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domenica 24 luglio 2022

Fidenza, 25 luglio 1943. L'ampia foto del Duce

 Nella notte tra il 24 e il 25 luglio il Gran Consiglio del Fascismo approva con 19 voti favorevoli, 7 contrari e 1 astenuto, l'ordine del giorno presentato da Dino Grandi che esautora Mussolini dalle funzioni di capo del governo. Poche ore dopo l'ormai ex duce è fatto arrestare e imprigionare dal re Vittorio Emanuele III. Il 25 luglio segna dunque la data della fine del fascismo come forma istituzionale e regime legittimo.

A Fidenza il 25 luglio 1943
L'ampia foto del Duce

Ci furono a Fidenza, come in tutta la provincia, manifestazioni di giubilo. Si inneggia al re, a Badoglio, artefici della "liquidazione". Non ci furono incidenti particolari, ma tutto si ridusse alla distruzione degli emblemi del partito nella Federazione e nelle varie sedi. A Fidenza, nella casa del Fascio, è addirittura un ex segretario fascista a staccare un'ampia foto del Duce e a mandarla in frantumi, calpestandola. Gesto emblematico. (da Fidenza nella Resistenza di Aimi e Copelli)

A Fidenza il 25 luglio 2022 (domani)

La locale sezione ANPI propone questa semplice iniziativa che direttamente si rifà a quei lontani giorni di speranza e di timore



La Storica Pastasciutta Antifascista di Casa Cervi è una grande Festa che si tiene da molti anni il 25 luglio presso l’Istituto Alcide Cervi di Gattatico (Reggio Emilia). Una ricorrenza all’insegna della condivisione, dello stare insieme, dei valori di antifascismo, libertà, giustizia e democrazia della Famiglia Cervi.

L’origine della ricorrenza risale al 25 luglio 1943, quando i Cervi offrirono pasta a tutti i presenti nella piazza del vicino paese di Campegine per festeggiare la destituzione e l’arresto di Benito Mussolini.

Così descrisse l'evento Alcide Cervi  nel libro I miei sette figli:

“Il 25 luglio vengono e ci dicono che il fascismo è caduto, che Mussolini è in galera. È festa per tutti. La notte canti e balli sull’aia. Facciamo subito un gruppo di contadini e andiamo a Reggio, per la strada tutti si aggiungono e la colonna diventa un popolo. Ognuno sembrava che aveva vinto lui, e questa era la forza. Ma il piacere è breve, è Aldo che ci ricorda la frase di Badoglio: la guerra continua al fianco dei tedeschi. Ma è sempre Aldo che ci dice di far esplodere la contentezza, intanto si vedrà. E propone: papà, offriamo una pastasciutta a tutto il paese. Bene dico io, almeno la mangia. E subito all’organizzazione. Prendiamo il formaggio dalla latteria, in conto del burro che Alcide Cervi si impegna a consegnare gratuitamente per un certo tempo quanto basta. La farina l’avevamo in casa, altri contadini l’hanno pure data, e sembrava che dicesse mangiami, ora che il fascismo e la tristizia erano andati a ramengo. Facciamo vari quintali di pastasciutta, insieme alle altre famiglie. Le donne si  mobilitano nelle case. Ho sentito tanti discorsi sulla fine del fascismo, ma la più bella parlata è stata quella della pastasciutta in bollore. .....Ma intanto la pastasciutta è cotta, e colmiamo i carri con le pile. Per la strada i contadini salutano, tanti si accodano al carro, è il più bel funerale del fascismo. Un po’ di pastasciutta si perde per la strada. ... Chi in piedi e chi seduto, il pranzo ha riempito la piazza grande, e tutti fanno onore alla pastasciutta celebrativa”.  



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