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mercoledì 20 novembre 2019

Il fiore della vita

                                    Il fiore della vita

                                    Fiore d'acanto,
                                  falso è la vita definir tormento,
                                  ma è anche ingenuo ritenerla un canto.
                     
 ( Così recita uno stornello)                                      

( Achantus mollis)

Il nome deriva dal greco (àchantohos) e significa spina. Acanto era una ninfa che accolse Apollo e fu da lui mutata nel fiore omonimo.
A questa pianta erbacea perenne, cespugliosa, originaria delle regioni mediterranee, coltivata come pianta ornamentale, dalle larghe foglie lucide nella pagina superiore e dai bordi incisi in frastagliature profonde che contribuiscono a darle movimento e leggerezza, è attribuita un'origine importante e nello stesso tempo dolce e tenera.

Una leggenda greca narra della morte di una bambina corinzia, probabilmente figlia di un personaggio importante. Sulla sua tomba la nutrice aveva riunito i giocattoli che le erano stati cari in vita, quasi a rifiutare la morte e a pensare che la bambina continuasse a vivere. Una tegola era stata posta a loro protezione. Un giorno su quella sepoltura spuntò una pianta, era l'acanto: dalla morte era sgorgata la vita.
Sembra che l'architetto Callimaco (V sec. A.C.) dal fogliame frastagliato dell'acanto abbia preso l'ispirazione per creare il capitello corinzio.
Se acanto significa spina, probabilmente quello di Callimaco doveva essere la varietà spinosus, tipico dell'Europa orientale, mentre in Italia è più diffuso l'Acanthus mollis dal fogliame più morbido e frastagliato.
Fin dall'età classica il motivo entrò nelle decorazioni che impreziosiscono l'architettura e la scultura.

Il Cristianesimo nella sua diffusione nell'ambito dell'impero romano si sovrappose o meglio si integrò con la cultura pagana, ricca di celebrazioni, di riti, di feste che trovavano grande partecipazione popolare. La nuova Fede, quindi, se da una parte era un rinnovamento che coinvolgeva la persona nella sua complessità di vita e di coscienza, dall'altro canto non stravolse le consuetudini, anzi le arricchì di un nuovo contenuto e di una nuova simbologia. L'architettura cristiana adottò l'acanto nei capitelli e nei monumenti sepolcrali, per simboleggiare la Resurrezione

Fu, tuttavia, soprattutto il Medio Evo, con la sua massima manifestazione architettonica delle grandi cattedrali romaniche, ad utilizzare l'acanto per la sua importante simbologia. Lo ritroviamo semplice o stilizzato a rispondere alle esigenze e alla creatività dello scultore.


La Maestà che Benedetto Antelami scolpì per la Cattedrale di Fidenza e per secoli vegliò sulla città dalla nicchia del campanile ed ora, dopo essere stata trasferita nella cripta-santuario, ha trovato collocazione nel Museo del Duomo, si mostra come Madre per la quale si compie la redenzione dell'uomo attraverso l'Incarnazione, il Sacrificio e la Resurrezione del Figlio di Dio.

La corona regale che lo scultore ha inciso per Lei rappresenta foglie stilizzate di acanto. Chi più di Lei può adornarsene come simbolo di Vita?


La nostra Cattedrale è ricca di capitelli corinzi sia all'interno che all'esterno, ma il motivo si ritrova anche in cornici, decorazioni di altari, festoni...dove non è mai sovrabbondante, ma conferisce armonia alle forme.




Marisa Guidorzi

4 commenti:

  1. Grazie Marisa, molto interessante. Fatti viva più spesso

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  2. Acanto è anche il nome del ristorante esclusivo dell’Hotel Principe di Savoia, a Milano, con cucina lombarda raffinatissima. Si esce con portafogli molto alleggerito.

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