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martedì 8 settembre 2020

La Bandiera del Reduce


Due anni fa nel portico d'ingresso del Palazzo Municipale veniva murata questa targa marmorea dedicata ai Militari Italiani Internati nei campi di concentramento nazisti dopo l'otto di settembre 1943, data della resa dell'Italia.
Oggi 8 settembre 2020 la Sezione fidentina dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci ricorda quel momento e quella cerimonia, ripresa nell'articolo "Fidenza ricorda i suoi Reduci", con l'esposizione della Bandiera alla base della targa. 




Gli Internati Militari Italiani (IMI)


La loro storia inizia proprio l’otto settembre 1943 quando circa un milione i soldati italiani, in patria o al fronte, furono via via disarmati, 810.000 furono dichiarati prigionieri, 624.000 quelli che non accettarono di aderire alla RSI, sono gli IMI, Internati Militari Italiani. 45.000 circa quelli che non tornarono.
Gli IMI furono avviati in una rete di campi di transito (Dulag), campi per ufficiali (Oflag), campi per soldati (Stalag), campi ausiliari e comandi di lavoro (Arbeitskommando) .
Già il nove settembre il Comando Supremo della Wehrmacht, ordina: 
"Soldati italiani, che non siano disposti a continuare la lotta al fianco dei tedeschi, devono essere disarmati e considerati quali prigionieri di guerra. In un primo tempo questi saranno assunti in forza dal Capo reparto prigionieri di guerra del Comando Supremo della Wehrmacht. Successivamente, in collaborazione con il Plenipotenziario generale per l’impiego della mano d’opera, Fritz Sauckel, si dovrà reperire fra i suddetti prigionieri di guerra tutto il personale specializzato, da utilizzare ai fini dell’economia bellica e metterlo a disposizione del Plenipotenziario generale per l’impiego della mano d’opera". 
 Il dieci settembre: 
"In quelle località, dove truppe italiane o altri armati oppongano ancora resistenza, si deve porre loro un ultimatum a breve-scadenza, chiarendo che i comandanti italiani responsabili della resistenza stessa saranno fucilati come franchi tiratori se, entro il termine stabilito, non avranno ordinato alle proprie truppe di consegnare le armi alle unità tedesche". 
Il 12 e il 15 settembre furono ribaditi tali ordini prevedendo la fucilazione dei comandanti e la deportazione per le unità dell’esercito regio entrate in contatto con i partigiani o semplicemente opponevano resistenza.  
Il 15 settembre a Monaco i primi sei Fogli d'Ordine firmati da Mussolini confermavano l'incondizionata sudditanza del paese alla logica bellica della Germania: "dare quotidiana e cameratesca collaborazione alle forze militari germaniche che si battono sul suolo italiano contro il comune nemico".

La collocazione al lavoro ha riguardato circa 440 mila internati sotto varie forme. Le condizioni peggiori erano quelle delle miniere, dell’industria pesante, dell’edilizia (compreso il lavoro di sgombero dalle macerie dei bombardamenti), migliori quelle delle piccole fabbriche, dell’industria alimentare ed elettrotecnica e soprattutto dell’agricoltura. 

Gli IMI sono stati, lo specchio del paese, della crisi di una generazione, delle sue lacerazioni, del difficile e tormentato trapasso dalla dittatura alla democrazia. 

2 commenti:

  1. Forse sbaglio, ma dopo ottant'anni questa parte di storia italiana per gli stessi italiani non é ancora studiata e conosciuta come Storia di un Paese, di uomini che da una parte o dall'altra, ovunque si siano trovati coinvolti, hanno sofferto, hanno dovuto prendere decisioni e dare ordini.
    Sarebbe ora di fare veramente Pace nel nostro Paese.

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  2. Sì, la contrapposizione continua non fa bene al nostro paese, crea incomprensioni, rivalità e odio. Specialmente i giovani hanno bisogno di maggior chiarezza e di sicurezza per il loro futuro, lasciati così allo sbaraglio, spesso diventano violenti o svogliati. Diamoci tutti una mano a ricostruire una società, i cui valori fondamentali siano quelli del rispetto delle persone, dell'educazione e del bene comune. I nostri vecchi ne sono stati un esempio, leggiamo ancora la loro storia

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