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martedì 21 febbraio 2023

Mercoledì delle Ceneri


Nella tradizione cristiana il Mercoledì delle Ceneri, chiamato anche "Giorno delle Ceneri" o soltanto "le Ceneri", apre, con il suo tradizionale rito liturgico, il periodo di digiuno e penitenza che precede la Pasqua.

Per la Chiesa fidentina la cerimonia con l’imposizione delle Ceneri di mercoledì 22 febbraio è alle ore 18 in Cattedrale con  la s. Messa presieduta dal Vescovo Ovidio.

Mercoledì delle Ceneri
Le ceneri?
Hanno l'aspetto della terra grigia
in cui nessun fiore può fissare le sue radici.
Hanno l'aspetto della polvere così leggera
che il minimo vento la porta via e la disperde.

Le ceneri?
Hanno l'aspetto di una terra arida
                                        che non produce
più nulla perché è inaridita, 
                                         per mancanza di cure.

Ricevendo le ceneri
i cristiani ricevono un invito:
"Ecco la quaresima, i 40 giorni!
Non trasformatevi in deserto!
Producete frutti di bontà, d'amore e di pace,
frutti a immagine del Signore Gesù,
frutti nuovi con i colori del Vangelo!”

(Dal foglio domenicale della parrocchia di Santa Maria Assunta di Salsomaggiore del febbraio 2016)

L'ORIGINE DI QUESTA CELEBRAZIONE
Il giorno delle Ceneri nasce come la celebrazione pubblica della penitenza, costituiva infatti il rito che dava inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del Giovedì Santo. 
Il digiuno che si associa a questo giorno è importante per tutte le religioni: i musulmani celebrano il mese di Ramadan, gli ebrei il kippur e i cristiani la Quaresima.
Nella liturgia si parla di “Quadragesima”, cioè di un tempo di quaranta giorni che richiama alla mente i quaranta giorni di digiuno vissuti dal Signore nel deserto prima di intraprendere la sua missione pubblica. 

IL CONTEGGIO DEI GIORNI
Già nel IV secolo vi è una Quaresima di 40 giorni computati a ritroso a partire dal Venerdì Santo fino alla prima domenica di Quaresima. Persa l’unità dell’originario triduo pasquale (nel VI secolo) il venerdì santo ed il sabato santo furono compresi nella Quaresima che quindi risultò di 42 giorni. Gregorio Magno, trovando scorretto considerare come penitenziali anche le sei domeniche (compresa quella delle Palme). Pertanto per riottenere i 40 giorni (che senza le domeniche sarebbero diventati 36) anticipò, per il rito romano, l’inizio della Quaresima al mercoledì (che diventerà “delle Ceneri”). Attualmente la Quaresima termina con la Messa nella Cena del Signore del Giovedì Santo.

IL NUMERO QUARANTA
Quaranta è il numero simbolico con cui l’Antico e il Nuovo testamento rappresentano i momenti salienti dell’esperienza della fede del popolo di Dio. È una cifra che esprime il tempo dell’attesa, della purificazione, del ritorno al Signore, della consapevolezza che Dio è fedele alle sue promesse. Nell’Antico Testamento sono quaranta i giorni del diluvio universale, quaranta i giorni passati da Mosè sul monte Sinai, quaranta gli anni in cui il popolo di Israele peregrina nel deserto prima di giungere alla Terra Promessa, quaranta i giorni di cammino del profeta Elia per giungere al monte Oreb, quaranta i giorni che Dio concede a Ninive per convertirsi dopo la predicazione di Giona. Nei Vangeli sono anche quaranta i giorni durante i quali Gesù risorto istruisce i suoi, prima di ascendere al cielo e inviare lo Spirito Santo. 

2 commenti:

  1. “ Sét andà a tór al giudisi?” ( sei andato a prendere il giudizio?)
    Con questa domanda ci accoglieva mia nonna in questo giorno. Doveva essere una definizione da lei imparata fin da bambina, con cui “giudizio” significava avere consapevolezza delle proprie azioni e responsabilità delle stesse.

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