giovedì 7 luglio 2022

Palazzo Arzaghi svelato


Palazzo Arzaghi si trova nelle immediate adiacenze del Duomo di Fidenza, vale a dire nel nucleo più antico della città. Storicamente è la più importante struttura civile della città, unica di una certa importanza. Versa in stato di abbandono ormai quarantennale.

Nel sec. XVI la famiglia Arzaghi è già proprietaria del palazzo, ed è già una famiglia potente e conosciuta. Anche lo storico G. Laurini nel testo "San Donnino e la sua città" annovera la famiglia Arzaghi tra "le famiglie considerevoli di Borgo".

Nel 1842. In questo anno il palazzo passa da Arzaghi Angelo a Rusca Giovanni, in seguito viene assegnato agli eredi di quest'ultimo e nel 1854 passa a Frignani Giovanna. E' probabile quindi che la famiglia Arzaghi si sia estinta nel 1842.

Alcune immagini 









Stralcio estratto dal Progetto Preliminare 
Presentato nel Marzo 2002

Palazzo Arzaghi è un edificio costituito da: piano interrato, piano terra, primo piano, sottotetto. La pianta ha un ingombro di forma approssimativamente rettangolare di rnt.16,5 x 21,00 cui si unisce un'appendice costituita dalla torre su via Romagnosi di rnt.3,50 x5,50 circa. La superficie coperta è dunque di mq. 365 circa.
Sul fronte ovest ,verso via Romagnosi, prospetta su di uno spazio verde ,delimitato da un alto muro di cinta con cancello, con un porticato al piano terra ed un loggiato al primo piano recanti in facciata archi a tutto sesto. Allo stato di fatto il porticato è parzialente chiuso da superfetazioni, il loggiato completamente tamponato.

Prospetta sul fronte opposto a est, su via Frate Gherardo, con una facciata scandita da finestrature regolari che si ripetono al piano terra, al primo piano e, come finestrelle, sia terra ad illuminare il sotterraneo che sotto al cornicione ad illuminare il sottotetto.
Anche questa facciata allo stato di fatto si presenta alterata: alla sommità il cornicione risulta scorrettamente ricostruito con elementi prefabbricati di cemento; una finestra del piano terra è divenuta un'ampia apertura rettangolare con saracinesca; un'arbitraria apertura ad arco con portone è stata praticata a lato di una delle finestre per dare accesso all'edificio da via Frate Gherardo.
E' infatti evidente dalla lettura della tipologia edilizia, e dalle tracce ben visibili sul fronte laterale nord dell'edificio che esso aveva accesso dal vicolo che si affaccia su via Frate Gherardo con un importante portone ricavato nell'alto muro di cinta, vicolo che si collegava poi al portico sul fronte ovest.
E' questa un'alterazione molto importante, alla quale forse non si potrà per ora mettere rimedio poiché nei trasferimenti di proprietà avvenuti nel tempo (presumibilmente recente) il vicolo non risulta compreso fra i beni acquisiti dall'attuale proprietario di Palazzo Arzaghi.
Nell'impianto originario del palazzo l'accesso era certamente dal vicolo che sbocca alla fine di via Frate Gherardo e dunque di fatto in piazza del Duomo, "di fronte "al Duomo, (e ciò sottolinea la straordinaria importanza della collocazione dell'edificio), dal vicolo si entrava nel portico e da questi si accedeva poi alle sale al piano terra e alla scala che conduce al loggiato del primo piano e poi al sottotetto e conduce pure, a scendere, all' interrato.


Il fronte laterale a nord che prospetta sul vicolo presenta finestrature a livello del piano terra, del primo piano e finestrelle a livello sotto il cornicione che ripetono esattamente quelle della facciata est, con una continuità che bene dimostra come l'edificio fosse concepito "d'angolo" e come il vicolo gli appartenesse. Le alterazioni anche qui sono ben visibili: molte finestre o finestrelle sono tamponate, ma soprattutto, risulta tagliato il cornicione e la facciata si conclude con un timpano di recente esecuzione (lo dimostra il tipo di muratura) di forma triangolare i cui due lati inclinati sono le due falde di copertura. Essa è stata alterata con un prolungamento della linea di colmo sino a filo della facciata nord, mentre originariamente il colmo doveva interrompersi in corrispondenza dell'intersezione delle due bisettrici degli angoli nord est e nord ovest.
L'ipotesi è suffragata anche dall'esame della disposizione dei muri o delle porzioni di muri portanti in questa zona nel sottotetto.

Per quanto riguarda l'esterno occorre ancora dire della torre che si affaccia all'angolo ovest su via Romagnosi: tettoie e altre superfetazioni come un ballatoio sono addossate sul suo fronte nord, alcune finestre sono tamponate, ma il suo assetto originario è ben visibile e recuperabile.

La situazione all'interno del palazzo è abbastanza semplice e ben leggibile: gli spessi muri potanti sono perlopiù in direzione est ovest ed i grandi vani, coperti a volta o con cassettoni al piano terra e con solai a cassettoni al primo piano, benché ripartiti talora con divisorie aggiunte ed incongrue sono ben individuabili e ripristinabili.

Modena, marzo 2002
ARCH. FRANCA STAGI
Stralcio estratto dal Progetto Preliminare Presentato nel Marzo 2002

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