L’urbanizzazione di Fidenza verso ovest, oltre il torrente Stirone, ha avuto un’accelerazione indotta dalla nuova viabilità che ha liberato dal traffico pesante un lungo tratto della via Emilia. Ai primi insediamenti di natura artigianale e produttiva nella zona di Fornio e di Rimale si aggiungono ora costruzioni residenziali già in fase di avanzata realizzazione e aree abbandonate dalle coltivazioni pronte per nuovi insediamenti.
L’area su cui si concentra attualmente l’attività edificatoria, è quella dell’ex albergo Pinguino: il vecchio stabile è stato letteralmente ingoiato dai nuovi mastodontici edifici. Difficile intravedere un assetto organico del comparto che possa qualificarlo come quartiere, la chiusura poi del passaggio a livello ferroviario ha tolto ogni collegamento con l’area a nord della ferrovia già da tempo urbanizzata e ora abbandonata a se stessa.
La mancanza di un sottopasso che ricucia Fidenza alla Bassa, a cominciare da Castione e Busseto, si aggiunge alle fastidiose complicazioni che si sono create in direzione di Bastelli e Chiusa.
È la conseguenza di una pianificazione territoriale carente, in linea con la cronica disattenzione del Comune verso le frazioni e gli agglomerati più periferici. Non bastano le sparate propagandistiche sui comprensori (ieri) e le terre verdiane (oggi) se non si sa tenere unito neppure il proprio territorio.
Gli interessi ormai sono tutti concentrati su San Michele Campagna con il suo outlet, il suo Village, la sua Città del Gusto, il prossimo Iper, e la fase due e tre e quattro dell’Unieco. D’altra parte non è qui, a San Michele Campagna, che nascono le sponsorizzazioni? Non ci sono che vantaggi ai singoli, i soliti pochi, e qualcosa per la comunità.
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