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| Non tutte le camicie erano nere, così come non tutti i gatti sono bigi |
Si deve alla penna e alle ricerche di Ivano Sartori e Bruno Pichelli, coautori del saggio "Fidenza in camicia nera", se oggi i fidentini possono guardarsi, magari abbozzando una smorfia, in quello specchio lontano ormai centenario.Al loro il merito e a loro, giustamente, lasciamo l'onore di presentare e proporre la loro fatica. (A.P.)
DI CHE COSA PARLA IL LIBRO
Non è nostalgia, ci mancherebbe altro. È Storia raccontata attraverso tante storie.
Non tutte le camicie erano nere. Le bluse delle Piccole italiane, per esempio, erano bianche. Però tutti vestivano una divisa. Ogni età aveva la propria uniforme fascista. Uniformati nel vestito, nel pensiero e nell’agire. Per amore o per forza. Per conformismo. Per uniformismo. Per non essere emarginati, discriminati o esclusi. Il regime non ammetteva dissidenti, né differenti.
Così fu, a Fidenza come nel resto d’Italia, per più di vent’anni. Tutto il Paese era una caserma. Vinta la prima guerra, il regime voleva farne un’altra e vincere anche quella. Perciò addestrò e manipolò la mente di una generazione, controllandone l’educazione giorno per giorno, dalla culla alla morte in battaglia. E perse tutto. Dal cielo piovvero bombe e gli italiani si ammazzarono tra di loro.
Tutto questo lo raccontiamo, anno per anno, dal 1921 al 1945, dopo aver letto sui giornali fascisti gli articoli riguardanti Fidenza. Che abbiamo trascritto e commentato, affinché, nel nostro piccolo, resti traccia della violenza con cui il fascismo andò al potere e governò, promosse le leggi razziali e aderì alla guerra.
L’unico antidoto per evitare la ricaduta in quegli errori e orrori è la memoria. Se vuoi la pace, racconta e sputtana la guerra, smaschera chi la vuole e chi ne trae profitto. E così scoprirai, cent’anni dopo, le affinità tra il presente e il passato che non passa. Che si ripresenta. Cambiano i colori delle camicie, ma la l’intimo resta nero. Come l’anima di chi lo indossa.
PERCHÉ
Perché Remo Ranieri guidò gli squadristi all’assalto del municipio e costrinse il sindaco socialista Roberto Marchetti alle dimissioni?
Perché il podestà Nino Censi avrebbe demolito la chiesa di santa Maria se il vescovo Fabbrucci non glielo avesse impedito?
Perché il vescovo Mario Vianello benediceva le camicie nere?
Perché non si è mai parlato dell’attentato all’avvocato Nino Denti che, scampato alla conquista dell’Etiopia e alla guerra civile spagnola, fu vittima di un attentato proprio a Fidenza?
Perché la beneficienza fascista fu un colossale imbroglio?
Sono solo alcuni dei tanti enigmi del Ventennio ai quali risponde il libro «Fidenza in camicia nera» di Ivano Sartori e Bruno Pichelli, edito da Nave Corsara.
Delle 92 immagini del libro 25 sono foto d’epoca di Nello Coen, provenienti dalle collezioni di Mario Anselmi e Gianni Aimi.
Presentazione del libro «Fidenza in camicia nera»
Venerdì 19 dicembre ore 18
SALA «IL GIRASOLE»
CIRCOLO CULTURALE RICREATIVO FIDENTINO
via Ariosto 15/A
Seguirà un cameratesco bicchiere in compagnia
«FIDENZA IN CAMICIA NERA» È IN VENDITA QUI

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