La genesi della Diocesi
Papa Clemente VIII con la bolla del 12 febbraio 1601 istituisce la diocesi di Borgo San Donnino, nome attribuito dagli abitanti alla romana Fidentia in onore del Santo patrono e rimasto in vigore dal 923 al 1927. La diocesi nasce in un'epoca di continue tensioni politiche e di profonda crisi della Chiesa segnata da spregiudicati giochi politici e militari e dalla frattura dell'unità religiosa con l'azione di Lutero. All'inizio è soggetta alla Santa Sede; nel 1604 diventa suffraganea dell'arcidiocesi di Bologna e vi rimane fino al 1818 quando ritorna ad essere soggetta alla Santa Sede con il breve di Pio VII, per diventare successivamente suffraganea di Modena.
La lettera papale, interpretando favorevolmente il desiderio di autonomia della Chiesa di Fidenza dalla diocesi di Parma, pone termine ad una situazione che si trascinava da secoli. I primi timidi tentativi si hanno con papa Adriano II con la consegna della mitria e pastorale all'arciprete della Chiesa di San Donnino, riconoscimento confermato nel 1196 da Celestino III. Ottiene privilegi da Alessandro II (1061-1073) e da papa Urbano II che la prende addirittura sotto la sua protezione, ma è solo nel 1413 che viene riconosciuta indipendente da Parma. Nel 1473 trae vantaggio, ma per un periodo di tempo limitato, dal beneficio di Sisto IV che riconosce la Chiesa della città nullius diocesis, di nessuna diocesi, beneficio riconfermato nel 1535 da Paolo III (Alessandro Farnese). Nel 1547 Paolo III rivede la sua decisione e la riporta sotto l'autorità di Parma. Il primo vero passo verso l'indipendenza si ha nel 1553 con il breve di Giulio III per essere poi accordata in via definitiva da Clemente VIII nel 1601 con l'erezione della città a sede episcopale.
Il cammino che ha condotto alla sua creazione ha visto la continua presenza della potente famiglia Farnese che unendo doti di spregiudicatezza politica e capacità militare ha saputo evidenziarsi nella realtà italiana durante il burrascoso periodo che va dal Cinquecento agli inizi del Settecento.
Alcuni anni prima della nascita della diocesi viene conferito a Giovanni Antonio Facchinetti prima l'incarico di governatore pontificio di Parma e canonico del Duomo di Fidenza ed in seguito concessa l'arcipretura si Siccomonte, piccola località a pochi chilometri da Fidenza. Viene eletto papa il 29 ottobre 1591 col nome di Innocenzo IX, ma il suo pontificato è di breve durata; da salute cagionevole, muore infatti dopo due mesi dall'elezione alla cattedra di Pietro.
Nel 1599, alcuni anni dopo l'elezione al soglio pontificio di Ippolito Aldobrandini col nome di Clemente VIII (dal 1592 al 1605), Ranuccio I Farnese ne sposa la nipote Margherita. A distanza di due anni al matrimonio, il 12 febbraio 1601, Clemente VIII con una bolla papale risponde favorevolmente alla richiesta di Ranuccio I e decreta la creazione della diocesi di Fidenza. La richiesta di Ranuccio I che raccoglieva le istanze della popolazione e della Chiesa di Fidenza desiderosa di staccarsi definitivamente dal vescovo di Parma e la risposta immediata del pontefice chiudevano definitivamente un lungo periodo di incertezza.
Con l'istituzione della diocesi inizia il rinnovamento urbano con la costruzione di edifici ancora inseriti nel tessuto della città: nel 1602 la chiesa di San Pietro, il palazzo vescovile nel 1690 distrutto purtroppo durante il bombardamento del 1944, il collegio dei Gesuiti edificato tra il 1697 e il 1711, il collegio delle suore Orsoline nel 1610 e la ricostruzione di parte della chiesa di San Giorgio. Il lavoro ferve anche nel territorio della diocesi: è completata la chiesa di Santa Maria del Gisolo, restaurata la chiesa di San Michele di Roncole, edificate quelle di Cogolonchio e di Chiusa Ferranda.
Il territorio è costituito da una striscia di terra dalla forma quasi semicircolare, situata tra quelle di Parma, Piacenza e, con l'interposizione del fiume Po, Cremona. Da quel lontano giorno i suoi confini hanno subito una piccola variazione nel 1948 quando è stata aggiunta la parrocchia di Castione Marchesi accompagnata dalla cessione della parrocchia di Castellina alla diocesi di Parma e nel 2003 con il passaggio alle diocesi di Parma e Piacenza di piccoli territori sottoposti alla sua giurisdizione e la contemporanea acquisizione di parrocchie appartenenti alle altre due diocesi.
La diocesi è soprattutto una struttura religiosa: non può esistere senza la figura del vescovo in quanto successore degli apostoli. Egli viene inviato nella diocesi avendo ricevuto il potere di insegnare, governare e santificare: il potere di insegnare è il magistero, di santificare è il ministero e di governare è il comando, ma l'incarico gli pone il dovere che diventa obbligo di risiedere nella diocesi, di compiere le visite pastorali in tutti i suoi centri e di mantenere i contatti con la Santa Sede. Il tema del potere del vescovo è stato ripreso durante il Concilio di Trento per contrastare le decisioni della corrente protestante che negava valore alla figura.
Il rinnovamento religioso, in sintonia con le direttive uscite dal Concilio di Trento, inizia già dai primi anni di vita della diocesi: Giovanni Linati, succeduto a Papirio Picedi inviato alla sede di Parma, indice due sinodi, nel 1608 e nel 1615. Un terzo sinodo viene promosso da Alfonso Pozzi, che sostituisce Linati promosso a Piacenza, nel 1624. Altri sinodi sono organizzati nel 1663 da Alessandro Pallavicini e da Niccolò Caranza nel 1697. E' il segno evidente di un profondo desiderio di cambiare un modo di concepire la vita della Chiesa e dentro la Chiesa, l'aspirazione di una comunità ad abbandonare prerogative personali per raggiungere un bene comune, la speranza di una nuova e diversa immagine della Chiesa.
Gherardo Zandemaria è vescovo dal 1719 al 1730. Vista la frequenza di morti per apoplessia aveva eletto a patrono minore della diocesi Sant'Andrea Avellino, colto da morte durante la celebrazione della Messa. L'evento è ricordato dal Tagliasacchi (pittore fidentino 1696-1737, ndr) in un quadro dipinto nel 1731, anno in cui muore Antonio Farnese senza lasciare eredi. Il santo era entrato nei Chierici Regolari Teatini fondati nel 1524 da San Gaetano di Thiene e vescovo di Chieti con l'intento di riformare i costumi del clero e del popolo. Nel 1630 la duchessa Margherita Aldobrandini vedova di Ranuccio I Farnese e nipote di Clemente VIII, invita a Parma i padri Teatini. A quest'ordine entra a far parte nel 1631 all'età di 16 anni Gaetano Garimberti nato a Parma nel 1615. Viene nominato vescovo di Fidenza nel 1675 dopo essere diventato generale dei Teatini.
I segni del lavoro svolto in oltre tre secoli sembrano essersi condensati nella figura di Francesco Giberti di cui è in corso il processo di beatificazione. La semplicità dell'uomo, all'insaputa di tutti giunge tutto solo a Fidenza in treno con una piccola valigia di cartone, e lo slancio verso le persone bisognose che lo avevano portato a privarsi di tutto, sono state una forte testimonianza di vita vissuta interamente nella visione evangelica ancora ben viva nel ricordo delle persone che lo hanno conosciuto.
Dal 1601, anno dell'istituzione della diocesi, ad oggi si sono succeduti 34 vescovi; dal 2007 sulla cattedra siede mons. Carlo Mazza che ha accettato l'onere di reggerla, impegnandosi a proseguire lungo il cammino tracciato dai suoi predecessori e ad aiutare i fedeli nelle sfide che vengono da una società sempre più complessa ed incerta nell'adesione alle semplici espressioni di vita sorrette dagli ideali cristiani.
- Papirio Picedi ' (8 gennaio 1603 - 30 agosto 1606 nominato vescovo di Parma)
- Giovanni Linati ' (4 dicembre 1606 - 9 ottobre 1619 nominato vescovo di Piacenza)
- Alfonso Pozzi ' (1620 - 25 agosto 1626 deceduto)
- Ranuccio Scotti Douglas ' (1627 - 13 marzo 1650 ritirato)
- Filippo Casoni ' (1650 - 22 luglio 1659 deceduto)
- Alessandro Pallavicini, O.S.B. ' (1660 - 25 maggio 1675 deceduto)
- Gaetano Garimberti ' (1675 - 20 marzo 1684 deceduto)
- Nicolò Caranza ' (1686 - 25 novembre 1697 deceduto)
- Giulio Della Rosa ' (1698 - 31 dicembre 1699 deceduto)
- Alessandro Roncovieri ' (1700 - 17 giugno 1711 deceduto)
- Adriano Sermattei ' (1712 - 15 marzo 1719 nominato vescovo di Viterbo e Tuscania)
- Gherardo Zandemaria ' (13 maggio 1719 - 24 dicembre 1731 nominato vescovo di Piacenza)
- Severino Antonio Missini ' (9 giugno 1732 - 20 maggio 1735 deceduto)
- Girolamo Bajardi ' (9 aprile 1753 - 24 agosto 1775 deceduto)
- Alessandro Garimberti, C.R. ' (29 gennaio 1776 - 2 aprile 1813 deceduto)
- Luigi Sanvitale ' (28 luglio 1817 - 21 novembre 1836 nominato vescovo di Piacenza)
- Giovanni Neuschel ' (21 novembre 1836 - 27 gennaio 1843 nominato vescovo di Parma)
- Pier Grisologo Basetti ' (19 giugno 1843 - 6 giugno 1857 deceduto)
- Francesco Benassi ' (20 giugno 1859 - 27 ottobre 1871 nominato vescovo di Guastalla)
- Giuseppe Buscarini ' (24 novembre 1871 - 9 settembre 1872 deceduto)
- Gaetano Camillo Guindani ' (23 dicembre 1872 - 19 settembre 1879 nominato vescovo di Bergamo)
- Vincenzo Manicardi ' (19 settembre 1879 - 7 giugno 1886 nominato vescovo di Reggio Emilia)
- Giovanni Battista Tescari ' (1886 - 8 luglio 1903 deceduto)
- Pietro Terroni ' (1903 - 28 agosto 1907 deceduto)
- Leonida Mapelli ' (14 ottobre 1907 - 21 febbraio 1915 deceduto)
- Giuseppe Fabbrucci ' (6 agosto 1915 - 9 agosto 1930 deceduto)
- Mario Vianello ' (7 marzo 1931 - 11 marzo 1943 nominato arcivescovo di Perugia)
- Francesco Giberti ' (12 maggio 1943 - 19 febbraio 1952 deceduto)
- Paolo Rota ' (28 dicembre 1952 - 31 dicembre 1960 deceduto)
- Guglielmo Bosetti ' (29 marzo 1961 - 1º agosto 1962 deceduto)
- Mario Zanchin ' (30 settembre 1962 - 13 agosto 1988 ritirato)
- Carlo Poggi ' (13 agosto 1988 - 7 settembre 1997 deceduto)
- Maurizio Galli ' (2 aprile 1998 - 30 giugno 2007 ritirato)
- Carlo Mazza, Bergamasco, consacrato il 1 dicembre 2007. Rinuncia il 17 marzo 2017
- Ovidio Vezzoli, Bresciano, ordinato Vescovo il 2 luglio 2017.
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Ha fatto bene Ambrogio a ricordare questa ricorrenza, appositamente dimenticata da chi di dovere,che negli ultimi anni più che valorizzare la diocesi l'ha "impoverita" basterebbe leggere un vecchio opuscolo di Fidenza (non ricordo il nome) per farsi un'idea di come all'epoca è stata dura avere una diocesi incastrata tra Piacenza e Parma,una diocesi e una città con le ossa del martire custodite nella cattedrale, bisognerebbe ricordare questa data non solo ogni dieci anni ma ogni anno.
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