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lunedì 3 aprile 2023

Il "Palazzo della Rivoluzione" nella storia urbana di Fidenza

 Un po' di storia

L'imponente edificio che prospetta sui giardini pubblici dell’attuale Piazza Matteotti è il primo stralcio di un ambizioso progetto denominato "Casa Littoria" presentato nel 1936, a firma degli ingegneri Spreafichi e Sisto Della Rosa.


L’intero progetto riguardava la ricostruzione integrale dell'intera area compresa tra Piazza Verdi, Via Bacchini, Piazza Pontida e Piazza Martiri Fascisti, oggi Piazza Matteotti, e la demolizione dei fabbricati del complesso del vecchio convento "SS. Giovanni". 
Oltre alla "Casa del Fascio" comprendeva la realizzazione, tra via Bacchini e Piazza Verdi della Pretura e delle nuove carceri mandamentali, mentre su Piazza Pontida dovevano sorgere locali di pubblica aggregazione: un cinema-teatro, un refettorio gestito dall’ONB, un nuovo forno comunale, uno spaccio e appartamenti per custode e portinaio.
Per carenza di fondi vennero realizzati solamente il Palazzo della Rivoluzione destinato a “Casa del Fascio” (1937) e il forno comunale (1938), di conseguenza le demolizioni interessarono una parte del dell'area del complesso SS. Giovanni.
La “Casa del Fascio” nell’immediato dopoguerra divenne “Casa del popolo" [pronunciata talvolta con enfasi "casa del poppolo"], per essere poi, a partire dal 1968, destinata al Liceo Classico e Scientifico "G. D'Annunzio" mentre alcuni uffici occupavano parte dei locali al piano terra. I locali, completamente dismessi, sono dal 2000 inutilizzati, ma l’immobile è tuttora in buone condizioni di conservazione.


L’edificio costituisce bene culturale ed è stato dichiarato di interesse storico artistico con Decreto del 04/03/2010.
Per anni ha figurato tra i beni comunali alienabili, ma le gare indette per la cessione al miglior offerente sono andate deserte e la base d'asta è rapidamente scesa al cinquanta percento del valore iniziale.

Per poco più di un buon lustro la Casa Littoria di Fidenza fu emblema incrollabile del fascismo locale.
La sua costruzione, ancora in progetto, fu apertamente criticata da un fidentino illustre, Luigi Bormioli, “personaggio scomodo”, testimone attento, ed inascoltato, delle vicende forse più tormentate di Fidenza. Il progetto parve subito a Bormioli mal concepito ed eccessivamente dispendioso: per questo, in collaborazione con un architetto milanese, elaborò e presentò due progetti alternativi, ricevendo, come risposta, la minaccia di invio al confino. 
Solo dopo il conflitto le idee architettoniche ed urbanistiche del Bormioli troveranno una, seppur parziale, realizzazione e furono, a ben vedere, non sempre felici. 


Il Palazzo fu solennemente inaugurato il 4 novembre 1937 e il settimanale diocesano Il Risveglio così commentava:
“Mentre il giornale sta per uscire, nella data fatidica per la Patria nostra — il 4 Novembre — in Fidenza avrà luogo la solenne inaugurazione di numerose opere pubbliche, fra cui in prima linea, quella della Casa della Rivoluzione. Sarà presente S. E. il Prefetto della Provincia e con lui il Segretario Federale e le maggiori gerarchie parmensi. Saranno pur presenti tutti i fascisti della zona che converranno nel centro. Dell'avvenimento non mancheremo di dare relazione nel prossimo numero.”
Possiamo ora dedicare qualche riga ad alcune curiosità.

Il 21 settembre 1942 furono aperti al pubblico presso il locale Fascio Femminile (Casa Littoria) i Consultori Pediatrico ed Ostetrico. Le assistenze e le cure erano gratuite per “le persone iscritte nell’elenco dei poveri nonché per le indigenti che appartengano a famiglie numerose ed a famiglie di combattenti”.
Nel maggio 1943 il camerata Tito Mattioli lascia la carica di podestà, tenuta per sette anni. Numerose le opere durante la sua amministrazione tra le quali appunto la Casa del Fascio, ma anche la Piscina Dux, l'asfaltatura di strade centrali e periferiche, l’acquedotto con nuove sorgenti di alimentazione e la sistemazione del Cimitero Urbano.
Sempre nel maggio 1943 la celebrazione della Giornata dell’Impero è ospitata nel Salone delle adunanze della Casa del Fascio.



Il 25 luglio 1943 l'effigie del Duce, che si trovava nel salone principale arredato con mobili in stile d'epoca, viene rimossa.
Amos Aimi ed Aldo Copelli nel volume "Fidenza nella Resistenza" raccontano:
"Ci furono a Fidenza, come in tutta la provincia, manifestazioni di giubilo. Si inneggiò al re e a Badoglio, artefici della "liquidazione". Non ci furono incidenti particolari, ma tutto si ridusse alla distruzione degli emblemi del partito nella Federazione e nelle varie sedi. A Fidenza, nella casa del Fascio, è addirittura un ex segretario fascista a staccare un'ampia foto del Duce e a mandarla in frantumi, calpestandola. Gesto emblematico."
Ripresa dopo l'otto settembre del 1943 la sua centralità fascista il palazzo vedrà momenti drammatici consumarsi tra le sue mura. Un ricordo a lieto fine è quello di Franco Plizza, allora giovanissimo. Sorpreso senza documenti rischiò la deportazione, a nulla valsero le sue argomentazioni, servì invece il tam tam cittadino che, arrivato alle orecchie giuste, consentì il pronto intervento di un fascista illuminato che cambiò la deportazione in un calcio nel sedere. Gli andò bene.
Questa per sommi capi e con qualche divagazione la storia remota del Palazzo prima della sua conversione in Casa del Popolo.
Notevole la raccolta fotografica conservata dal Comune di Fidenza che mostra in dieci tavole dello studio fotografico Coen l’interno del palazzo appena arredato ed in attesa di inaugurazione ufficiale.
Ambrogio Ponzi
4 maggio 2017

4 commenti:

  1. Non mi risulta che si inutilizzato dal 2000. Infatti per diverse mostre w convegni e stato aperto al pubblico per mesi. Al piano terra saltuariamente è stato più volte utilizzata la parte su P za Matteotti w su P a Verdi.

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    1. Giusto. L'articolo in realtà risale al maggio 2017. Proprio in occasione del suo primo riutilizzo. Poi sono seguiti diversi utilizzi anche importanti ma temporanei. Grazie del commento.

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  2. Vi ho trascorso i cinque anni del Liceo: ricordi indimenticabili.

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  3. Grazie, Ambrogio, per aver riproposto questo articolo che documenta e fa ripercorrere la storia di quel 'palazzone', ora che tra quelle mura fervono nuovi lavori di sistemazione.

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