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sabato 28 marzo 2020

San Lazzaro e la sua Chiesa in tempi di Virus


A Fidenza, nella chiesetta a lui intitolata, San Lazzaro continua a parlarci con un affresco che lo ritrae coperto di piaghe ma in piedi e non ripiegato su se stesso, tutt'altro che disperato malgrado il morbo che gli segnava il corpo.

Una vitalità che i borghigiani, prima, e i fidentini, poi, hanno premiato dedicando al santo ed alla sua chiesetta quella fiera cittadina e di quartiere che tradizionalmente ci annunciava la Primavera.
Quest'anno questa ricorrenza, questo giorno, cade domani, domenica 29 marzo 2020; non potremo raccoglierci attorno alla chiesetta, ma potremo affidare, da casa, al simpatico Santo il compito di rappresentarci, per quanto possibile, intercedendo in Cielo per allontanare il Virus dell'Era Globale.

Ma c'è anche la storia di un altro Lazzaro che val la pena di ricordare.
Rimanendo bel saldi e non ripiegati su noi stessi (lezione del Lazzaro della chiesetta), possiamo leggere di "un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella".
E' il Vangelo di domani domenica, giorno di primavera, con un commento del compianto Don Lino Cassi:


Dal vangelo secondo Giovanni 
[In quel tempo,] un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. [ Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». ] I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno.
Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
 [ Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. ] Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello.
[Marta] dunque, [come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».]
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». [Gesù ] allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, [ si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?».
Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. ]
        -  Parola del Signore    

Il commento

Il fatto che Gesù non vada subito da Lazzaro pur sapendo della morte ci dice una padronanza nei confronti della morte e della vita. Gesù è tranquillo, almeno sembra. E, quando gli dicono che è morto sul serio, piange, perché vive la realtà della morte, ma la vive come una realtà che è in grado di dominare; e, in quella situazione, porta speranza.
Ci sono poi altri particolari.
-  Gesù parla al Padre, come se vivesse quella vicenda, perché si fida del Padre come ultima istanza. conta sul Padre.
Vi consiglio di rileggere il testo, perché questo particolare è importante. Il Padre è la garanzia anche per Gesù, il quale compie questo intervento proprio in forza del Padre.
L’importante è avere fiducia in Gesù, sapendo che Lui conta sul Padre. Tutta la nostra vita è legata a questo fatto.
-  La paura, che nasce quando non c’è fiducia nella vita, rende tutto nero. Il fatto di vedere Gesù che, pur amando e soffrendo, regge allo scontro, dà coraggio a noi. La morte ha tante facce, così come la vita, per cui l’aiuto ad un povero fa parte della resurrezione.
Pensiamo ai piccoli gesti che producono e donano vita.
Per leggere la presenza del Risorto, è importante giocare la vita nella realtà in cui ci troviamo.
La Resurrezione è attuale. Gesù dice: “ Io sono la Resurrezione e la vita”, perché il Padre mi ha dato la forza e la grazia di compiere quest’opera.
Pasqua non è un fatto isolato, inserito in un calendario, ma è la vita, è esperienza possibile di resurrezione. La mia fede la gioco in questo fatto.
Don Lino Cassi


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