lunedì 8 gennaio 2024

"Un Presepe dalle nostre parti, nella nostra storia" in un commento di Mirella Capretti

Si, veramente bravi e coinvolgenti, con vive riproduzioni di una casa di campagna primo '900 (ma anche anni '50) perfettamente riconoscibile, con emozione, da chi è vissuto in quel periodo e in ambienti simili.



Bel pretesto per situare il Presepe dalle nostre parti, nella nostra storia.
Pazienza infinita a comporre i pavimenti della cucina con le pietre sconnesse; i muri sbrecciati; il soffitto con le travi e i sestini di legno, che sostengono la vecchia lampadina con cappello cinese.

La stufa in terracotta con il tubo che gira per la stanza prima di infilarsi nella cappa del camino; la porta con i due vetri nella parte superiore; il crocifisso in alto; alle finestre le tende con il pizzo a traforo e la mantovana.
Bella, poi, la pentola di smalto rosso sul tavolo.
I ritratti appesi al muro sopra la madia; la sedia impagliata e quelle di legno; le ceste di vimini, per la legna, per i panni, per la 'culla' del Bambino.
E quel San Giuseppe contadino in maniche di camicia e gilet che porge Gesù a Maria, umile figura, con tanta dolcezza...
L' uomo che entra nella stanza e sta per togliersi il cappello: un rispetto d'altri tempi.
Lo sfarzo ricercato dei Magi, ben caratterizzati, in contrasto...

A sinistra della rappresentazione un ambiente quadrilatero con alto pilastro centrale che regge il tetto a spioventi, presenta la lavorazione del formaggio più prezioso delle nostre terre, il parmigiano reggiano.
Il mastro casaro con il grembiule bianco sta sistemando le forme nelle fascere di legno circolari. Sul fondo si intravede la caldaia di rame con il termometro, e lo spino per rompere la cagliata è appoggiato al muro.
Appesi al pilastro i grembiuli; vicino, la granata di saggina e le tele di lino piegate nel mastello.
Su un tavolo di fortuna con cavalletti di legno, una bottiglia di vino e i grandi registri per segnare il lavoro dei giorni.
Il quadretto di Sant' Antonio abate con il suo maialino, in alto, sopra la porta (che mai mancava nelle stalle di una volta...); in basso il calendario attaccato allo stipite.

Al centro della scena, la vita che scorre nella fattoria: un uomo spinge la carriola di legno; dietro, le latte di alluminio capovolte, appoggiate al muro a gocciolare; una donna si avvicina al lavatoio con un secchio, un ragazzo con filoni di pane in un sacchetto accarezza il suo cane.
Un uomo in camicia bianca e con le bretelle sembra guardare orgoglioso la sua bicicletta, mezzo prezioso.
Il grande carro agricolo con sopra il pavone è infilato in parte sotto a un'arcata del fienile chiusa da gelosie; il primo Landini a testa calda con le ruote di ferro...
Fermarsi a cercare i particolari, una scoperta continua che risveglia qualcosa nel cuore...
Grazie agli Autori,
Ammirazione e complimenti.
Mirella Capretti


2 commenti:

  1. beatrice.rebecchi.57@gmail.com8 gennaio 2024 alle ore 20:48

    Bravissima, Mirella! Capacità di osservazione, descrizione e poesia. Complimenti agli autori del presepe ed a te.

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