L'inserimento nella vita normale dei reduci al loro ritorno dalla Germania non fu facile a Fidenza come altrove. Al loro ritorno la città era cambiata, le vicende belliche avevano pesantemente intaccato sia le cose che le persone. Il sognato ritorno si scontrava con il quotidiano, la casa distrutta o danneggiata dai bombardamenti, il tessuto urbanistico, formato da strade e piazze, stravolto, gli animi incattiviti da soprusi e perdite. Erano diversi anche loro i reduci, con le loro storie che in quel momento non interessavano nessuno.
A Fidenza, ma non solo a Fidenza, l'ostilità verso i reduci era quasi un'accusa, i reduci erano considerati alla stregua di imboscati rispetto ai partigiani. Accuse gratuite dettate spesso da calcoli e da opportunismi che poco avevano a che fare con le spinte ideali di cui ci si sentiva esclusivi portatori. Di questo "clima" parla Renato Frati nella sua introduzione all'incontro di sabato scorso: "Internati Militari e Politici in Germania 1945 – 45. Ettore Ponzi, una storia borghigiana" a Fidenza. Nel video ne diamo il passaggio più significativo in cui, piuttosto che ricostruire quei momenti, Renato Frati ricorda il tentativo di superamento che lo vide come protagonista insieme a mio padre, Ettore Ponzi. Come dirà lo stesso Frati un episodio in un momento particolare e non risolutivo. Ci vorranno invece molti anni per poter vedere, anche a livello storiografico, un reciproco riconoscimento.
Il Risveglio 15 settembre 1945 |
Il libro "Gli Internati Militari Italiani" presentato da Mario Avagliano a Fidenza il 27 ottobre 2012 |
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