Quando l'incompetenza e l'approssimazione da una parte e la voglia di ottenere soddisfazione politica si confrontano nelle sedi decisionali chi ne esce veramente sconfitto non è l'una o l'altra parte ma l'interesse cittadino. Il parere legale inseguito ormai da mesi e relativo alla regolarità della rinegoziazione con ente attuatore degli accordi, promossa dalla nuova giunta e gestita dal responsabile dell'Ufficio Tecnico Comunale architetto Gilioli, ha portato alla "revoca" della delibera di Giunta Comunale n° 18 del 28 gennaio 2010.
Da quel che è dato di capire dalla delibera N° 155 del 27 Luglio 2010 il parere legale era tutt'altro che di facile comprensione e ci si è dovuti districare tra "ex-nunc" ed "ex-tunc" prima di arrivare alla conclusione che ricorrendo al più comprensibile termine "revoca", e così si è proceduto.
Il dispositivo della delibera è pertanto il seguente:
- Di annullare con effetto ex tunc la propria deliberazione n. 18 del 28 gennaio 2010, esecutiva;
- Di dare atto che restano in vigore tutti gli atti precedenti e che disciplinavano il Piano Particolareggiato sull’isolato dell’ex Forno comunale;
- Di dare mandato al dirigente del settore UTC Assetto del Territorio di proseguire nell’iter conseguente agli atti precedentemente assunti e tuttora in vigore."
E' quello che l'opposizione chiedeva denunciando un sostanziale cambiamento del bando di gara rispetto a quello approvato con delibera consiliare dalla passata amministrazione. Pertanto per l'opposizione l'intera materia doveva essere oggetto di nuova discussione e delibera.
La maggioranza a questo punto ha dovuto ripiegare incassando una sconfitta. In una diversa situazione di tipo privatistico in cui "chi paga" per l'errore è il cittadino avremmo assistito a cambiamenti di organigramma, ma qui siamo nel pubblico.
Dal punto di vista dei contenuti la soluzione che la delibera revocata prospettava era migliore di quella precedente riservando adeguate risorse alla tutela del patrimonio storico e culturale e, d'altro lato, prospettava per Piazza Verdi un assetto diverso dall'assurdità di un arredo urbano cementificato e banalizzato come, purtroppo, già sperimentato il altre parti della città.
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