La facciata della cattedrale conserva immutata nella pietra la sua bellezza e la sua teologica significanza, non altrettanto si può dire dell'interno del duomo dove ogni prelato ed ogni parroco ha voluto lasciare i segni del suo passaggio.
Se si escludono le fondamentali innovazioni del cinquecento, innescate dalla farnesiana promozione a Cattedrale e dall'adeguamento ai dettami controriformistici, tutto il resto è frutto di più estemporanee iniziative giustificate talvolta da cambiamenti nella liturgia, ma, nella maggior parte dei casi, da sopravvenute devozioni.
La cortesia di Umberto Battini da Calendasco, che mi ha inviato una rara e bellissima "foto d'epoca", anno 1932, permette di soffermarci sulla cappella del Santissimo e di compararla con una più recente immagine fotografica.
Umberto ci regala anche la sua lettura che trascrivo: "era completamente diversa infatti ricordo che don Claudio mi parlava sia della porta che dell'occhio di pavone in alto".
In effetti è proprio così. Per quanto riguarda gli altri cambiamenti intervenuti nelle parti mobili e in quelle lignee non ci soffermiamo, la volatilità delle scelte rende presto obsoleto ogni nostro tentativo di comprensione.
Foto preziosissima!!! Grazie al signor Umberto Battini che ricordo con piacere. Ma se non fosse per la balaustra, non la riconoscerei...
RispondiEliminaLeggo e trascrivo dal Risveglio- 13 aprile 1974- Storia segreta della Cattedrale, Don Amos Aimi.
RispondiElimina1802- Lavori nella Cappella del SS.mo
"Si fa un nuovo altare e tabernacolo su disegno dell'arch. Angelo Rasoni di Parma con marmi e colonnine del marmorino Giulio Garovi, capitelli d'ottone dorato dell'ottonaro Domenico Barborini di Parma, mentre l'indorata delle catene della volta fu opera di Vincenzo Preda di Soragna."