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lunedì 15 agosto 2016

Cronomania


"Cronomania" un articolo di Franco Bifani

Io consulto spesso l'orologio, dove, inesorabili ed infaticabili, le lancette avanzano verso nuovi lidi temporali.

Possiedo una dozzina di orologi da polso; non guardo al marchio di fabbrica, anche perché certi prodotti elvetici raggiungono prezzi stratosferici, mentre io posso solo volare a poche centinaia di metri, e di Euro, dal suolo. Preferisco gli orologi analogici, classici, con il quadrante tondo  dei secondi, in basso; se poi hanno le ore con i numeri romani, ancora meglio. Evito i cronografi e non guardo mai il datario, poiché confondo regolarmente i giorni della settimana.  
In casa, tengo sette segna-tempo, tra orologi a parete e radio-sveglie; anche oggi, come ogni mattina, ho fatto la ronda, per casa,  a regolarli, dato che li voglio tutti perfettamente sincronizzati.
Encore une fois, sempre oggi, mi sono soffermato dinnanzi all'ennesima vetrina, con orologi in esposizione; in estasi mistica, li ho esaminati, uno ad uno, mentre segnavano, imperturbabili ed alacri, il trascorrere del Tempo e lo trascinavano seco. Come sempre, ho parlato con loro, ed essi si sono degnati di rispondermi, in un intenso dialogo surreale.
Mi hanno sussurrato delle vicende e del percorso infinito del Cosmo, in un'Eternità immutabile; ed ognuno di essi mormorava il racconto sommesso di chi ne ha assemblato i mirabili congegni, con infinita pazienza. Da sotto i vetri di zaffiro, tra i meccanismi invisibili, tra diapason, rotelline, molle ed ingranaggi minuscoli, si celano i Signori di Kronos, che vestono il Tempo in oro e acciaio, a regolarne il moto costante.  
Tornato a sdraiarmi sul divano di casa, ancora una volta, avrei voluto invertire il moto delle lancette, per  ritornare a momenti remoti, ormai fossili e reliquie temporali del mio vivere trascorso, tra nebule di sentimenti ed emozioni, ridotti a flebili bagliori di lucciole esauste.
Australopitecus Biffus
Oggi ancora, sono scivolato entro in una bolla spazio-temporale, fuori dal triste e tristo mondo quotidiano, e ho percorso, come crononauta, un fantastico tragitto verso un remoto, arcaico passato. Non verso un futuro, che so bene ridotto, alla mia età, ad un segmento sempre più breve, misurato, inesorabilmente, su tutti i miei tanti orologi.
Mi sono ritrovato a sciaguattare, a mezza gamba, in una laguna primordiale, di miliardi di anni orsono, tra festanti protocellule bifaniche, che mi scodinzolavano attorno; poi, ho voluto incontrare quel mio piccolo, gracile antenato, nella savana di milioni di anni fa, un Australopitecus Biffus,.
Era intento a figgere lo sguardo ansioso, come me, come tutti noi, verso un orizzonte incerto;  ma non aveva un orologio da consultare, non da taschino -non avendo un panciotto-, ma nemmeno da polso, da appendere, poi, ad un ramo d'acacia.
Franco Bifani





2 commenti:

  1. Biffino, dicci un po' di che cosa avete parlato tu ed il tuo antenato. O non ti ha neppure visto?

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    1. Clary, mi ha squadrato a basso all'alto, ha dato un occhiata all'orologio che avevo al polso, poi si è voltato dall'altra parte, con aria disgustata, perché non era un Patek Philippe, quello che costa 4 milioni di $.

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