domenica 29 maggio 2011

PSC: il Sindaco in una intervista al blog locale "ilGiò"


Riportiamo sotto il testo integrale dell'intervista al Sindaco Mario Cantini pubblicata il 28 maggio sul blog "ilGiò".  Ho solo evidenziato in rosso alcuni passaggi che ritengo significativi e che condivido. Dell'intervista apprezzo inoltre la misurata cautela che, in questo momento del percorso di costruzione del nuovo piano di sviluppo, è d'obbligo.
L'intenzione di porre attenzione a situazioni territoriali di pregio riaffermando la priorità di salvaguardare la zona pedecollinare mi trova, non c'è bisogno di dirlo, allineato.
Certamente restano altri nodi importanti ancora legati a scelte o appetiti precedenti, basti pensare alla viabilità che si è complicata anziché semplificarsi col tunnel di Via Mazzini. Altro nodo è quello della localizzazione dei due edifici scolastici che, per motivi diversi, devono essere trasferiti. Sappiamo che sull'istituto professionale di Via Cornini Malpeli già si era ipotizzata l'area di Via Crocerossa oltre la ferroviaria, ma attendiamo che anche questa scelta rientri nell'elenco delle "cose da non fare".  Ma non carichiamo oggi il sindaco di problemi che ben conosce, un solo cenno vorrei porre alla necessità che nel PSC e nei documenti e regolamenti correlati trovi spazio la tutela dei luoghi storici e dei palazzi del centro supportata da una rivisitazione critica di quanto attualmente tutelato e di quanto attualmente non è tutelato ma  meritevole di tutela come Palazzo S. Marco, Palazzo Antini ed alcuni edifici dello stesso isolato di quest'ultimo. 




L'intervista
Il suo mandato è arrivato a uno snodo cruciale. La definizione del nuovo Piano strutturale comunale (Psc) è stato uno degli elementi cruciali attorno al quale è ruotata la campagna elettorale del 2009, che ha visto trionfare proprio Mario Cantini. Il primo cittadino di Fidenza mi accoglie nel suo studio. L’immancabile pacchetto di sigarette posato sulla scrivania, accanto a un libro di Don Giussani e a un volume sulla storia del borgo. Lui, che la storia della città l’ha scritta sul serio, essendo il primo sindaco di centro-destra dal dopoguerra a oggi, ora è chiamato a compiere un passo fondamentale per il futuro prossimo. Una partita con la quale si giocherà molte delle chance per una sua eventuale rielezione, ma per farlo dovrà necessariamente cambiare la tattica attendista adottata sino ad ora.

La realizzazione del nuovo Psc è stata finalmente assegnata all’architetto Francesco Karrer. Perché la scelta è ricaduta proprio su di lui?
Innanzitutto mi preme sottolineare che venti manifestazioni di interesse per una città come la nostra sono un bel numero, oltretutto con una serie di proposte molto qualificate. È chiaro che poi è stato necessario compiere una scelta e per Karrer parla il curriculum: ordinario di urbanistica presso l’Università La Sapienza di Roma e presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici. Del suo raggruppamento poi, faranno parte anche tre professionisti locali, l’ingegner Gian Luigi Capra, l’architetto Alessandro Tassi Carboni e il professor Michele Zazzi, che hanno già realizzato altri Psc in vari comuni della provincia di Parma. Tutto questo senza nulla togliere alle altre candidature.

Ora che l’incarico è stato dato, quale sarà il prossimo passo?
Incontreremo il raggruppamento e presenteremo le linee guida della giunta. C’è stata un’attesa quasi messianica per questo nome, ma non bisogna dimenticare che le indicazioni sul Psc vengono dall’amministrazione e quindi c’è un’assunzione diretta di responsabilità da parte nostra. Se le cose non dovessero andar bene, la colpa sarà soltanto di questa giunta.

E quali saranno queste linee guida?
Daremo una forte impronta agli aspetti sociali ed economici, oltre ovviamente a quelli urbanistici, perché non si tratta più di realizzare il vecchio piano regolatore, ma è necessario considerare lo sviluppo complessivo della città. Pertanto, sarà fondamentale esaminare aspetti importanti quali, per esempio, l’invecchiamento della popolazione. In secondo luogo, abbiamo intenzione di invertire la logica tradizionale e diremo subito dove non si costruirà. Individueremo alcune zone pregiate su cui non si potrà intervenire, in particolare tutta l’area che va verso le colline. L’iter complessivo di questo lavoro avrà una durata di almeno due anni.

Sempre sul tema Psc, ha fatto un po’ specie la polemica a mezzo stampa con alcuni esponenti della sua giunta, i quali hanno dichiarato di non voler collaborare con il Pd su questo tema. Lei, invece, la pensa diversamente.
Ho apprezzato l’invito a collaborare che è giunto dal Partito Democratico, che peraltro io stesso avevo sollecitato. Fidenza è politicamente divisa in due schieramenti, per cui non sarebbe corretto non tenere conto di questo. Le scelte strategiche, se possibile, non vanno fatte a colpi di maggioranza. Ovviamente, si potrà anche registrare un mancato accordo e in quel caso le regole della democrazia impongono che l’ultima parola sia la nostra. Non esiste nessun inciucio o consociativismo, ma si tratta semplicemente di pensare che una fetta importante della città non può essere esclusa su una questione che deciderà il volto della città per i prossimi 15 anni. L’uscita di alcuni assessori (Lina Callegari, Giuseppe Comerci e Stefano Tanzi, ndr.) è stata un po’ sopra le righe, ma se temporale è stato, il cielo oggi è già sereno, anche perché non ci sono alternative. La condivisione sulle scelte strategiche deve essere totale.

A proposito di coalizione, se Giovanni Carancini dovesse essere eletto sindaco di Salsomaggiore, lei perderebbe un alleato importante all’interno della sua giunta.
Sarebbe soltanto un assessore da sostituire e la Lega esprimerà un altro nome. Avere un primo cittadino di orientamento affine in una città vicina sarebbe un’occasione importante per fare tante iniziative insieme. Fidenza e Salsomaggiore possono essere complementari in molti campi. In ogni caso, io sono sempre molto sereno, anche perché la legge elettorale che prevede l’elezione diretta del sindaco non dà molto spazio ad altri. Se salta il sindaco, si va tutti a casa. Sarebbe un atteggiamento alquanto infantile. Si tratta comunque soltanto di normale fibrillazione.

Un’ultima domanda a proposito del Festival Verdi, che in queste settimane è al centro di polemiche a causa della mancanza di finanziamenti. La sua giunta come intenderà comportarsi?
C’è già stato un collegamento lo scorso anno con il sindaco di Parma Pietro Vignali e con il sovraintendente del Teatro Regio Mauro Meli. Il tema delle risorse finanziarie, però, esiste e dovendo garantire servizi primari, ciò che non è ritenuto indispensabile inevitabilmente ne soffre. Il tutto sarà condizionato dai finanziamenti pubblici e privati che riusciremo a trovare, ma è chiaro che sarebbe impensabile perdere l’appuntamento del 2013 (bicentenario della nascita del Maestro, ndr.) e credo proprio che così non sarà.

Luigi Piscitelli


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