domenica 8 dicembre 2019

Le lavandare al pussón

Con questo articolo il nostro blog inizia una nuova collaborazione che, per ora, si identifica con la cifra "effe". 
Di indubbia borghigianità la nostra collaboratrice ci darà lievi note di un passato in lei presente nel ricordo, non solo di luoghi, persone o fatti, ma anche di sentimenti.
Cominciamo da loro, le tanto dimenticate "lavandare", immortalate tra l'altro in tante foto d'epoca dal nostro illustre concittadino Nullo Musini. 
Ambrogio Ponzi


E cadenzato dalla gora viene

lo sciabordare delle lavandare

con tonfi spessi e lunghe cantilene

Così il poeta Giovanni Pascoli. 

Nella mia mente eccole sono lì, al pussón, le nostre lavandare.
La fossa con l’acqua corrente (dono del Padre Stirone) vicina al Duomo, e al macello, accoglieva dalle quattro del mattino alle cinque della sera, alcune meravigliose donne che “ripulivano” Borgo (Fidenza).

Con forza, maestria e coraggio sciacquavano, sbattevano, insaponavano … e ulteriormente risciacquavano lenzuola, coperte, biancheria e stendevano il risultato offrendolo alla carezza del sole e dell’aria.
Non avevano sofisticati strumenti: assi di legno su cui sbatter i panni, carriole, secchi, bigonci, grandi paioli per i bucati con la cenere e fili tutt'intorno sui quali stendere il prodotto delle loro fatiche.
I detersivi! Il sapone di marsiglia, chiamato mängänón, lisciva e … l’unto di gomito.


E, pensate, spesso cantavano e ridevano e stavano bene insieme nei momenti “di pausa pranzo”, (molto pane e poco companatico che, quasi sempre, portavano a casa per i figli!).
Lo so perché me lo ha detto mia nonna che era orgogliosa di essere una brava lavandaia e riteneva di ottenere i risultati migliori con alcune sue tecniche.

Sì, sento già le critiche al mio “buonismo”: fatica! Sfruttamento inutile rimpianto! Ma io conservo nel cuore la regale dignità di queste SIGNORE.
È il passato, ma ogni tempo e ogni persona hanno il loro splendore.
Effe

Negli anni trenta la risistemazione urbana comportò la copertura del 
pussón. Rimasero le lavandare ("lävänderi") o lavandaie, ma nel cortile
di casa loro,  come qui, lungo i  Trâj a Mèždé.

3 commenti:

  1. In dialetto borghigiano: läväderi o bügäderi. Macché "inutile rimpianto", questa è Storia. Brava!

    RispondiElimina
  2. Refuso: "lävänderi" e mîa "läväderi". Scusate.

    RispondiElimina