niente oppure quello che ognuno ha convenienza a metterci dentro.
      Io non mi vergogno di avere le vie della mia città scritte ,anche, nel mio dialetto, tu forse ti vergogneresti di questo?

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  2. Caro Bifani, anche se non la penso come te, specialmente per l'aggettivo "ridicola" hai una parte di ragione.Infatti, la proposta è stata portata in Consiglio Comunale, in modo esagerato e non conforme al mio intento. Assolutamente, non chiedo le due lingue per ogni strada o piazza o vicolo, ma solo per i vicoli che portavano un altro nome ed
    erano conosciuti solo con quello. Ne riporto, per l'ennesima volta, l'elenco: Bûrgh Marâs; Burghén Schivädebit; Burghén del Tre Merdi; Burgh a-Scür; Burägh Ciär; Burghén äd Mättioli; Burghén äd Longhi, Burghén del Numr Ott; Cuntrè Mùssa; Burghén äd la Spagna; Burghén äd j'Ebrei; Burghén del Teatar; Füga äd la Ròcca; Füga äd l'Udžana; Strè di Frè (molti anziani, ancor oggi, non sanno che si chiama Via Trento) Vultón del Simiteri; Vultón del Dôm; Trâj äd San Pédar; Trâj äd San Michêl, Trâj a Mèždé, Trâj a Nòtta; Trâj a Mäten'na e qualcun altro.

    Sarebbe "inutile" esporre un bilingue in Piazza Garibaldi "Piasa Garibaldi". Sarebbe "inutile" farlo con Piazza della Stazione "Piasa äd la Stäsión". Sarebbe "inutile" scrivere il nome che portavano le strade e le Piazze di Fidenza, prima della IIª Guerra, perché dovremmo scriverle in italiano e verrebbe a cadere l'unico scopo che mi muove ad insistere su questo progetto: SALVAGUARDARE E VALORIZZARE IL NOSTRO DIALETTO, com'è mio compito fare in seno al Comitato Regionale E ATTIRARE QUALCHE TURISTA. Sono molti gli appassionati e gli studiosi di vernacolo, che vanno a visitare luoghi bilingui.

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  3. Propongo di usare scritte bilingui, con sottotitoli in dialetto, per ogni articolo in vendita, alimentare ed extra, nei films, sui quotidiani locali, per ogni scritta pubblica e privata, anche per le lapidi al cimitero, nelle scuole di ogni ordine e grado. Mi chiedo perché per secoli siano stati proposti come esempi di italiano, Dante, Petrarca, Boccaccio, Machiavelli, Leopardi, Manzoni, Verga. Il dialetto, lingua o meno che sia, deve avere una portata e diffusione locale. Anonimo, ti piacerebbe discutere, nei rispettivi dialetti, con un bergamasco o un sardo? Io preferirei farlo in italiano, una lingua nazionale che esiste da almeno mille anni.

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    1. Penso che tu voglia essere con questo messaggio molto ironico e sarcastico, ma forse nessuno vorrebbe un uso estremo del dialetto come hai descritto,cosi come nessuno vorrebbe cancellare la lingua italiana. Nessuno vuole toccare la lingua italiana, ma non è giusto tagliare fuori così brutalmente il dialetto e le proprie radici. Certo le radici non sono solo il dialetto, ma emarginarlo troppo in nome di un "italianismo" puro è molto negativo. Ci sono dialetti di grandi città italiane che sono ben lungi da essere stati eliminati. Sono sicuro che anche Leopardi parlava in dialetto marchigiano e poi prova ad andare in Sardegna a dire a un sardo che non va bene esprimersi in dialetto...

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  4. Concordo con la Signora Claretta, Maestra del nostro vernacolo, che ci onora della sua fattiva collaborazione nel Comitato Regionale appositamente istituito per la valorizzazione delle nostre tradizioni. Chiedo alla Claretta se esiste uno stradario dei borghi da lei proposti, con la versione dialettale, delle motivazione di tali nomi, del perché ? Con i personaggi protagonisti, che hanno fatto la storia. Se esiste chiedo dove si può reperire ?
    Claretta grazie per il Lavoro Culturale che svolgi a Bologna per noi fidentini.
    l'Anonimo di Borgo.

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    1. Ho cercato uno stradario quando era ancora in vita Vittorio Chiapponi, vernacolista e geometra del Comune, ma non sono venuta a capo di niente o di pochissimo. Porto alcuni esempi di ciò che ho trovato: "Inghiarata di Salsomaggiore" anziché Inghiaiata; "Molino del Fažolo", invece che del Fagiolo. Così si è capito che, i nomi in dialetto puro, erano stati coniati dal popolo e tali sono rimasti per decenni, ma non sulla carta. I postini di cento anni fa e ancor dopo, sapevano benissimo dove portare le missive anche se recavano indirizzi di questo genere: Borgo Marasso; Strada del Domo; Piassa della Rocca etc. Cerco di informarmi su dove si potrebbe trovare, oggi, uno stradario almeno del 1800. Grazie per le remuneranti parole.

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  5. Sono d'accordo con il commento che mi precede. Se si vuole che la memoria abbia un senso non solo per chi l'ha vissuta, ma costituisca cultura di una comunità ora e in futuro, sarebbe bene documentare le denominazioni.

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  6. Le norme in materia di toponomastica debbono essere sistematicamente lette con quelle che disciplinano la segnaletica stradale di localizzazione territoriale. Occorre richiamare, al riguardo, sia pur brevemente, le norme statali che regolano la materia ed, in primo luogo, l'art. 125 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada (D.P.R. 16 dicembre 1992, n. 495), il quale ha previsto la possibilità di realizzare, nelle zone ufficialmente bilingui, la segnaletica stradale in più lingue, escludendo implicitamente la possibilità dell’uso dei dialetti. La Legge 15 dicembre 1999, n. 482 (Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche), nel prevedere misure di tutela e valorizzazione della "cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo" dispone, all'art. 10, che, in aggiunta (non in sostituzione), ai toponimi ufficiali, i Consigli comunali possono deliberare l'adozione di toponimi “conformi alle tradizioni e agli usi locali". Il relativo Regolamento di attuazione (D.P.R. 2 maggio 2001 n. 345: Regolamento di attuazione della legge 15 dicembre 1999, n. 482, recante norme di tutela delle minoranze linguistiche storiche) prevede, in relazione agli ambiti territoriali delle minoranze linguistiche storiche, la possibilità di utilizzare indicazioni bilingui negli uffici pubblici "con pari dignità grafica" e ne disciplina la segnaletica stradale: "nel caso siano previsti segnali indicatori di località anche nella lingua ammessa a tutela, si applicano le normative del codice della strada, con pari dignità grafica delle due lingue". In altre parole, la norma consente, esclusivamente nelle zone bilingui, la possibilità di riportare le iscrizioni in non più di due lingue riconosciute ufficialmente, senza consentire l’utilizzo di alcuna forma dialettale. Il Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285) è stato novellato con L. 1º agosto 2003, n. 214 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 giugno 2003, n. 151, recante modifiche ed integrazioni al Codice della Strada), la quale, introducendo il comma 2-bis all’art. 37, attribuisce agli Enti Locali e, più precisamente, ai Comuni - non solo a quelli in cui sono presenti minoranze linguistiche storiche o zone ufficialmente bilingui - la facoltà di utilizzare, nei segnali di localizzazione territoriale del confine del comune, anche “lingue regionali o idiomi locali” presenti nella zona di riferimento, anche se, pur sempre, in aggiunta alla denominazione in lingua italiana, dalla quale non è possibile prescindere in alcun caso. Ai sensi del comma 3 dello stesso articolo, contro i provvedimenti e le ordinanze che dispongono o autorizzano la collocazione della segnaletica è ammesso ricorso, entro sessanta giorni e con le formalità stabilite nell’art. 74 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada, al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che decide in merito. In buona sostanza, appare evidente che il legislatore statale consente, attualmente, l'adozione di toponimi conformi alle tradizioni ed agli usi locali unicamente per le lingue minoritarie da esso stesso indicate (delle quali – giova ripetere - non fanno parte i dialetti) e, solo in aggiunta (non in sostituzione) ai toponimi ufficiali; inoltre, sotto l'aspetto specifico della segnaletica stradale, il Codice della Strada prevede che i Comuni possano utilizzare, nei segnali di localizzazione territoriale del confine del comune, le lingue regionali o gli idiomi locali presenti nella zona di riferimento, ma pur sempre in aggiunta alla denominazione in lingua italiana.

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    1. Indipendentemente dal contenuto, questo messaggio lunghissimo e che cita numerosi articoli e leggi, ha qualcosa di involontario umorismo, dove è scritto "occorre richiamare al riguardo,sia pur brevemente, le norme statali che regolano la materia... e poi segue un mattone da 30 righe! Pensate se non fosse stato un breve richiamo....forse sarei ancora qui a leggerlo O) Ognuno si esprime come vuole giustamente, ma un pò di sintesi non guasterebbe per aiutare i poveri lettori. Anonimo-2

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  7. Bifani, sa essere molto pesante e logorroico.

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    1. Così come Lei sa essere monotono, innominato, e scortese. Ho solo riportato una nota dalla rivista dell’ACI, in fatto di odonomastica. Se non Le piaccio, cosa ormai nota ed assodata, non mi legga, qui sopra ci sono penne ben migliori della mia, come Lei, ad esempio.

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