Toponimi di Borgo

Bûrgh Marâs
L’odonimo attuale è vicolo Tommasini. Si tratta della prima laterale destra di via Jacopo Milani che, parallela a via Bacchini, termina lambendo la parte ovest del teatro Magnani. Bûrgh Marâs porterebbe tale nome poiché nel XVI° secolo vi era ubicata l’abitazione dell’antica famiglia Marazzi (Marassi), della quale non si ha un profilo storico. 
Bûrghén Schivädebit
L’odonimo attuale è vicolo Giovanni Bondi, patriota. E’ il primo vicolo a sinistra di via Berenini, in direzione est, dopo la chiesa di Santa Maria Annunziata, che ad un certo punto svolta ad angolo retto per arrivare in via Gramsci. L’odonimo dialettale Bûrghén Schivädebit è proprio dovuto al percorso contorto, che dava la possibilità al debitore di eclissarsi rapidamente alla vista del creditore sulla via maestra.   
Burgh a-Scür
L’odonimo attuale è vicolo Giuseppe Boldrocchi, patriota. La via è la terza laterale destra di via Benedetto Bacchini e l’odonimo Borgo Scuro o Oscuro è indicato nelle mappe del Settecento e talvolta veniva usato per indicare un isolato abbastanza vasto di fronte alla chiesa di San Pietro. Senza alcuna certezza si vuole attribuire la denominazione al fatto che sui due lati le case erano piuttosto alte rispetto alla media e schermavano il sole, rendendo il vicolo particolarmente ombroso e buio.
Burägh Ciär
L’odonimo attuale è vicolo Mario Bacchini, martire della Guerra d’Indipendenza. La via è la quarta laterale destra di via Benedetto Bacchini ed è parallela di Borgo Scuro, ma in questo caso il nome non è attestato sulle mappe. In realtà era il lato meridionale del Guasto degli Ebrei, una vasta area riurbanizzata all’inizio del secolo XX. Non si hanno dati certi circa l’episodio che ha dato vita all'indicazione Guasto degli Ebrei nella mappa del 1740, poi riportata in quelle successive. 
Cuntré Mùssa
L’odonimo attuale è vicolo Andrea Ghiozzi, storiografo. E’ la parallela interna a via Cornini Malpeli, tra le due strade il lungo e stretto isolato delle abitazioni dei Terragli di San Michele. Si ritiene che l'odonimo dialettale di Cuntré Mùssa indicasse l’interruzione della strada probabilmente chiusa a levante dove un tempo si trovava un ospizio. 
Burghén  äd la Spagna
L’odonimo attuale è vicolo Jacopo Milani, medico. È la seconda laterale destra di via Benedetto Bacchini e sbocca in via Goito davanti alla chiesa di San Giorgio. Prende il nome da un’antica osteria avviata dalla famiglia Spagna, nome che rimase immutato nonostante l’avvicendarsi di diversi gestori. In realtà l’osteria era registrata nelle carte del Comune col nome di “Osteria del Cavalletto” in virtù di una insegna con l’effige di un cavallo che sovrastava il portale d’ingresso. Era frequentata dagli intellettuali di Borgo San Donnino che accedevano ad un ambiente a loro riservato attraverso una scala privata.
Burghén äd j’Ebrei
L’odonimo attuale è vicolo Zuccheri, illustre famiglia borghigiana. Si tratta della terza laterale sinistra di via Gramsci a fianco dell’attuale banca in piazza Matteotti che sfocia poi in via dei Mille. Nel Burghén äd j’Ebrei si erano insediate numerose famiglie di religione ebraica. Non ci sono dati certi sulla consistenza numerica delle presenze nel tempo. 
Burghén del Teatar
L’odonimo attuale è via Michele Leoni, letterato, poeta lirico, saggista e traduttore di opere classiche e di letterature straniere, A lui è dedicata la nostra biblioteca comunale. La corta via un tempo confinava con uno spazio aperto in cui era allestito un teatro popolare probabilmente assai precario. Negli anni cinquanta del novecento l'area era utilizzata per proiezioni cinematografiche estive, i famosi "cinema all'aperto". 
Trâj äd San Pédar 
(terragli a sera o spalti occidentali)

L’odonimo attuale è via Giandomenico Romagnosi che inizia sul lato destro della chiesa di San Pietro e sbocca nell'attuale piazza Grandi. La definizione dialettale Trâj äd San Pédar individua tuttavia un intero isolato le cui case hanno doppio ingresso, rispettivamente su via Romagnosi e sulla parallela interna via Frate Gherardo, che porta direttamente in piazza Duomo e che rappresenta uno dei luoghi più caratteristici di Borgo. 
Trâj äd San Michêl a nòtta 
(terragli o spalti settentrionali)

La denominazione attuale è via Cornini Malpeli, due coniugi benefattori che nel XVIII secolo lasciarono i loro averi a beneficio della costruzione dell’Ospedale di Fidenza, posto in via Borghesi e fronte su via Berenini. L’intero percorso di questi terragli corre da piazza Garibaldi alla chiesa dei Gesuiti. I Trâj äd San Michêl guardavano la pianura a nord di Borgo San Donnino ed erano separati dai terragli di via Mentana (Trâj a nòtta) dalla massiccia Rocca di Borgo fino al 1952, quando si completò l’abbattimento di questa superba costruzione.
Trâj a Mèždé 
(terragli a mezzodì o spalti meridionali)

L'odonimo attuale è via Dei Mille, che guarda verso le colline a sud di Borgo San Donnino. Diversamente dagli altri terragli non esiste una strada interna parallela se non nel primo tratto. Inizialmente l’inizio di questi terragli interagiva urbanisticamente con il complesso dell’antico convento dei Santi Giovanni e terminava proprio sotto Torre Salvaterra, antico manufatto posto a controllo e difesa dalle incursioni parmigiane, presso la porta orientale di Borgo. 
Trâj a nòtta o Träj dèl Pusón 
(terragli a notte o spalti del Pozzone)

Via Mentana, che è la strada esterna del quartiere Oriola, conserva quanto rimane dei terragli che partendo da piazzetta Pezzana, dove si trovava la chiesa di Santa Maria del Pilastro, arrivavano sino alla Porta occidentale della città nell’attuale piazzetta Cremonini. Ora i terragli sono bruscamente interrotti per le modifiche apportate al tessuto urbano negli anni trenta del Novecento e nel secondo dopoguerra. L’odonimo dialettale Trâj a nòtta indica la posizione nord dei terragli, mentre la dizione Trâj dèl Pusón fa riferimento all’antico lavatoio pubblico di piazza Grandi di cui troviamo tuttora una modesta traccia. 
Trâj a Mäten’na 
(terragli a mattina o spalti orientali)

È l’attuale via XX Settembre, che da piazza Pontida (Ex Cine Italia), sbocca in prossimità di piazza Berzieri. L’odonimo dialettale Trâj a Mäten’na è dovuto al fatto di rivolgersi verso oriente per tutta la sua lunghezza. Si contrappone ai terragli occidentali di via Romagnosi. Originariamente questa linea di terragli proseguiva verso nord sino all’antica Rocca, di questo tratto rimane pochissimo, probabilmente la modifica è avvenuta nel XIV secolo se non addirittura nel XIII.
Burghén del Municìpi  o Burghén del Paržón
L’odonimo attuale è vicolo Giovanni Amendola, politico. Collega piazza Garibaldi con piazza Verdi sul lato est del municipio, da qui il termine dialettale Burghén del Municìpi detto anche Burghén del Paržón in quanto dal vicolo si accedeva alle carceri, che erano sistemate nel seminterrato del palazzo comunale. La strada è stata costruita tardivamente coprendo il canale che portava acqua al fossato della Rocca.  
Burghén del Söpp
L’odonimo attuale è via Andrea da Goito, politico. È il breve tratto che corre tra piazza Gioberti (Piasa äd San Pédar) e la menzionata chiesa di San Giorgio dove si trovava l’Ustarìa del Söpp, che deve il suo nome a un tipo di trappola per l’uccellagione di piccoli volatili, chiamata appunto söpp o sèpp. Molti gatti erano entrati nella cucina dell'osteria senza uscirne.

Füga äd la Ròcca
L’odonimo attuale è via Giovanbattista Gandolfi, patriota. È la strada che piazza Garibaldi permette di scendere fino a via Mazzini, a lato della vecchia rocca, dove oggi c’è palazzo Porcellini. L’odonimo dialettale Füga äd la Ròcca include il termine Füga che indica un tratto di strada in salita . Il termine dialettale si ripete negli odonimi Füga äd la Stasión di via Mazzini e Füga äd l’Udžana che, due chilometri a sud di Fidenza, introduce alla zona collinare.






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