giovedì 16 aprile 2020

Passeggiate virtuali in tempo di pandemia: il "Sancta Sanctorum"

Studenti affacciati al balcone del Vecchio Seminario
(raccolta Vittorio Sozzi)

In un paio di occasioni abbiamo parlato in questi giorni del Vecchio Seminario borghigiano che tanta parte ebbe negli accadimenti della nostra storia da quando, nel 1601, Borgo San Donnino fu eretta a diocesi. 

Il primo pensiero di un vescovo era quello di disporre di un seminario, ma nel nostro caso i primissimi due vescovi, distratti dalle cose di Palazzo e talvolta neppure presenti a Borgo, non vi provvidero, spettò quindi al terzo vescovo Mons. Alfonso Pozzi, nobile piacentino consacrato il 5 aprile 1620, dotare la diocesi di un seminario. 
Inaugurato nel 1624, era situato in vicinanza della Rocca di Borgo nel Palazzo San Marco che si affacciava sull'attuale piazza Garibaldi. 
L'edificio, tuttora esistente e sino a ieri chiamato Palazzo Tridenti, si dimostrò presto insufficiente e nel 1665 gli amministratori diocesani comprarono diverse case che sorgevano accanto alla Cattedrale  a mezzodì e, atterrate le case, avviarono la costruzione del nuovo palazzo del Seminario di fianco al duomo che fu inaugurato nel 1709. 

Vari ampliamenti furono apportati negli anni sino ad arrivare agli anni trenta dello scorso secolo quando si pose mano all'ultimo sfortunato ampliamento.
Ne creò le premesse Mons. Giuseppe Fabbrucci, fiesolano, consacrato il 6 agosto 1915, che affidò alle RR Figlie di S. Giuseppe la cucina e che tra l'altro favorì e promosse in modo particolare gli studi fisici dotando il gabinetto fisico di vari strumenti moderni.

Il successore di Fabbrucci, mons. Mario Vianello, veneziano, consacrato il 10 maggio 1931, "affronta con arditezza l’arduo problema: prima l’acquisto del fabbricato Bormioli; in secondo luogo l’inizio dell’ampliamento".
Meritò elogi e plausi del tipo "Il suo nome sarà inciso a caratteri d'oro nella storia di S Donnino".



Era l'anno 1936 e la chiesa italiana viveva la stagione favorevole post concordataria.
Con l'acquisizione dall'area della vetreria la diocesi poteva vantare la proprietà su una porzione notevole della città, il possedimento principale andava, senza praticamente soluzione di continuità, dall'attuale palazzo vescovile sino all'oratorio di Via Bacchini! In questa mappa l'area è contornata in color arancione.



Mons. Vianello esercitò il suo mandato vescovile dal 1 giugno 1931 al 6 giugno 1943 quando fu traslato alla Sede Arcivescovile di Perugia.
L'anno 1936 fu segnato da altri avvenimenti, in quell'anno Borgo città e Borgo diocesi salutarono con entusiasmo la conquista coloniale dell'Etiopia e la nascita del breve ed effimero Impero Fascista. Ma già negli anni immediatamente successivi l'ambigua alleanza divenne più tiepida. 


L'ultima importante iniziativa che si ricordi di mons. Vianello è la processione propiziatoria "con il Corpo dell'invitto Martire San Donnino" del marzo 1943. Una marea di popolo seguì il vescovo accompagnato dal clero per le vie della città per concludersi in duomo. 
Il comunicato ufficiale parlava di "devoto e riverente omaggio al martire", la processione è ricordata come richiesta di salvare la città dai  bombardamenti.




Il 6 di giugno mons. Vianello lasciava la diocesi fidentina e la città si preparò per ricevere degnamente il suo successore mons. Francesco Giberti, modenese consacrato il 20 giugno 1943. 
Nella sua ultima omelia mons. Vianello riservava queste parole al suo e nostro seminario:
"Ricorderò il Seminario; quel Seminario che dovendo raccogliere tutte le migliori sollecitudini di ogni Vescovo, perché è il 'Sancta Sanctorum' della Diocesi, ha potuto contare tante nostre pene e quell'immenso amore che ci bruciava in petto; amore che lascia le sue impronte nei vari locali costruiti o ingranditi, ma sopratutto nella Cappella".
Nella foto vediamo l'interno della cappella del seminario edificata nel 1936.
Nella precedente passeggiata virtuale avevamo detto di non possedere immagine dell'interno della cappella ebbene a rendercela disponibile è stata la gentilissima Prof.ssa Mirella Capretti, pubblichiamo e ringraziamo.

Non passerà un solo anno e mons. Giberti vedrà tutto ridotto in polvere, seminario, cappella e gran parte della città. La sua attenzione quel 13 maggio 1944 sarà rivolta alla gente salvata o sepolta tra le macerie delle case.



Ma eventi dolorosi occorsero già nel secondo semestre del 1943, anno funesto per l'Italia tutta. Non mancarono certo momenti  terribili in quell'anno che così veniva salutato già da novembre:


 

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