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mercoledì 27 marzo 2013

Al mio più caro Amico

La Crocifissione Bianca di Marc Chagall: "Non ci si lasci ingannare dallo stile naif, intrinsecamente riposante e sinonimo di fuga dalla storia: quella dipinta nel 1938 dal pittore di origine bielorussa e religione ebraica è una delle più scandalose rappresentazioni di Cristo crocifisso che si ricordino. L’ingenuità delle figure, propria di ogni naif, enfatizza il contrasto con la tragicità della narrazione visiva e con la provocazione intellettuale e teologica che il quadro contiene". Leggi di Più.


Preghiera al mio più caro Amico

Stasera, martedì 26 marzo, pensavo alla Pasqua imminente ed al suo principale protagonista, e mi sono sentito come ispirato a scrivere qualche cosa.
Franco Bifani

Caro Amico Gesù, io ti prego, così ci rifletto su un po', e siccome mi sei sempre vicino, nel silenzio ti parlerò. Carissimo mio Gesù, barbuto, come me,- la barba è l'unica cosa che oso metter in comune con te- risorgendo hai vinto e cancellato i peccati del mondo intero. Io, invece, sono sempre ed ancora qui, dopo più di sessant'anni, incapace di vincere anche solo uno dei soliti miei, anzi, continuo a ripeterli, allegramente. Me ne vergogno, abbi pietà! Ti sei caricato, nei Cieli, di un corpo, come il mio, ma, il tuo, netto da ogni peccato, puro, splendido e splendente di divina gloria; io invece, Gesù, lo sai bene, mi rendo conto dell'uso improprio che ne ho fatto, per decenni. Hai promesso, anche a me, come a miliardi di altri esseri umani, che saresti ritornato, nella tua magnificenza; ma quando, Gesù? Io, alle volte, sono anche un po' stanco di aspettarti; sono sempre qui, pronto ad accoglierti, nella mia povera umanità e nella mia scarsa cristianità; e non sempre ho fatto le pulizie di Pasqua.. Se ti potessi finalmente vedere e toccare, lo sai, mi estinguerei in un attimo di bruciante, ardente fuoco di gioia ed amore per te, in un tripudio al calor bianco. Anche se poi tornerei al rosso della vergogna, per tutte le stupidaggini che ho combinato finora. Ti guardo, disteso tra le tue ferite, ai piedi della Croce, e mi riconosco come un uncino del flagello che ti ha scarnificato, uno spino della corona che ti ha trafitto. E non sempre mi sono glorificato nel fare, anche solo per poco, come il Cireneo, per sollevarti dal peso del Legno. Sono un'antologia di errori, che tu hai letto dalla prima all'ultima pagina, scuotendo il capo; però, spero ancora nella tua pazienza e misericordia, infinite. Te lo chiedo proprio io, che, a volte, non riesco a dimenticare e a perdonare, perché sono orgoglioso, credo di poter volare, sempre, una spanna al di sopra del mio prossimo, e perdo di vista te, che mi guardi da altezze quasi irraggiungibili. A fronte del mucchio delle mie sciocchezze che tu hai dinnanzi, ti posso, forse, allungare uno sparuto sacchettino, che contiene quel poco di buono che ho operato nella mia vita? L'ho sempre fatto, te lo assicuro, pensando a te, anche se, a volte non era cosa facile. Lo puoi accettare e conservare, per quando mi presenterò a te e non avrò più scuse e giustificazioni, non esisteranno più palle e canzoni da recitare,e non mi sarà più possibile giocare a scaricabarile sull'origine dei miei errori e delle mie colpe? Grazie, Gesù! Del resto, nessuno meglio di te mi conosce, tu sai chi sono e come sono; ed allora, oso persino sperare che, per quel giorno estremo, mi darai una pacca sulla spalla, vedendomi titubante e tremebondo, come un pulcino bagnato, al tuo cospetto, e, alzati gli occhi al Cielo, con un sospiro di commiserazione, mi dirai: “Su, dai, vieni avanti, Franco, che vedo che cosa posso fare per te...”

Franco Bifani

1 commento:

  1. Biffino, mi hai commossa ed ecco quanto ho da dirti, per ricacciare le lacrime che, non sono usa veder scaturire dai miei occhi, dopo aver letto i tuoi mordaci scritti. Di-mò-su, Biffetto, chissà "quale uso improprio avrai mai fatto del tuo corpo"? Non esagerare! Nessuno è "un'antologìa di errori e solo quella" e Lui non scuote mai il capo, ma ci guarda fisso negli occhi, come ha fatto col giovane ricco che gli chiedeva le modalità più giuste, per seguirlo. Come ha fatto quando sollevò lo sguardo dalla sabbia, sulla quale stava scrivendo con il dito, per guardare la dònna ch'äva fât i còrän äl marì ed assolverla. Chiunque ami Gesù, nutre i desiderio di vederlo e dargli la mano, ma, il suo ritorno non sarà così tangibile. Beati coloro che hanno potuto toccarlo, foss'anche solo nel mantello come l'emorroissa. Tu, Biffino, "credi di poter volare sempre una spanna al di sopra del prossimo" e te ne senti in colpa. Io sono convinta che, ognuno di noi sia persuaso di essere almeno un tantino al di sopra degli altri, anche quando predica l'amore, la povertà, la compassione. Se il predicatore fosse certo di essere allo stesso livello degli altri, cosa predicherebbe a fare? Biffetto, io sono certissima che in "quel giorno estremo", Gesù ti darà una pacca sulla spalla e ti dirà: "L'umém, checsé sè scriva mia pö veh! Checsé sè sta in pace". Tu gli allungherai lo "sparuto sacchettino che contiene quel poco...e Lui saprà moltiplicare.

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