giovedì 25 ottobre 2012

Gli argini dello Stirone ed il guado Granella


Dopo aver esperito le procedure di gara per l'assegnazione dei lavori di messa in sicurezza idraulica dello Stirone e dei suoi affluenti il Sindaco Mario Cantini e il Presidente della provincia Vincenzo Bernazzoli daranno il via solenne ai lavori. Per l'occasione si porteranno sull'argine in località Granella dove, dopo dieci anni, anche il guado verrà ripristinato consentendo agli abitanti di "oltretorrente" di raggiunger speditamente il centro. 
Questa è solo una parte del corposo intervento che presumibilmente inizierà a gennaio o febbraio del prossimo anno 2013 e che è stato presentato questa mattina nell'aula consiliare. La descrizione dei lavori, i costi ed i meriti sono tutti ampiamente illustrati nel sito del comune e non è il caso di riprenderli.


Ci soffermiamo pertanto al significato "storico" dell'avvenimento che cade proprio nel 110 anniversario dell'alluvione che il mattino del 4 giugno 1903 lo Stirone regalò a Borgo San Donnino (ora Fidenza) quando "uno spettacolo desolante si presentò alla vista dei borghigiani; il prato al "pozzone" era colmo di acqua fangosa e turbinosa". Come scrisse giustamente Vittorio Chiapponi non aveva senso gridare "Al Stiròn l'à rutt!" in quanto non esistevano allora opere di arginatura a monte della Via Emilia. 
A causare l'alluvione una nuvola, frettolosamente definita passeggera, che durò incessantemente  per 24 ore. L'epopea è immortalata da questa illustrazione che Ettore Ponzi ha disegnato per il primo dei quaderni fidentini (Buragh)  
Il prato al Pozzone (oggi in parte Piazza Grandi)
La catastrofe allarmò l'amministrazione cittadina che dispose immediatamete una "indagine conoscitiva", come si direbbe oggi che fu pronta in meno di un anno. Dovettero passare tuttavia altri quattordici anni per iniziare i lavori che furono ultimati nel giugno 1920. Le tecnologie allora erano diverse e prevedevano il ricorso per il 100% al lavoro manuale. 
La costruzione dell'arginatura dello Stirone


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