Un pubblico interessato ed alla fine coinvolto ha partecipato alla conferenza di Alberto Campanini e Bruno Grassi che si è tenuta venerdì 15 settembre nella sala del Ridotto del teatro Magnani di Fidenza.
L’appuntamento, patrocinato dal Comune di Fidenza e sostenuto dalle locali sezioni di ANPI ed ANCR, è stato organizzata dalla associazione culturale Rover Joe, che da tempo si interessa alla conoscenza storica delle due guerre mondiali del XX secolo e, allo studio e alla divulgazione, affianca la raccolta di cimeli originali.
Per scoprire tutti i segreti di Enigma, Campanini e Grassi hanno quindi dato vita ad una dinamica illustrazione della macchina cifrante più famosa al mondo, utilizzata da militari e servizi segreti tedeschi durante la II Guerra mondiale per inviare messaggi in codice, spiegandone tutti i segreti e rifacendone la storia. .
Ha ricordato Alberto Campanini che Enigma ha allungato la guerra di almeno due anni, per passare poi al suo funzionamento precisando che Enigma non era usata per la trasmissione ma per la codifica e decodifica messaggi. Il segreto della macchina cifrante, che ha l’aspetto di una macchina da scrivere con una tastiera ed una serie di lampadine corrispondenti alle lettere, sono i rotori, che contengono il labirinto dei collegamenti (ogni rotore ha 26 contatti di ingresso e uscita, uno per ogni lettera dell’alfabeto). I possibili codici di partenza sono 17.576 (26x26x26) ma alla fine, le configurazioni possibili di enigma raggiungono una cifra incredibile: 107 triliardi, numero di 21 cfre.
Nostante ciò la “guerra dei codici” si è risolta con la decodifica dei messaggi da parte di un team multidisciplinare, a Bletchley Park (Inghilterra) vengono infatti riuniti matematici, esperti di enigmistica, maestri di scacchi, elettrotecnici, meccanici di precisione, tutti votati allo scopo di studiare un sistema sempre più affinato per la decodifica dei messaggi di Enigma.
I relatori hanno poi ricostruito la genesi del progetto e le vicende che, anche a distanza di tempo, sono state diretta conseguenza di quella "guerra dei codici". E Campanini, quasi a conclusione, ci spiega come
"dalla guerra dei codici per decifrare i messaggi cifrati durante la guerra è nato il computer"
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