La visita di Dom Hélder Câmara, il vescovo brasiliano amico dei poveri, avvenne del 1985 esattamente 30 anni fa, quale speranza portò a questa città?
Potrebbero dircelo quei ragazzi, oggi ormai adulti, che, come si vede nella foto, lo accompagnano in Duomo insieme al Vescovo Mario Zanchin.
Tre anni dopo sarà la volta di Papa Giovanni Paolo II° a farci visita ed a ricordarci che la parola fiducia, atteggiamento che confina con la speranza, ha la stessa radice di Fidenza.
Dom Hélder Câmara
Fortaleza, Brasile, 7 febbraio 1909 – Recife, Brasile, 27 agosto 1999
Vescovo cattolico del Nord Est del Brasile, dal 1966 ha guidato e animato innumerevoli azioni non violente intraprese dai più poveri per la difesa dei loro diritti e della loro terra, scontrandosi con le pretese dei latifondisti, che vedevano in lui un pericoloso perturbatore dell’ordine pubblico. Scelse di vivere in povertà nella periferia della metropoli lasciando ai poveri il suo palazzo vescovile. Appena compiuti i 75 anni furono subito accolte le sue dimissioni. Alcuni sacerdoti tra i suoi più stretti collaboratori furono uccise e lui pure più volte minacciato di morte. Fu ispirandosi a lui che San Giovanni XXIII dichiarò: “la Chiesa Cattolica è Chiesa di tutti ma soprattutto dei poveri”.
Dopo il via libera dato all’ormai imminente beatificazione dell’arcivescovo Oscar Romero, la Santa Sede ha già approvato anche l’introduzione della causa di canonizzazione di Dom Hélder Câmara, il vescovo brasiliano amico dei poveri morto nel 1999. Il nihil obstat della Congregazione vaticana per le Cause dei Santi all’avvio della causa è stato firmato il 25 febbraio scorso. Insieme con l’accelerazione finale data al processo di beatificazione del vescovo martire salvadoregno, il nuovo atto della Santa Sede riguardante il “piccolo vescovo” di Olinda e Recife sembra davvero porre fine alla sistematica rimozione dalla memoria ecclesiale tentata negli ultimi lustri nei confronti di alcune tra le figure più amate e popolari del cattolicesimo latinoamericano post-conciliare.
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