La lettura artistica dell'opera è del prof. Guglielmo Ponzi mentre a Roberto Bertorelli, direttore della galleria "Il Sipario" che oltre ad aver curato il catalogo dell'artista ne ha seguito da sempre il percorso artistico, il compito di tratteggiare il suo percorso artistico. E così scopriamo che a non aver capito l'arte di Tinelli siamo proprio noi fidentini suoi compaesani. Come giustamente ha sottolineato l'organizzatore dell'incontro, Don Mario Fontanelli, la locuzione "nemo propheta in patria" ha trovato puntuale conferma.
All'artista ha dedicato poche e significative parole, intervenendo come estimatore dell'amico artista, l'assessore alla cultura Pier Luigi Zanettini. L'intervento il Vescovo di Fidenza Mons. Carlo Mazza ha sottolineato alcuni aspetti relativamente alla figura del Cristo rappresentata. Al termine la vedova Renata ha consegnato il quadro al Vescovo a conferma della sua donazione.
Luciano Tinelli (1929-2009), diplomato alla scuola d’arte del Castello Sforzesco di Milano, nella prima fase rivolge la sua attenzione al paesaggio urbano che con l’industrializzazione cambia volto. A metà degli anni '60 si orienta definitivamente verso l’arte astratta e informale con una revisione globale del linguaggio visivo, in un’ottica sperimentale. La galleria "Montrasio Arte" di Monza ha seguito, passo dopo passo, la sua evoluzione di artista costantemente in ricerca. Al termine la vedova Renata, nell'Anno della Fede, farà dono del quadro al Vescovo.
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