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domenica 21 ottobre 2018

Assegnato il Premio Letterario don Amos Aimi


Le ricerche storiche, che custodiscono la memoria, aiutano a cogliere il significato profondo del divenire dei territori in generale, dei luoghi culturali e dell'immaginario collettivo..............Il premio vuole incentivare quelle ricerche, tradotte in saggi, romanzi o compendi che mappano le vicende della nostra città e che sistematizzano entusiasmo competenze ed energie perché i più ne abbiano accesso e partecipino in modo consapevole alla vita della nostra comunità.
L'ampia citazione delle motivazioni che stanno alla base del Premio Letterario Don Amos Aimi, della Prof.ssa Isa Guastalla, studiosa ed autrice di libri e pubblicazioni, ha premiato il Premio prima ancora di premiarne il vincitore. Un riconoscimento per la Cultura fidentina e per chi, la Prof.ssa Maria Pia Bariggi, alla promozione della cultura non ha certo lesinato tempo ed impegno.  
Detto questo la cronaca della Cerimonia di Premiazione nella sala del Ridotto del Teatro Magnani può scorrere veloce, tenendo presente che il Premio, dedicato a Don Amos, aveva come obiettivo quello di premiare chi, con le sue ricerche pubblicate in saggi, romanzi o compendi, sia stato capace di esplorare e raccontare le vicende della nostra Città.
Questo l'elenco delle sette opere e dei rispettivi autori presentati al giudizio della Giuria composta dal Prof. Italo Comelli, Presidente dell'Università popolare di Parma, dal Dott. Giuseppe Marchetti, critico della Gazzetta di Parma e dalla già citata Prof.ssa Isa Guastalla: 
  • Ivana Brambilla - "San Lucio ed il Parmigiano Reggiano"
  • Francesco Fanzini - "Semplicemente Don Enrico"
  • Ivano Lorenzoni - "Quisquis ille fuerit - Giuseppe Pallavicino dei Marchesi di Varrano (1523-1575)"
  • Roberto Mancuso - "Il Castello di Contignaco - La storia i misteri"
  • Fausto Negri - "Le Pietre parlanti della Cattedrale di Fidenza - Guida artistica e religiosa"
  • Lorenza Pellegrini - "AVIS"
  • Mirella Capretti e Paolo Mesolella - "L'abate Don Pietro Antonio Maria Zani Fidentino"
Prima della premiazione gli interventi di Maria Pia Bariggi che si è soffermata sulla figura di Don Amos Aimi e della sua azione di promozione della locale memoria e della sua continua ricerca in tanti campi del sapere, Isa Guastalla che ci ha dato un saggio della sua innegabile cultura e Andrea Massari, Sindaco di Fidenza che ha sottolineato l'importanza del Premio nel panorama culturale cittadino. 
Erano presenti in sala Mons. Ovidio Vezzoli, Vescovo della Diocesi di Fidenza, il Dott. Amedeo Tosi, Presidente del Consiglio Comunale cittadino ed i familiari di Don Amos Aimi.

Il Premio è stato conferito all'opera "L'abate Don Pietro Antonio Maria Zani Fidentino" di Mirella Capretti e Paolo Mesolella con la seguente motivazione:
"Gli autori raccontano le vicende terrene dell'Abate don Pietro Zani, prete e studioso, che si è confrontato con i grandi del tempo mosso dall'amore e dalla passione per l'arte e per la cultura. I premiati hanno redatto un testo divulgativo, con un buon rigore scientifico ed una significativa scrittura che certamente restituirà alla nostra comunità le povere fatiche perseguite con constantia et labor dell'Abate Zani"
Mirella Capretti ha ritirato l'attestato con evidente emozione. Della sua opera, del suo impegno, della sua passione ci dice tutto la Prof.ssa Marisa Guidorzi in questo scritto:

Il riconoscimento alla Professoressa Capretti rende merito ad un'opera e ad una persona che ha speso negli anni il suo tempo, ma soprattutto la sua passione per ritrovare e riportare alla memoria un personaggio che potremmo definire “europeo”, il quale con i suoi studi diede lustro alle sue origini fidentine.
Il nome dell'abate Pietro Zani era stato ben attribuito alla Scuola di Avviamento Professionale, ben si addiceva ,infatti, l'accostamento per  gli studi che egli aveva coltivato.
Nel passaggio dell'istituto scolastico alla nuova funzione di Scuola Media l'indicazione era rimasta tale.  Il dilemma sorse al momento della fusione tra la Scuola Media “G. Carducci “e , appunto, l'omologa “P. Zani”. Se tutti per memoria scolastica conoscevano il primo personaggio, del secondo nulla si sapeva.
Ricordo il Collegio Docenti del 2 settembre 1996 in cui il compianto Preside Prof. Romano Artusi ci pose la questione e cominciammo ad avanzare opinioni e preferenze: depennare entrambi i nomi o salvarne uno? La risposta, come ricordato da Mirella, venne avanzata dal nostro collega Don Adriano Gervasoni che opportunamente ci informò di quale valenza culturale fosse l'abate Zani.
Da quel momento cominciò l'impegno della professoressa che  ne studiò gli aspetti legati alle sue competenze artistiche, probabilmente neppure lei immaginava dove l'avrebbe portata quell'esperienza.
Il personaggio le entrò nell'anima, ne comprese lo spirito, lo studiò ( forse ancora non è arrivata alla fine!) nella  sua umanità sofferente e tribolata, approfondì gli aspetti dei suoi studi, si sorprese e la ricerca divenne il suo scopo.
A tante porte ha bussato in questi anni, non sempre è facile essere capiti, ma tante persone hanno anche compreso la sua passione. Con meticolosa cura ha consultato documenti nell'intento di un rigore che rendesse giustizia ai meriti del suo personaggio, con un metodo scientifico che nulla lasciasse alla possibile confutazione dei suoi risultati.
Ha pagato la sua costanza con momenti di sconforto, si è nel suo intimo probabilmente immedesimata nell'abate, in quella fatica che lei stessa ha più volte sottolineato. La sua tenace volontà, sostenuta da una profonda sensibilità che non le avrebbe mai consentito di abbandonare lo studioso di cui sentiva la portata umana e di pensiero, l'ha stimolata ogni volta a non arrendersi.
Ora abbiamo a nostra disposizione il risultato di anni di lavoro, un'opera di non facile lettura, non è la storia romanzata di Pietro Zani, ma un valido strumento di consultazione. Dalla ricca documentazione emerge il valore e il merito dello studioso, ma anche l'impegno profuso dalla Professoressa Capretti nell'attenta e diligente ricerca.

Che sia proprio il “Premio letterario don Amos Aimi”a gratificarla è doppiamente significativo: per la stima reciproca che li legava e per  la passione alla ricerca storica e documentaria di entrambi.
Marisa Guidorzi

Le immagini


Mirella Capretti
Ivana Brambilla
Francesco Fanzini
Ivano Lorenzoni







1 commento:

  1. Tengo a dire che, impossibilitata ad essere presente, ho, poi, subito scritto alla prof.ssa Capretti, complimentandomi con affetto e ricordando il suo intervento di presentazione del saggio ai miei studenti di terza e quarta Liceo. Spero che altre scuole chiamino Mirella ad illustrare una figura così insigne di Borgo. Concordo appieno con la prof. ssa Guidorzi e con la motivazione del premio. Bravi tutti.

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