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domenica 28 agosto 2022

Il centro di Fidenza cambierà volto. Con un po' di pazienza!



Cent'anni incominciava una storia al cui epilogo, spesso frettolosamente preannunciato, si aggiunge ora un nuovo tassello che il quotidiano locale "la Gazzetta di Parma" si è affrettata a diffondere con un articolo/comunicato stampa a sette colonne (28 agosto 2022) "Ex Licei e piazza Svelata Il centro di Fidenza pronto a cambiare volto".
L'articolo preannuncia una nuova funzione per "gli ex Licei" che "dovrebbero diventare sede operativa di diverse start-up" e indica in 3,75 milioni le risorse disponibili per "l'atteso cantiere". 
Questo a maturazione di un "percorso partecipativo" che l'Assessore Franco Amigoni da anni sta portando avanti di cui abbiamo abbondantemente relazionato su questo stesso blog
Dal Vicesindaco Davide Malvisi si hannp alcune indicazioni sulla tempistica: 
«Siamo alla progettazione definitiva, I lavori dovrebbero iniziare nell’estate 2023 per poi concludersi in un paio di anni. Uffici comunali in prima linea su tantissime partite strategiche».
Il Sindaco Andrea Massari, da parte sua, aggiunge:
"Ci abbiamo visto giusto quando nel 2014 abbiamo deciso di non alienare palazzo ex Licei per riconsegnarlo alla città. Oggi facciamo un altro passo avanti"
L'articolo si completa con due immagini che, in realtà, dicono ben poco e non permettono una valutazione dell'intero progetto, qualcosa ci dice il già menzionato  assessore Amigoni: 
"Sarà un luogo per la città che, protetto dalla copertura aerea, potrà essere adibito a funzioni d’uso differenti: dal teatro al cinema all’aperto alle esposizioni d’arte,"
Non ci resta che restare in paziente attesa, nel frattempo possiamo ripassare un po' la storia di questa tribolata centenaria vicenda cittadina aiutandoci con questo mio articolo che sotto ripropongo. 


La "Piazza Svelata" oggi

Un po' di storia
L'imponente edificio che prospetta sui giardini pubblici dell’attuale Piazza Matteotti è il primo stralcio di un ambizioso progetto denominato "Casa Littoria" presentato nel 1936, a firma degli ingegneri Spreafichi e Sisto Della Rosa.

L’intero progetto riguardava la ricostruzione integrale dell'intera area compresa tra Piazza Verdi, Via Bacchini, Piazza Pontida e Piazza Martiri Fascisti, oggi Piazza Matteotti, e la demolizione dei fabbricati del complesso del vecchio convento "SS. Giovanni". Oltre alla "Casa del Fascio" comprendeva la realizzazione, tra via Bacchini e Piazza Verdi della Pretura e delle nuove carceri mandamentali, mentre su Piazza Pontida dovevano sorgere locali di pubblica aggregazione: un cinema-teatro, un refettorio gestito dal’ONB, un nuovo forno comunale, uno spaccio e appartamenti per custode e portinaio.
Per carenza di fondi vennero realizzati solamente il Palazzo della Rivoluzione destinato a “Casa del Fascio” (1937) e il forno comunale (1938), di conseguenza le demolizioni interessarono solo una parte del complesso SS. Giovanni.
La “Casa del Fascio” nell’immediato dopoguerra divenne “Casa del popolo", per essere poi, a partire dal 1968, destinata al Liceo Classico e Scientifico "G. D'Annunzio" mentre alcuni uffici occupavano parte dei locali al piano terra. I locali, completamente dismessi, sono dal 2000 inutilizzati, ma l’immobile è tuttora in buone condizioni di conservazione.
L’edificio costituisce bene culturale ed è stato dichiarato di interesse storico artistico con Decreto del 04/03/2010.
Da anni figura tra i beni comunali alienabili, sono state indette più gare per la cessione al miglior offerente andate deserte e la base d'asta è rapidamente scesa a poco più del cinquanta percento del valore iniziale.
Per poco più di un lustro la Casa Littoria di Fidenza fu emblema incrollabile del fascismo locale.
La sua costruzione fu apertamente criticata da un fidentino illustre, Luigi Bormioli, “personaggio scomodo”, testimone attento, ed inascoltato, delle vicende forse più tormentate di Fidenza. Il progetto parve subito a Bormioli mal concepito ed eccessivamente dispendioso: per questo, in collaborazione con un architetto milanese, elaborò e presentò due progetti alternativi, ricevendo, come risposta, la minaccia di invio al confino.
Il Palazzo fu solennemente inaugurato nel novembre 1937 come ci dice il settimanale diocesano Il Risveglio: “Mentre il giornale sta per uscire, nella data fatidica per la Patria nostra — il 4 Novembre — in Fidenza avrà luogo la solenne inaugurazione di numerose opere pubbliche, fra cui in prima linea, quella della Casa della Rivoluzione. Sarà presente S. E. il Prefetto della Provincia e con lui il Segretario Federale e le maggiori gerarchie parmensi. Saranno pur presenti tutti i fascisti della zona che converranno nel centro. Dell'avvenimento non mancheremo di dare relazione nel prossimo numero.”
Possiamo ora dedicare qualche riga ad alcune curiosità.
· Il 21 settembre 1942 furono aperti al pubblico presso il locale Fascio Femminile (Casa Littoria) Consultori Pediatrico ed Ostetrico. Le assistenze e le cure erano gratuite per “le persone iscritte nell’elenco dei poveri nonché per le indigenti che appartengano a famiglie numerose ed a famiglie di combattenti”.
· Nel maggio 1943 il camerata Tito Mattioli lascia la carica di podestà, tenuta per sette anni. Numerose le opere durante la sua amministrazione tra le quali appunto la Casa del Fascio, ma anche la Piscina Dux, la sistemazione in asfalto di strade centrali e periferiche, l’acquedotto con nuove sorgenti di alimentazione e la sistemazione del Cimitero Urbano.
· Sempre nel maggio 1943 la celebrazione della Giornata dell’Impero nel Salone delle adunanze della Casa del Fascio.
· Il 25 luglio 1943 l'effigie del Duce che si trovava nel salone principale arredato con mobili in stile d'epoca verrà rimossa. Amos Aimi ed Aldo Copelli nel volume "Fidenza nella Resistenza" raccontano: "Ci furono a Fidenza, come in tutta la provincia, manifestazioni di giubilo. Si inneggia al re, a Badoglio, artefici della "liquidazione". Non ci furono incidenti particolari, ma tutto si ridusse alla distruzione degli emblemi del partito nella Federazione e nelle varie sedi. A Fidenza, nella casa del Fascio, è addirittura un ex segretario fascista a staccare un'ampia foto del Duce e a mandarla in frantumi, calpestandola. Gesto emblematico."
· Ripresa la sua centralità fascista il palazzo vedrà momenti drammatici consumarsi tra le sue mura. Un ricordo a lieto fine è quello di Franco Plizza, allora giovanissimo. Sorpreso senza documenti rischiò la deportazione, a nulla valsero le sue argomentazioni, servì invece il tamtam cittadino che, arrivato alle orecchie giuste, consentì il pronto intervento di un fascista illuminato che cambiò la deportazione in un calcio nel sedere. Gli andò bene.
Questa per sommi capi e con qualche divagazione la storia remota del Palazzo prima della sua conversione in Casa del Popolo.
Notevole la raccolta fotografica conservata dal Comune di Fidenza che mostra in dieci tavole dello studio fotografico Coen l’interno del palazzo appena arredato ed in attesa di inaugurazione ufficiale.
Ambrogio Ponzi
4 maggio 2017

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