Presso la sede dell'Associazione Reduci di Piazza Pontida Gino Narseti ha rivolto ai reduci presenti, ai rappresentanti delle associazioni combattentistiche e alle autorità gli auguri d'inizio anno. Poche parole e molti ricordi un periodo ormai lontano ma sempre vivo nella memoria. Sembra che il tempo sia ancora fermo a quel triste 8 settembre 1943 in quei racconti che parlano del commilitone fucilato cento metri più in la o del giorno dopo, il 9 settembre, col sacrificio dei carristi.
C'è ancora chi si domanda che cosa sia veramente successo in quel giorno in cui lui fu preso e portato in Polonia o in Germania a lavoro coatto. Oggi queste commemorazioni sono l'occasione per ricordare, ma, a proposito di commemorazioni, c'è chi vorrebbe una celebrazione della ricorrenza del 8 settembre non inquinata da altre presenze che, tardivamente, si sono accorte che c'erano anche loro i reduci ed i combattenti nell'Italia del dopoguerra. Alla fine sono prevalsi gli auguri. L'Amministrazione era rappresentata dal Vicesindaco Stefano Tanzi e dagli assessori Marilena Pinazzini e Giuseppe Comerci. Un modo appropriato per iniziare l'anno del centocinquantesimo dell'Unità d'Italia in quelle stanze in cui il tricolore è ancora la Patria e l'inno nazionale è un inno non una suoneria. Un augurio particolare al decano dei reduci presenti, Ametrano Antonio, classe 1914 se non sbaglio.
Tre di questi reduci quest'anno, anzi in questo mese di gennaio, riceveranno la Medaglia d'Onore del Presidente della Repubblica come riconoscimento del periodo di prigionia
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