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lunedì 8 luglio 2019

Non ci sono più i ladri di una volta


Non ci sono più i ladri di una volta.
Computer rubati nelle scuole, merendine negli asili infantili e alle Elementari.
Furti di capi d'abbigliamento per bimbi indigenti alla Caritas, dagli armadietti dei degenti negli ospedali. Bici rubate a donne anziane, usate per la magra spesa giornaliera.
Rubati i risparmi del salvadanaio di coccio di un bimbo di 5 anni.
Involati i vestitini di un nascituro, preparati con trepidazione ed amore dalla futura mamma.
Ed ancora, i vasi portafiori sulle tombe e di fianco agli avelli.
Dopo aver sottratto gioielli e denaro, alcuni svuotano il frigo, mangiando e bevendo, alla salute dei proprietari. Per colmo di scherno, alcuni ladri hanno scattato foto ricordo ai derubati, che dormivano ignari. C'è chi, di notte, è entrato in un campo di patate per sradicarne un sacco.
Non mancano i coraggiosi che scippano i vecchi, facendoli cadere malamente, per cui devono ricorrere alle cure del Pronto Soccorso. Sono tutti furti ad opera di giovani nordafricani, rumeni, moldavi, ucraini e di rom, ladri di professione. 
E che dire dei finti controllori del gas, acqua e luce, che arraffano i risparmi a poveri anziani che li hanno incautamente introdotti in casa? Altri birbaccioni si presentano con divise delle forze dell'ordine, si inventano parenti che necessitano di denaro, per incidenti d'auto o per debiti di gioco.
E si danno da fare anche solerti badanti, di solito dell'Est Europa, per alleggerire le pensioni dei vecchi che dovrebbero solo accudire.
Ci sono però furti non di meschini morti di fame, come i succitati, ma proprio per indigenza, da parte di poveracci con pensioni infime, che non riescono a tirare alla metà del mese. Alcuni di loro, non sono stati denunciati, in quanto si è riconosciuto che hanno agito in stato di estrema indigenza, avevano sottratto scatolette di tonno o di formaggini.
Sono da rimpiangere Lutring e Robin Hood, Simon Templar ed Arsenio Lupin. Ma anche il famoso Renato Rinino, Renè, il Lupin della Riviera.
Franco Bifani

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