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"Se la prima metà del Cinquecento fu caratterizzata da un colossale flagello, la guerra franco-spagnola, che in più riprese interessò Parma e contado, la seconda parte del secolo trascorse relativamente tranquilla. La pace ritrovata consentì il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. L’ospite più indesiderato di quegli anni fu la peste. Il contagio, già comparso nel 1523, si ripresentò almeno due volte in forma virulenta; nel 1576 e nel ’91. Sempre nel ’91, il Parmense fu sconvolto dalla contemporanea esondazione del fiume Po, del Taro e della Parma."
Questo il quadro che ne fa Luigi Alfieri, già noto come giornalista, nel suo libro "Parma, la vita e gli amori" ed anche il secolo successivi, il Seicento, non è certo più allegro, viene infatti descritto come "secolo di fame, carestie, peste e guerre".
E' tuttavia nel cinquecento che matura l'edificazione della Diocesi di Borgo San Donnino che verrà poi istituita nel 1601. Un evento di grazia divina, direbbero alcuni, ma l'apporto umano è tutt'altro che esemplare. Una scelta incastonata nelle miserie della politica e delle lotte al potere, ma la formazione della Diocesi fu comunque fattore di crescita del mostro Borgo.