Il Sindaco Mario Cantini, il Vicesindaco Stefano Tanzi e l'arch. Alberto Gilioli
È positivo, a nostro
avviso, il bilancio della serata di mercoledì 3 luglio. Per la prima
volta, da quando sono stati istituiti gli incontri mensili tra il
sindaco e la cittadinanza, era presente una cospicua fetta di
popolazione. Segno che, quando gli argomenti sono di reale interesse
pubblico, i fidentini reagiscono, partecipano, intervengono.
Siamo perciò orgogliosi
di avere denunciato per primi l’evidente anomalia contenuta nei
vigenti strumenti urbanistici che consente di trasferire il diritto
di edificabilità derivato dalla smantellamento di alcuni vecchi
stabili adibiti a porcilaie e a deposito agricolo, in una fascia di
terreno prativo individuata a ridosso del fabbricato ottocentesco.
Questa discutibile operazione consentirebbe la costruzione di una
serie di cinque unità immobiliari (classificate come villette o
ville di pregio) collegate ad un ampio parcheggio all'inizio dei
viale dei gelsi. Si tratta purtroppo di un’altra eredità lasciata
dalle precedenti amministrazioni che si sono distinte per l’insensata
cementificazione nel centro urbano e nella periferia, per la
distruzione di Villa Panini e per la scarsa considerazione dei valori
architettonici e ambientali del centro storico e della campagna. Il
sindaco Cantini, che in un primo momento ha ritenuto di essere
oggetto di chissà quale subdolo attacco politico, ha alla fine
accettato di buon grado il dialogo con la nostra associazione e i
cittadini presenti, accogliendo una serie di osservazioni e proposte
che ci fanno ben sperare circa l'evolversi della vicenda.
Il diritto a costruire
esiste, ma è subordinato, come è stato puntualizzato dal Direttore
dell’ufficio tecnico architetto Alberto Gilioli, dalla
applicazione della convenzione stipulata tra il comune e i
proprietari dei terreni. Una convenzione, che come ha detto il
sindaco, è per ora sospesa e sarà rivista, per scongiurare scelte
irreparabili che potrebbero compromettere la situazione esistente . "La cartolina di Cabriolo non si tocca", ha detto il sindaco,
riprendendo una nostra espressione. Di più, è Cabriolo è come un
prezioso dipinto: non si sfigura un quadro, come questo, incentrato
su un antichissimo insediamento, già esistente prima ancora di
diventare chiesa e commenda Templare nel secolo XII e poi
Gerosolimitana a partire dall'inizio del Trecento, mantenendo nel
tempo la dedica a san Tomas Becket: un complesso architettonico di
indubbio fascino, collocato sul sommo di una collinetta lambita dal
Rovacchia e che rappresenta il punto Appenninico più prossimo al
tracciato dell’antica Aemilia. Questo insediamento di eccezionale
valore storico e archeologico è inserito in un contesto agricolo
pervenuto a noi ancora intatto: è quanto rimane delle unità
poderali amministrate prima dall’’Ordine del Tempio, come
dimostrano ad abundantiam le carte storiche e le pubblicazione
specialistiche degli ultimi anni.
Il sindaco e il Direttore
dell’Ufficio Tecnico hanno soprattutto riconosciuto la necessità
di coinvolgere nella tutela ambientale di Cabriolo la
Soprintendenza, la Regione e la Provincia, affinché l’intera area,
ossia il triangolo compreso tra la strada per Tabiano e Santa
Margherita e l’attuale circonvallazione a sud , sia adeguatamente
tutelato con l’istituzione di un apposito vincolo paesaggistico e
ambientale. Contiamo perciò su dette autorità perché si arrivi
presto a tale risultato.
Nel corso dell’animato
dibattito, che ha visto un’ampia partecipazione di persone
interessate e preoccupate per la sorte di Cabriolo, è stata anche
ribadita la vocazione agricola e produttiva della suddetta zona, che
potrebbe essere valorizzata in un’ottica non solo locale. Ciò
rende ancora più inaccettabile il trasferimento di cubatura (o
volumetria) per usi residenziali dagli storici insediamenti
agricoli, dove ancora sorgono la stalla, un bellissimo fabbricato
ottocentesco, e il caseificio, alla cosiddetta piana che si
affaccia lungo la strada per Tabiano. Ciò che potrà essere
costruito, e nella misura in cui potrà esserlo, sia pertanto
edificato nell'area ai piedi della collina e nel rispetto dello
stile delle architetture preesistenti.
Se tutto questo sarà
fatto, come auspichiamo, la fisionomia di Cabriolo sarà salva.
Salviamo il Paesaggio
Salviamo Cabriolo
L'area di rispetto della collina di Cabriolo
Nelle due immagini inserite nello slide i fabbricati demoliti
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