mercoledì 27 giugno 2012

Zu 'l man däi mûr del Cäbariöl!

9 commenti:



1° Zu 'l man däi mûr del Cäbariöl!
2° I mûr del Cäbariöl is tùcän mîa!
3° Prìma che scarpèr-via un mûr del Cäbariöl, m'i da scarpèr-via la testa a me.

lunedì 25 giugno 2012

L'assalto alla collina di Cabriolo

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In questa mappa è rappresentata l'iniziativa di urbanizzazione in località Cabriolo che snaturerà per sempre questo luogo anticamera dell'antica memoria. Il rifacimento della casa colonica esistente e la costruzione di cinque immobili formeranno il nucleo principale. Come prassi consolidata nel nostro Comune (vedi Mulino Battioni) la volumetria per queste ultime verrà trasferita da una porcilaia dismessa situata in altra località. La mappa fa intravedere un percorso con una rotatoria da un lato ed un parcheggio dall'altro, ma dove vogliono arrivare non è certo questa mappa a dircelo.

domenica 24 giugno 2012

Fidenza: come uscire dalla tela del ragno

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Una pausa di riflessione è quanto di meglio necessiti l'urbanistica fidentina: congelare alcuni progetti, rivederne altri, fare un quadro conoscitivo serio del costruito, dei lavori fermi per mancanza di fondi, delle iniziative senza inizio. Nel frattempo concentrare le risorse sul PSC e gli altri strumenti urbanistici diventa imperativo. 

giovedì 21 giugno 2012

3.000.000 di euroragioni per fare il Parco Acquatico

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Come si può rinunciare a 50.000.000 di Euro? 
Questa è la stata la prima reazione alla notizia ed il destino della nostra piscina storica, prima DUX oggi Guatelli, è probabilmente segnato. 
Preannunciato da mesi il progetto del parco acquatico da realizzarsi a ridosso dei centri commerciali di San Michele Campagna a Fidenza è sulla dirittura d'arrivo o almeno sembra, c'è chi lo mette in dubbio e legge la notizia come un tentativo di distogliere l'attenzione dei cittadini su qualche altra operazione. Ci chiediamo quale, forse la cementificazione dell'ex Foro Boario dove pende il progetto di realizzare una struttura commerciale al posto del trasferendo istituto di agraria Solari e del parcheggio che insiste nell'area dell'attuale parcheggio, ma è solo una pura congettura che verrà confermata dai fatti. 

lunedì 18 giugno 2012

Soluzioni di scambio: Solari V/S Terragli 2, ecco come funziona questa città.

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A sinistra il progetto Solari, i blu l'area parcheggio e quindi il Cimitero.
E' anche rappresentata la nuova viabilità in corso di realizzazione con due nuove rotonde.

Con un comunicato  pubblicato oggi sul blog parmense Parmadaily.it il PdL di Fidenza interviene sul problema della localizzazione della nuova sede della scuola Solari che dovrebbe traslocare dai locali di Via Cornini Malpeli per portarsi in Via Croce Rossa di fronte al maxi-parcheggio cittadino confinante con le mura del Cimitero.
A spingere una diversa soluzione è dunque sceso in campo il PdL che, ricordiamolo, sostiene la giunta attuale del Sindaco Mario Cantini. Il Sindaco da parte sua è intenzionato a portare avanti il progetto, ereditato dalla precedente amministrazione,  senza tener conto delle critiche di parte della sua maggioranza.

domenica 17 giugno 2012

Il Risveglio per il tricentenario della canonizzazione di S. Andrea Avellino, compatrono della Diocesi

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Dipinto settecentesco conservato presso la chiesa dei Cappuccini di Fidenza

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Opera attribuita al Formaiaroli, potrebbe essere opera di Dal Verme
E’ un omaggio all’Ordine dei Serviti la tela che si trova presso la
 chiesa dei Cappuccini


Prima delle soppressioni napoleoniche del 1805, che determinarono l'allontanamento dei monaci e il conseguente esproprio di chiese e conventi, l'Ordine dei Servi di Maria era ampiamente rappresentato nel nostro territorio dagli insediamenti di Salsomaggiore, Soragna e, a partire dal 1790, anche a Borgo San Donnino. 
Quest'ultima comunità ebbe quindi vita brevissima e le sue tracce architettoniche si confondono nell'eclettica struttura dell'ex palazzo Gonzaga (ora di proprietà della famiglia Menzani) in via Gramsci, complesso che nel corso dell'Ottocento ha inglobato le parti superstiti dell'ex convento e della piccola chiesa a pianta centrale dedicata a San Ferdinando.
Ma sono ancora una volta le arti figurative a proporci le testimonianze più eloquenti.
Come il dipinto settecentesco (vedi foto), conservato presso la chiesa dei Cappuccini di Fidenza, sicuramente di provenienza dalle chiese dei Serviti di Fidenza o di Salsomaggiore. indicata dalla "Guida artistica del Parmense" come opera affine ai modi del Formaiaroli la tela, esposta sulla controfacciata a sinistra, è descritta impropriamente come la Vergine che dona l'abito ai sette fondatori dell'ordine dei Cappuccini. Se non c'è motivo di dubitare sull'attribuzione al pittore fidentino, (ma mancano riscontri obbiettivi), la descrizione del quadro proposta da G. Godi e G. Cirillo è senz' altro da rigettare.
Il soggetto del dipinto rientra infatti nella più tipica tradizione iconografica dei Servi di Maria, con i famosi sette santi fondatori, rarissimo o forse unico caso nella storia della Chiesa di canonizzazione collettiva, riguardante cioè non i singoli individui ma un intero gruppo. Appunto i sette laici, mercanti di lana fiorentini che, intorno al 1230, si ritirano sul monte Senario per avviare una nuova esperienza di vita comune ispirata al Vangelo e alla regola di s. Agostino. Chiamati dapprima Frati Servi della Beata Vergine Maria, diedero origine al nuovo ordine religioso e la loro ricorrenza liturgica è fissata dal calendario romano il 17 febbraio.
Il pittore, probabilmente il Formaiaroli, (ma non sarebbe da escludere la mano di Dal Verme, che sappiamo aver lavorato per i Serviti di Borgo), si rifà a un modello tradizionale che risale al Cinquecento: la Madonna attorniata, in un chiarore di nubi, da angeli che innalzano la croce e i simboli della Passione, porge lo scapolare nero ai sette frati inginocchiati sul monte Senario; un angelo, a sinistra di Maria, addita le pagine del libro della regola, che reca impresso il simbolo dei Serviti, con le lettere S e M intrecciate e sormontate da una corona. 
Elemento essenziale della vita dell'ordine, oltre a una radicale scelta di povertà evangelica e di servizio al prossimo, è infatti la dedizione totale alla beata Vergine, invocata come "speciale rifugio, madre singolare e propria Signora" dei Servi. Alla loro particolare devozione verso la Vergine Addolorata si ricollega inoltre il simbolismo dell'abito nero, "abito di vedovanza" della Vergine come lo chiama s. Filippo Benizzi che, insieme a s. Pellegrino Laziosi, s. Giuliana Falconieri e, nel secolo X1X, s.Clelia Barbieri, è una delle figure più rappresentative, tra la folta schiera di santi e beati che l'Ordine dei Servi ha donato nel corso dei secoli alla Chiesa
Guglielmo Ponzi


mercoledì 13 giugno 2012

Vincenzo Pincolini parla di sport e non solo

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Cronaca dell'appuntamento di lunedì 11 giugno, promosso dalla Amministrazione Comunale e dall’Associazione Amici dello sport agli appassionati fidentini di sport, al Palasport di Fidenza nei video e nelle note di Gabriele Majo, direttore di www.stadiotardini.com.


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Al Palasport Luigi Pratizzoli omaggio alla Fulgor Fidenza 1967-68, terza ai Campionati assoluti di pallacanestro e dibattito -- moderato dal giornalista Rai Luca Ponzi -- sul futuro dello sport, opportunità e criticità, con il sindaco del comune borghigiano Mario Cantini, l'assessore allo sport Giuseppe Pantano, e le guest star Pier Luigi Marzorati (Presidente Comitato CONI Lombardia ed ex nazionale di Pallacanestro), Eddy Ottoz (ex nazionale di Atletica Leggera) e Vincenzo Pincolini (preparatore atletico Dinamo Kiev, già al Parma e in azzurro). 

martedì 12 giugno 2012

Luca Ponzi, tra l'omaggio alla Fulgor Fidenza e i servizi dalle zone terremotate

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WWW.STADIOTARDINI.COM - lunedì 11 giugno 2012

LUCA PONZI, TRA L'OMAGGIO ALLA FULGOR FIDENZA E I SERVIZI DALLE ZONE TERREMOTATE: "QUANDO MI E' CROLLATO ALLE SPALLE IL MUNICIPIO DI SANT'AGOSTINO HO AVUTO PAURA, SAREI BUGIARDO SE NON LO AMMETTESSI. IL SECONDO PENSIERO ERA SU COME GESTIRE AL MEGLIO LA SITUAZIONE"



Intervista di Gabriele Majo al giornalista della Rai, che durante l'edizione straordinaria del TG 2 alle 15.18 del 20 maggio 2012, ha documentato in diretta il crollo del Palazzo Municipale a causa della seconda grave scossa di terremoto (magnitudo 5.1), dopo quella della notte (5.9 delle 4.04). Riflessioni sull'importanza del servizio pubblico e il distinguo dalla cosiddetta "Tv del dolore": "Noi dei TG stiamo facendo il gioco di quella gente: io ho una postazione da 10 giorni a San Felice sul Panaro e la gente passa, mi ringrazia, mi porta una bottiglia di vino fresco o il caffè ai miei collaboratori, perché sanno benissimo che noi, raccontando le loro storie, facciamo sì che non vengano dimenticati. Poi c'è la Tv del dolore -- a partire da Vespa per proseguire con le trasmissioni del pomeriggio -- che fanno un altro mestiere..."


L'INVIATO RAI LUCA PONZI RICEVE UN OMAGGIO DOPO AVER MODERATO DIBATTITO FULGOR FIDENZA (VIDEO AMATORIALE DI WWW.STADIOTARDINI.COM)

venerdì 8 giugno 2012

Sperimentazioni per stoccaggio di gas nel sottosuolo

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http://www.aleannaresources.com/molino
Il post pubblicato dal "blog fidentino" getta acqua sul fuoco delle polemiche legate al legame tra ricerche nel sottosuolo e terremoti. In effetti, fin dai tempi dei maya, a fronte di una ipotesi le smentite e le contro smentite fanno parte del quotidiano. Segnalo questo messaggio pervenutomi (vedi trascrizione più sotto). In questo caso l'aspetto più inquietante è che tutti riferimenti web in esso contenuti sono stati prontamente rimossi, ho salvato una pagina illustrativa che vi propongo sopra. La ditta AleAnna Resources è la titolare del permesso di ricerca nella vicina zona di Cortemaggiore. 

giovedì 7 giugno 2012

Pensiero debole di Franco Bifani

2 commenti:

Una rara apparizione di Franco Bifani, il secondo da sinistra, in centro


Onesti, umili e modesti, ma anche potenti!

Terremoto: come portarselo a casa

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" lo sfruttamento della pressione di un fluido, in genere acqua, per creare e poi propagare una frattura in uno strato roccioso. La fratturazione, detta in inglese frack job, viene iniziata da una trivellazione eseguita in una formazione di rocce petrolifere, per aumentare l'estrazione e il tasso di recupero del petrolio e del gas naturale contenuti nel giacimento."  Read more: http://eclissidelmondo.blogspot.com


Il nostro caso

Ex Foro Boario: se lo mangiano! Ecco il Progetto

2 commenti:

Prima ancora di completare la prima fase i "Nuovi Terragli" raddoppiano. A farne le spese l'area una volta occupata dal Foro Boario ed ora adibita in parte a parcheggio e per il restante dai fabbricati della scuola di agraria Solari. 

mercoledì 6 giugno 2012

Terremoto in Emilia Romagna: articolo inquietante

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Molto inquietante . Avranno o no iniziato le perforazioni? Una donna due o tre giorni fa per TV a "Porta a porta" aveva segnalato lo scoppio di cariche nella sua zona (Mirandola) . La verità quale sarà?
GF


Proponiamo sotto l'articolo tratto dal blog "il post viola":

"Corte del recupero" di Castione: aggiornamenti

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Riceviamo dalla rete "Salviamo il Paesaggio" alcune note di aggiornamento della complessa vicenda che ha visto in prima linea gli abitanti della frazione. quest blog ha dedicato all'argomento alcuni post .

lunedì 4 giugno 2012

Borgo San Donnino ed il terremoto: una pagina dedicata

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"Poco più di quattro mesi fa, alle 9 di mattina del 25 gennaio 2012,  la Rete Sismica Nazionale dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) registrava un terremoto che, data la sua discreta profondità ipocentrale (33.2 km), è stato avvertito in una vasta area dell’Italia centro settentrionale. Il terremoto di cui parliamo ha avuto origine a mezza strada tra due località che – per quanto se ne sa attualmente –  segnano il limite estremo raggiunto dalla devozione per sant’Emidio in Emilia Romagna: Correggio (RE), che è stata oggetto di un recentissimo post,  e Fidenza (PR)."

domenica 3 giugno 2012

Terremoto: un video particolarmente apprezzato

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Il video da me elaborato e pubblicato su YouTube ha avuto un significativo numero di accessi ed alcuni commenti significativi che propongo alla vostra attenzione:

Verde pubblico a Fidenza: bugie.

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"6) Infine una nota di colore: il territorio Fidentino ha un rapporto di estensione verde per cittadino superiore a quello della verdissima città di Bolzano."

sabato 2 giugno 2012

Il pittore Carlo Angelo Dalverme (1748-1826)

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Iconografia del Sacro Cuore
Non solo statue e immagini devozionali ma anche importanti quadri d’autore testimoniano la diffusione del culto al Sacro Cuore nella città e diocesi di san Donnino. 
Si tratta di una devozione antica, che risale al lontano medioevo, ma le raffigurazioni del Sacro Cuore Gesù hanno conosciuto una straordinaria fioritura, soprattutto a partire dal Settecento, dopo  la pubblicazione (1682) dei diari di Margherita Alacoque, che contengono le rivelazioni concesse alla santa durante l’adorazione al Santissimo Sacramento,  nella  cappella del convento delle Visitandine di Paray le Monial. 
Le immagini di Cristo che mostra un cuore di carne, traducono, sotto forma simbolica (ma anche realistica se si considera la perfetta ricostruzione anatomica dell’organo vitale), l’essenza di uno stupefacente messaggio di amore: l’amore palpitante di Dio per ogni creatura, alla quale chiede incessantemente di accostarsi fiduciosa alla fonte della sua inesauribile misericordia, appunto il cuore che in tutte le tradizioni religiose rappresenta il centro fisico e spirituale dell’essere. Negli scritti di suor Margherita, raccolti e ordinati dal suo confessore, il gesuita san Claudio La Colombière, tale offerta d’amore  si collega esplicitamente al segno tangibile del pane e del vino, che sull’altare diventano il corpo e il sangue del Signore, donato quale nutrimento per le anime.
Nel campo dell’arte locale, un fedele interprete di questa spiritualità che attinge alle “imperscrutabili ricchezze”del Cuore di Gesù, è  il pittore Carlo Angelo Dalverme (1748-1826), che ha affrontato più volte il non facile soggetto. Tra queste opere, va senz’altro segnalato un quadretto eseguito nel 1819 su commissione del  parroco di Cabriolo, e ora presso la chiesa di Tabiano. L’iconografia è quella tradizionale e l’immagine, particolarmente accurata e intensa, sembra voler riproporre  le parole iniziali pronunciate  da Gesù stesso durante la prima apparizione: “Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini …”.
Di maggiore interesse sul piano documentario, in quanto si riallaccia alle prime manifestazioni fidentine del culto, è invece una  seconda più antica tela recentemente attribuita al Dalverme ( ma non si tratta, come sostiene A.Leandri  del piccolo ovale dipinto nel 1789 per il predicatore Severino Ferloni) di cui è  accertata la provenienza  dalla cappella dedicata al Sacro Cuore, fatta costruire  dal vescovo Alessandro  Garimberti (1776-1813),   sull’arcone del portale sinistro del Duomo. Il vano era collegato al palazzo vescovile da un corridoio, che intersecava orizzontalmente  la torre delle cicogne. Dalla finestra di questa cappella, protetto da una grata, il vescovo poteva affacciarsi  in ogni ora del giorno e della notte per adorare il Santissimo Sacramento, presente nel tabernacolo dell’altare in fondo alla navata. Dell’antico presidio eucaristico di monsignor Garimberti, oltre all’opera del Dalverme, restano oggi solo alcune tracce di decorazioni all’interno della torre, ma il valore della sua iniziativa è riconosciuto, già nel 1799, da un atto ufficiale di Papa Pio VI.
Come si può vedere, l’artista fidentino si è ispirato per entrambi  i dipinti ai modelli  tradizionali, che hanno come riferimento il celeberrimo Sacro Cuore di Pompeo Batoni (1760), conservato presso la chiesa romana del Gesù e riprodotto in milioni di esemplari, attraverso immagini oleografiche e santini. 
Si discosta invece da questi schemi pietistici, il Sacro Cuore esistente presso il Museo del Duomo. La piccola pala, un vero e proprio capolavoro, forse meglio definibile come Sacro Cuore Eucaristico, apparteneva alla sala capitolare della Cattedrale, ma non si hanno notizie attendibili sulla sua collocazione originaria 
Il recente restauro, eseguito da Francesca Ghizzoni, ne ha esaltato l’altissima qualità, che rivela il linguaggio  colto e raffinato di uno dei principali esponenti  del Settecento emiliano. L’attribuzione, avanzata a suo tempo da Eugenio Riccomini e confermata dalla critica più recente, ci conduce infatti direttamente all’atelier bolognese di Gaetano Gandolfi (1734-1802), che col fratello Ubaldo e il figlio Mauro costituisce una splendida triade di pittori, che onora non solo la città delle due torri ma tutta  l’arte italiana. Ammiratissimi, in particolare nei paesi di cultura anglosassone, i Gandolfi sono stati ampiamente studiati, mentre le loro opere, esposte nei principali musei e collezioni del mondo, risultano in gran parte censite. 
 Per stile e soggetto, il prezioso dipinto è accostabile alla pala d’altare, realizzata da Gaetano nel 1801  per la parrocchiale di CastelGuelfo di Bologna; ma come sostiene Gianpaolo Gregori nel catalogo del Museo, la tela fidentina potrebbe essere anteriore di qualche anno, senza  però escludere, a mio avviso, anche il  concorso del figlio Mauro, della cui collaborazione  Gaetano spesso si avvaleva per far fronte alle tante richieste, essendo letteralmente subissato di incarichi. 
Ma al di là dei complessi problemi attributivi, l’elemento di maggiore interesse  è dato  dall’iconografia molto suggestiva. Decisamente  insolita è infatti la  rappresentazione di Gesù che, mentre indica con la mano destra il cuore lacerato, con la sinistra eleva il calice,  su cui splende l’ostia consacrata: è la stessa  attitudine che assume il sacerdote nel momento culminante della celebrazione della Santa Messa. 
Rinunciando alle collaudate formule devozionali, il pittore bolognese  ha dunque inteso ribadire   il legame strettissimo che unisce la devozione al Sacro Cuore al mistero eucaristico, mostrando in questo modo di saper cogliere la vera essenza di un  messaggio incentrato essenzialmente  sulla persona di Cristo e  sulla sua presenza sacramentale e non su un astratto o sdolcinato concetto di amore.  La figura del Salvatore, affiancata da due luminosi cherubini ( uno guarda adorante Cristo, l’altro l’ostia), sembra  scaturire  dallo splendido contrasto tra il rosso acceso della tunica e il blu del manto, colori, di impronta veneziana, che richiamano significativamente la sua natura umana e  divina. 
Il volto di Cristo si caratterizza per una composta bellezza dai tratti classicheggianti. I lineamenti armoniosi sono inoltre valorizzati da una fluente chioma, con i capelli biondi e inanellati, che cadono sulle spalle, mentre lo sguardo è intensamente  rivolto al calice ( essenziale nella forma e nella decorazione neoclassica a baccelli)  e all’ostia, che reca impresso un motivo a filigrana: un piccolo  particolare, quest’ultimo, che rivela  uno scrupolo e una finezza quasi da  miniaturista. 
Allo stesso modo, nel perfetto modulare dei gesti, la mano destra di Gesù tende a indirizzare l’occhio dell’osservatore verso il cuore, descritto nella sua verità anatomica, segnato dallo squarcio della lancia, avvolto e sormontato dalla corona di spine e dalla croce: un cuore ardente, dal quale, come ha visto la mistica suor Margherita,  si dipartono le fiamme  in  forma di raggiera. 
L’associazione tra il Cuore di Gesù e il calice eucaristico, suggerita dal Gandolfi, diventa più convincente, se si considera, come si è detto, che le visioni avvengono sempre  innanzi al Santissimo Sacramento, di venerdì, e hanno inizio il 27 dicembre 1673 festa di san Giovanni Evangelista.  In quella circostanza Gesù invita Margherita a prendere  il posto occupato durante l’Ultima Cena dall’apostolo  prediletto che  ebbe il privilegio di posare fisicamente  il capo sul petto e quindi sul cuore  del Signore, nel momento stesso in cui venne istituita l’Eucarestia.

Guglielmo Ponzi        (Dal settimanale diocesano  il Risveglio)

Terremoto: alcuni servizi su RaiNews

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