Riteniamo che l’azzeramento della Giunta senza avere mai cercato un confronto
chiaro e leale con la forza politica che rappresenta la maggioranza relativa
della sua coalizione ed è stata più che decisiva nella vittoria del 2009, renda
ancora una volta evidente come Cantini sia renitente nell’accettare il dialogo e
la diversità di vedute. I nostri esponenti in giunta, Donetti e Pantano, hanno
infatti preso posizioni nette, coerenti con gli impegni presi con i fidentini in
campagna elettorale, e per questo distinguendosi riguardo a scelte decisive per
il futuro dell’amministrazione, invece pervicacemente sostenute dal sindaco ma,
purtroppo, in aperta contraddizione con il suo mandato elettorale. Siamo dunque
in attesa di conoscere gli esiti della verifica che il Sindaco ha annunciato,
anche se riteniamo che un sindaco, avrebbe dovuto accorgersi da tempo che le
cose non andavano nella sua amministrazione e quindi accettare perlomeno di
discutere i suggerimenti del primo partito della coalizione che si è fatto
portavoce di tanti cittadini inascoltati. Cantini azzera la Giunta ma rimangono
sul campo tanti problemi amministrativi, molti dei quali ereditati dalle passate
amministrazioni, che sarebbero stati sicuramente in gran parte risolti se fosse
stato più coerente con gli impegni presi.
Coordinatrice comunale Fidenza
Quanto dovremo andare avanti con questa infinita farsa? Basta con queste manovre diversive, ai cittadini non interessano gli equilibri politici o le scaramucce puerili a cui questa maggioranza ci ha abituato negli ultimi 3 anni. L'amministrazione Cantini ha fallito, e l'unica soluzione possibile, arrivati a questo punto, è staccare la spina e ripartire. Non con assessori diversi, ma con idee nuove per la città; idee che Cantini non è più in grado di portare avanti.
Mario Cantini, sindaco di Fidenza, licenzia tutti. L’hanno proprio stufato questi assessori che ubbidiscono a chissà chi invece che a lui. Che stanno con la Gambarini e Buzzi invece che fare squadra, cioè giunta leale. Volevano rosolarlo a fuoco lento, quelli del Pdl? Lui scende dalla graticola e li manda tutti a casa. Ha la forza per farlo e lo fa.
Non che abbia tutti i torti, il nostro irascibile primo cittadino. Però mai ci saremmo aspettati un colpo di mano simile il 26 luglio, che è il giorno dopo il 25 luglio, data fausta perché la notte di quel giorno il gran consiglio del fascismo votò l’ordine del giorno Grandi e dimise Benito Mussolini. Cose che succedono in piena estate.
Tornando alla nostra afa, il sindaco, dicevamo, si è stufato dei diktat provenienti da Parma via Gambarini, che lo becca e lo rimbecca. Perciò, sciò sciò. Come si fa con le galline e i galletti. Che succederà ora? Nulla di catastrofico. Cantini procederà a un rimpasto. Dopo aver mandato a casa tutti, soprattutto per disfarsi degli indocili Antonia Donetti e Giuseppe Pantano, procederà a nuove nomine.
Quasi certo che entri in giunta Daniele Aiello, che vedrà così premiata l’apprezzata astensione all’ultimo consiglio comunale. Con il rimpasto saranno di sicuro riconfermati i fedelissimi Pier Luigi Zanettini, che ha debuttato pochi mesi fa, e la collega d’Ausl Marilena Pinazzini. Con loro convolerà a seconde nozze.
Mario risposerà Marilena Pinazzini con lo stesso trasporto con cui Richard Burton risposava Liz Taylor. Se non è un cinema questo, che cosa lo è?
"Fin ca düra i frânch d'argênt del Re Barbón, tütt in baraca!" Frase in uso nell' 800, quando Francesco Giuseppe d'Austria fece coniare sonanti monete d'argento che portarono un certo benessere economico.
Una premessa. Le guerre non sono catastrofi naturali, sono scelte, magari motivate da bagole, chiacchiere, antipatie e umori rancidi.
Ancora, è nella nostra natura fare domande e siamo circondati dal bisogno di spiegare ma, di fronte all'insolito, il nostro pensiero non è "Perché" ma "Cosa c'è dopo?",
Già, cosa c'è dopo? Ah, saperlo!
Tanto per iniziare ad esplorare il dopo, bisognerebbe guardare un poco più in la del proprio naso. Solo così si capirebbe che, per dare continuità ad una speranza conquistata nel 2009, qualcosa d'altro della semplice alleanza tra partiti dovrà emergere e andare a sintesi.
É tempo di guardare le cose da un'altra ottica; un poco come insegna Calvino con "Il Barone Rampante", storia di un ragazzino che, avendo litigato con i suoi, si rifugia su un albero e lì rimane viaggiando da ramo a ramo affrontando insospettabili avventure e insegnandoci un bel po' di sagge cose, non ultima l'ampiezza di prospettiva.
Appunto. L'ampiezza di prospettiva.
"La cosa che dobbiamo evitare di fare" - riporto dalla recente mozione congressuale del Pdl parmense a firma Buzzi-Moine - "è quella di consegnare alla collettività, l’immagine di un Partito rappresentato solo da una stanza dove pochi prendono le decisioni per tutti." Ma va! Nello spirito della citazione, in una situazione normale, sarebbe roba dell'altro mondo se qualcuno teorizzasse addirittura un sindaco ostaggio di quella stanza dove "pochi prendono le decisioni per tutti" e magari, non riuscendoci, scatenasse una guerra contro il sindaco e la sua amministrazione, pur continuando a farne parte; tutti noi, in tutto questo, abbiamo responsabilità e anche per questo occorrerebbero riflessioni comuni.
Al contrario, al posto delle "riflessioni comuni" ci siamo trovati chi pretende, in nome di un aleatorio malessere popolare, di imporre agli altri le sue verità, magari, mancando dell'autorevolezza per imporle, minacciando ed urlando...
Questo modo di rapportarsi ha creato non impalpabile consenso ma tristissime macerie, anche nei rapporti umani.
Potremmo continuare, ma queste sono storie di ieri.
Basta! E' finita. Basta rincorrere l'autolesionismo delle scaramucce quotidiane, che continueranno, almeno per un po. Pazienza.
Ben altro occorre sul fronte dell'amministrare una città come Fidenza in un periodo di forte crisi economica che obbliga tutti ad amministrare con cautela le poche risorse disponibili.
Poi, c’è da riscoprire la politica, rimettersi in gioco, trovare un terreno di dialogo e confronto programmatico che superi, vada oltre, chi, agitando un programma elettorale e di mandato che dimostra di non conoscere, considera Fidenza un feudo nelle sue disponibilità e non in quelle, ad esempio, degli elettori del Pdl che, in modo democratico, hanno eletto i loro rappresentanti in consiglio comunale, di sicuro non per vederli votare come il Pd... al quale sembrano tirare la volata verso altri 64 anni di affari in cooperativa.
Meno male che Cantini c'è.
PD Fidenza su Facebook
Mario Cantini, sindaco di Fidenza, licenzia tutti. L’hanno proprio stufato questi assessori che ubbidiscono a chissà chi invece che a lui. Che stanno con la Gambarini e Buzzi invece che fare squadra, cioè giunta leale. Volevano rosolarlo a fuoco lento, quelli del Pdl? Lui scende dalla graticola e li manda tutti a casa. Ha la forza per farlo e lo fa.
Non che abbia tutti i torti, il nostro irascibile primo cittadino. Però mai ci saremmo aspettati un colpo di mano simile il 26 luglio, che è il giorno dopo il 25 luglio, data fausta perché la notte di quel giorno il gran consiglio del fascismo votò l’ordine del giorno Grandi e dimise Benito Mussolini. Cose che succedono in piena estate.
Era successo anche che l’emiro del Qatar deponesse il padre mentre si trovava in vacanza in Svizzera, però era il 26 giugno del 1996. Un mese prima perché da quelle parti l’estate arriva in anticipo. A quest’ora, per dire, ci sono dai 45 ai 50 gradi.
Tornando alla nostra afa, il sindaco, dicevamo, si è stufato dei diktat provenienti da Parma via Gambarini, che lo becca e lo rimbecca. Perciò, sciò sciò. Come si fa con le galline e i galletti. Che succederà ora? Nulla di catastrofico. Cantini procederà a un rimpasto. Dopo aver mandato a casa tutti, soprattutto per disfarsi degli indocili Antonia Donetti e Giuseppe Pantano, procederà a nuove nomine.
Quasi certo che entri in giunta Daniele Aiello, che vedrà così premiata l’apprezzata astensione all’ultimo consiglio comunale. Con il rimpasto saranno di sicuro riconfermati i fedelissimi Pier Luigi Zanettini, che ha debuttato pochi mesi fa, e la collega d’Ausl Marilena Pinazzini. Con loro convolerà a seconde nozze.
Mario risposerà Marilena Pinazzini con lo stesso trasporto con cui Richard Burton risposava Liz Taylor. Se non è un cinema questo, che cosa lo è?
La Claretta scrive: 26 luglio 2012 alle 20:02
Però, che palle quadre, Mario Sindaco!
La Claretta
Per seguire le vicende politiche della mia città, ne ho trascurato la Lingua Madre. Cerco di recuperare."Fin ca düra i frânch d'argênt del Re Barbón, tütt in baraca!" Frase in uso nell' 800, quando Francesco Giuseppe d'Austria fece coniare sonanti monete d'argento che portarono un certo benessere economico.
Sta diventando stucchevole, persino imbarazzante. Un po' come quando ti capita di sentire la lite furiosa dei vicini e proprio non puoi fare a meno di ascoltare. La prima amministrazione di Centro Destra di Fidenza va in frantumi in diretta quotidiana, tra comunicati, interviste e imboscate in Consiglio. Ma non è un catartico, grandioso “crepuscolo degli dei”. È uno scannatoio indegno persino dei peggiori reality, con piatti, bicchieri, insulti e coltelli che volano come niente fosse.
Però, almeno, dalle ultime prese di posizione pubbliche del sindaco abbiamo capito qualcosa di fondamentale. Da un lato Cantini è andato giù pesante con i suoi compagni di viaggio. Prima Comerci, poi la Callegari, infine la Gambarini.
Per ciascuno di loro il sindaco non ha lesinato sugli aggettivi poco lusinghieri (arroganti, invadenti, incompetenti, presuntuosi...) facendo chiaramente capire il primo motivo del fallimento di questa amministrazione: la classe dirigente del CentroDestra fidentino è inadeguata a governare la città. Oddio, non ha detto proprio esplicitamente così, però il senso delle sue parole era palese.
Il secondo motivo del fallimento è l'invadenza dei partiti tradizionali, che con il loro approccio ideologico, le battaglie di principio “a prescindere”, perdono di vista il senso della misura e la realtà concreta, rendendo impossibile a chi guida la città muoversi – testuale - “al di fuori dei tristi rituali della politica interessata solo all'esercizio del potere”.
Benissimo. Parole sagge, condivisibili.
Quindi, adesso è tutto chiaro. Sappiamo con chi prendercela. Chi ha provocato il disastro, riducendo in una zuffa da salone da parrucchiera il governo di Fidenza. Il colpevole è l'altro Mario, quello del 2009. Anche lui (clamorosa omonimia!) di cognome faceva Cantini. Anche la somiglianza fisica, stando alle ultime foto, è impressionante: due gocce d'acqua!
I politici del CentroDestra sono inadeguati? Ma chi si è battuto per portarli al governo, riuscendoci? Chi li ha chiamati a guidare la città, scegliendoli come collaboratori in posizioni di rilievo? Lui, l'altro Mario. No, non quello di oggi. L'altro, quello del 2009...
La politica è invadente e ideologica? Ma chi, nel 2009, ne fece proprie tutte le battaglie più smaccatamente propagandistiche, dal “voltare pagina” al cimitero, dalla cementificazione selvaggia alla liberazione della città dalla dittatura rossa? Sempre lui, l'omonimo, l'altro Mario, quello del 2009.
Si vede che l'altro Mario, quello del 2009, non lo sapeva che per la Destra fidentina “voltare pagina” voleva dire, prima e al di sopra di ogni altra cosa, esibire in Piazza Garibaldi la testa mozzata dell'odiatissimo architetto Gilioli. Si vede che l'altro Mario, quello del 2009, non lo sapeva che Villani sarebbe diventato la sua ombra. Si vede che l'altro Mario non si accorgeva dei “tristi rituali della politica” quando cacciava il suo fedelissimo Parizzi dalla Giunta o nominava Leoni presidente di San Donnino Multiservizi. E non se ne accorgeva nemmeno quando nominava presidente di Forma Futuro il marito (per carità, nessuna irregolarità, affine non consanguineo...) di un membro di Giunta.
Così, di distrazione in distrazione, di miopia in miopia, l'altro Mario, quello del 2009, ha lasciato questo Mario, quello del 2012, nelle mani determinanti (!!) del liberamente libero Aiello.
Mario, quando vedi in giro l'altro Mario, quello del 2009, digliene quattro. Se le merita!
RIMPASTO E DINTORNI
Una premessa. Le guerre non sono catastrofi naturali, sono scelte, magari motivate da bagole, chiacchiere, antipatie e umori rancidi.
Ancora, è nella nostra natura fare domande e siamo circondati dal bisogno di spiegare ma, di fronte all'insolito, il nostro pensiero non è "Perché" ma "Cosa c'è dopo?",
Già, cosa c'è dopo? Ah, saperlo!
É tempo di guardare le cose da un'altra ottica; un poco come insegna Calvino con "Il Barone Rampante", storia di un ragazzino che, avendo litigato con i suoi, si rifugia su un albero e lì rimane viaggiando da ramo a ramo affrontando insospettabili avventure e insegnandoci un bel po' di sagge cose, non ultima l'ampiezza di prospettiva.
Appunto. L'ampiezza di prospettiva.
"La cosa che dobbiamo evitare di fare" - riporto dalla recente mozione congressuale del Pdl parmense a firma Buzzi-Moine - "è quella di consegnare alla collettività, l’immagine di un Partito rappresentato solo da una stanza dove pochi prendono le decisioni per tutti." Ma va! Nello spirito della citazione, in una situazione normale, sarebbe roba dell'altro mondo se qualcuno teorizzasse addirittura un sindaco ostaggio di quella stanza dove "pochi prendono le decisioni per tutti" e magari, non riuscendoci, scatenasse una guerra contro il sindaco e la sua amministrazione, pur continuando a farne parte; tutti noi, in tutto questo, abbiamo responsabilità e anche per questo occorrerebbero riflessioni comuni.
Al contrario, al posto delle "riflessioni comuni" ci siamo trovati chi pretende, in nome di un aleatorio malessere popolare, di imporre agli altri le sue verità, magari, mancando dell'autorevolezza per imporle, minacciando ed urlando...
Questo modo di rapportarsi ha creato non impalpabile consenso ma tristissime macerie, anche nei rapporti umani.
Potremmo continuare, ma queste sono storie di ieri.
Basta! E' finita. Basta rincorrere l'autolesionismo delle scaramucce quotidiane, che continueranno, almeno per un po. Pazienza.
Ben altro occorre sul fronte dell'amministrare una città come Fidenza in un periodo di forte crisi economica che obbliga tutti ad amministrare con cautela le poche risorse disponibili.
Poi, c’è da riscoprire la politica, rimettersi in gioco, trovare un terreno di dialogo e confronto programmatico che superi, vada oltre, chi, agitando un programma elettorale e di mandato che dimostra di non conoscere, considera Fidenza un feudo nelle sue disponibilità e non in quelle, ad esempio, degli elettori del Pdl che, in modo democratico, hanno eletto i loro rappresentanti in consiglio comunale, di sicuro non per vederli votare come il Pd... al quale sembrano tirare la volata verso altri 64 anni di affari in cooperativa.
Meno male che Cantini c'è.
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