Scendendo dalle scale poste ai lati della scalinata della navata centrale si entra nella cripta del duomo. Un tempietto a tre navate che accoglie le spoglie di San Donnino e che posa su una superficie già interessata da precedenti costruzioni sui resti del tempio primitivo. Sono visibili tracce di questo tempio primitivo nel pavimento della cripta. Ampliamenti e modifiche vengono fatte risalire alla regina Teodolinda nel 604 e poi a Carlo Magno.
Nel 917 il vescovo di Parma Elbungo dona per testamento dieci libbre d'argento "ad absidem restaurandam" e questo lascia supporre che anche la cripta, annessa all'abside, necessitasse di cure.
Il corpo del martire venne deposto in questa Cripta nel 1207 protetto da un sarcofago del III secolo. Nel 1488 la cripta fu arricchita da un'arca con bassorilievi che figurano momenti della storia di San Donnino e una statua del santo posta sulla cima tronca. Il nome dell'autore, di scuola lombarda, non è noto. Nel 1853 le reliquie del Santo furono rimosse dal sarcofago e poste in un'urna, poi rinnovata con l'attuale del 1932 restaurata negli anni ottanta. La decorazione delle volte e la pavimentazione sono da ascriversi all'intervento manutentivo e di restauro del 1924.
Sempre negli anni ottanta notevoli lavori hanno interessato il duomo apportando modifiche importanti quanto sciagurate. Ci atteniamo, per ora, alla cripta che ha mutato fisionomia: sono state praticate due aperture laterali che hanno poi portato alla scoperta ed al parziale utilizzo di strutture precedenti. Nell'apertura di destra è poi stata collocata l'arca di San Donnino rimossa dall'altare resa così "puro reperto storico-artistico" a valenza turistica! L'antico sarcofago in pietra è stato addirittura collocato in altra chiesa oggi sconsacrata. Lo troviamo infatti nella Chiesa di San Giorgio sistemato in modo assolutamente inappropriato. Nell'apertura di sinistra, di misure più contenute, è riposta una statua lignea del santo come richiamo devozionale.
L'immagine ci presenta la cripta dopo i lavori del 1924 consistenti nel rifacimento della pavimentazione, nel rappezzamento e pulitura delle pareti e nella decorazione delle volte, questa dovuta all'opera di Govi Alessandro di Reggio Emilia.
L'arca di san Donnino rimossa dall'altare e risistemata in uno spazio creato sulla parete di destra della cripta
Il sarcofago di San Donnino del III secolo parcheggiato nell'ex-chiesa di San Giorgio
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