Amore e Baby talk
Quando ci innamoriamo, diventiamo tutti un po’ più sciocchini del solito, persino un po' rincoglioniti. Come se fossimo ancora bambini, inventiamo i nomignoli più strampalati per il partner. Passerotto, orsacchiotto, maialino, cucciolotto, pulcino, cangurino, armadillo, scoiattolino, paperina, topina, pulce, farfallina, cerbiattina, tartarughina, e così via. Tutti pronunciati con espressione un po' ebete e labbruzze a culo di gallina.
Il loro impiego tra innamorati aiuterebbe a rendere la coppia più solida e più felice, in quanto favorisce l'intimità e crea una connessione emotiva.
Il cosiddetto Baby talk è usato molto dalle madri di tutto il mondo, per cui il suo uso tra partners sottende un ritorno all'infanzia e al primo amore, la mammina. Così facendo, colmiamo pure il nostro bisogno di giocare anche da adulti.
Non preoccupiamoci dunque di dare o ricevere un soprannome sdolcinato dal partner. Basta non esagerare in pubblico, ovviamente. Alcune coppie, invece, utilizzano questi vezzeggiativi anche davanti a tutti, tra l'imbarazzo generale.
Solo tra di noi, quindi, riempiamoci pure di appellativi sdolcinati, da coma diabetico. Sono nomi sciocchi, ammettiamolo pure, alcuni sono davvero patetici, e molti provengono direttamente dal vocabolario del mondo animale, vegetale o gastronomico. Pasticcino, miciotta, verdurina...
Gli appellativi più sono improbabili e incomprensibili alle orecchie altrui, più aumentano la complicità tra partners.
A volte, però, i nomignoli sono usati per imporre un potere maschilista sulle donne. Chiamare una cameriera Cara o Tesoro, è un modo per sottolineare la sua condizione di subordinata.
Così come rivolgersi alle colleghe in ufficio con ragazze, cocche. bimbe. C’è un enorme potere insito certi nomi assegnati alle persone: quando chi li sceglie lo fa per ostentare una presunta superiorità di genere, i soprannomi danno molto fastidio.
Franco Bifani
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