martedì 16 aprile 2013

A lezione da Claretta: il dialetto di Borgo san Donnino


Il primo incontro  dell'evento "Lungo le strade del Dialetto Borghigiano" si è concluso da poche ore lasciando ai numerosi presenti una ottima impressione. L'argomento, come si legge dal titolo, è stato il dialetto borghigiano e Claretta Ferrarini non solo ha interessato il pubblico ma è riuscita coinvolgerlo. Frutto di una conoscenza senza uguali dell'argomento affrontato, potremmo dire vissuto, con passione pari a preparazione.
La puntigliosa ricerca di quel quid linguistico che permetta di identificare l'unicità del dialetto borghigiano è alla base delle ricerche di Claretta. Storia, geografia, letteratura e tradizione sono altrettanti elementi che, opportunamente utilizzati, hanno dato spessore alla ricerca.
Apprendiamo così che il nostro dialetto non è frutto di apporti esterni più o meno estemporanei ma un vero e proprio linguaggio con radici molto lontane nel tempo, si parla di una permanenza del substrato celtico. 
Le presenze in sala sono andate oltre le previsioni tanto da rendere necessario aggiungere posti a sedere. Presenti numerosi appassionati vernacolisti, ma sentiamo come ha vissuto l'incontro il Prof. Franco Bifani:
La divina Claretta

La Claretta ha divinamente condotto, recitato e siglato la prima parte della sua Comedia, lunedì, alle 21, presso il Salone S. Francesco; Comedia. come Dante chiamò la sua opera, per quella mescolanza di generi, note ed impasti lessicali, quel capolavoro, cui i posteri aggiunsero l'attributo di Divina. Comedia, sì. anche la conferenza di Claretta, perché, come ci informa l'etimo ellenico, è il canto del villaggio, quello di Borgo San Donnino, in uno stile che Claretta è stata in grado di variare, alla perfezione, tra il serio ed il faceto, tra informazione aulica e quella più attigua al popolo, tra sermo nobilis e sermo vulgaris. Ho seguito la conferenza di Claretta, con la massima attenzione, avvertendo dentro come un piacevole calore che si espandeva e si districava, dal cuore e dalla memoria,, alimentato dalle parole di scienza della nostra vernacolista, e non dialettologa, com'ella, con troppa umiltà e modestia, si denomina. Claretta ha parlato, ad un pubblico di aficionados del dialetto borghigiano, di questa lingua, parallela all'italiano, ma ad esso anteriore di secoli, sfrondando, senza mezzi termini, tutte le distorsioni del popolino ed i pregiudizi campanilistici, sulle sue origini e sulla sua evoluzione, e le leggende folkloristiche, prive di fondamenti scientifici. Ha saputo inframezzare aneddoti, citazioni serie ed altre più leggere, in quella sua simpatica loquela di borgsàna del sasso. Ha chiarito equivoci ed eliminato errori e leggende metropolitane; il tutto condito con quella sua “erre” di gola, caratteristica di un ristretta zona attorno a Fidenza e risalente, con ogni probabilità, a caratteristiche di pronuncia delle popolazioni celtiche. Ha inscenato anche un breve dialogo teatrale, con Germano Boschesi, sempre in puro vernacolo fidentino, sui santi protettori della tradizione popolare. Non mi sono minimamente stancato, né distratto,e ciò anche se la conferenza di Claretta è andata avanti per un'ora e mezza, e, solitamente, anche per una persona adulta, la soglia di attenzione non varca i 30-40 minuti. Ma l'incontro è filato via, leggero, come un velo di bisso e liscio, come la buccia di una pesca. Claretta ha trasportato per mano il suo pubblico, tra voli pindarici inebrianti, in un fantastico viaggio lessicale, travalicando i confini dello spazio e del tempo di Fidenza, tra etimo latini, celtici e persino etruschi. Ma Claretta, con grande intelligenza, unita a misura ed equilibrio, lascia sempre spazio al dubbio cartesiano, stimolo per ulteriori accertamenti ed indagini. Ci sarà un seguito, lunedì 22 aprile, alla medesima ora serale; non mancherò, di sicuro. E spero che a riportarmi a casa, cecato come sono, ci siano ancora, fuori del salone, ad attendermi pazientemente, Tonino Ditaranto ed Ambrogio Ponzi, che mi fa luce con le braci della sua inseparabile pipa. Arrivederci, grande Claretta; non lascio ai posteri l'ardua sentenza, ma ti invio le mie più sincere ed ammirate lodi, per il tuo lavoro, appassionato, duro e costante, di analizzatrice del dialetto di Borgo e di creatrice di opere inimitabili in borghigiano,

Franco Bifani 



Pochi, praticamente assenti, i riferimenti al nostro dialetto negli studi linguistici.
 Qualcosa Claretta ha trovato in questo "Saggio" di Biondelli che risale all'ottocento.  



2 commenti:

  1. Chiarissimi Professori Ponzi e Bifani, grazie di cuore. Tenevo molto al vostro parere, fosse stato anche solo per contestare i risultati dei miei studi che, come ho evidenziato nella relazione di Lunedì, sono sempre frutto della speculazione e della sensibilità individuale del ricercatore. Ho avvertito sulla pelle, la vostra attenzione ed il vostro interesse e ne sono stata, come lo sono tutt'ora, lusingata. Da ciò che avete scritto sopra, si evince la cura con cui avete ascoltato, cogliendo le più sottili sfumature della mia esposizione. Gentile Biffino, la tua è un'apologìa seducente ed allentante che mi sprona a continuare e mai nessuno, prima d'ora aveva definito un incontro con me, leggero come "un velo di bisso e liscio come la buccia di una pesca". Sono lieta che vi sia piaciuto anche il duetto cum èl šdäsädûr del rùmäl Germano Boschesi, tanto bravo e tanto caro che, se la sò mama äl l'ävéss mîa miss äl mônd, l'aréssän duì fèr cul man. Dove avete trovato la copertina del Saggio di Biondèlli, sarpìlli ca'n si ätar? Grazie ancora e vi dico, con malcelata commozione, che è stato un onore avervi tra gli auditori.

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  2. Io non so parlar d'amore, dice Celentano, in una sua canzone io non so parlare in dialetto dico io e questo mi dispiace. Ascolto, cerco di memorizzare, ma sono pochissimi i risultati,ecco perchè con tutta la mia buona volontà seguo con passione le lezioni della Claretta, detta "La Claretta" per imparare a parlare il mio dialetto come lo parla lei. Non è mai troppo tardi, diceva il M. Manzi tanti anni fa e allora eccomi pronta per la prossima lezione di lunedì. Grazie Claretta, come sempre "bravissima" e come sempre l'estro e la capacità di essere interprete ti fanno essere "La Claretta".

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