domenica 27 novembre 2022

A proposito di Villa Verdi e non solo

Siamo abituati a ridere della politica, ma qualche volta bisogna riconoscere che la politica sa occupare il proprio ruolo, anche se saranno poi i fatti a misurarne la concretezza. 

La visita a Villa Verdi del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano è una di queste rarissime volte. È vero che Sangiuliano, ex direttore del Tg2, è uno che le parole le sa usare, ma è altrettanto vero che proprio per questo ne conosce la forza intrinseca e, vogliamo crederlo, le rispetta. Quelle che ha speso a Sant’Agata sono parole precise e pregne. 

È passata solo una manciata di giorni dall’insediamento del nuovo governo e subito sul tavolo del ministro della Cultura è piombato il dossier Villa. Un incartamento con fogli, pratiche e richieste ormai ingialliti dal tempo. Sangiuliano lo ha guardato e si è subito recato a Sant’Agata e a Busseto: il giornalista, che anche nell’abito ministeriale ha bisogno di vedere, di sentire, di persona. Già il fatto che si sia scomodato dagli agi  romani appare di buon auspicio: quanti lo hanno fatto, in precedenza con altrettanta tempestività?  

Poi ha assunto impegni pubblici e precisi, gli stessi impegni che anni fa avrebbero potuto, dovuto prendere altri. Ha immaginato una soluzione al caso che è l’unica che si può immaginare e che non è nuova, avrebbero dovuta vederla anche altri. Da molto tempo. 

Ha fatto qualcosa in più, non dovuto. Ha riconosciuto l’importanza storica, sociale di Giuseppe Verdi, non solo quella artistica perché Verdi è molto più di un musicista, inutile dirlo. È molto più di un genio conosciuto ancora oggi in ogni remoto angolo del pianeta. Verdi è un padre di questa nostra Italia. E chi non tributa onore al proprio padre, degno d’onore non è! 

Certamente le parole devono trasformarsi in scelte, in decisioni, devono navigare sopra il mare insidioso della burocrazia, delle poste di bilancio, delle insidie normative e delle secche burocratiche. Vorremmo poter dire che è tutto a posto, ma ancora non lo è, però possiamo dire che si intravede un mutamento di approccio: il problema non è più una cartella passata di mano in mano da un direttore generale all’altro, da un ufficio ad ufficio. Il problema si affronta e se si riesce si risolve. Il compito della politica è decidere di risolverlo, come, lo si vedrà, perché non è solo compito della politica. 

E' indubbio che, in questo caso, la questione sia di grandissima rilevanza per le province di Parma e Piacenza su Verdi anche economicamente, Verdi è un brand che non abbiamo ancora sfruttato a fondo. Speriamo che ci sia un cambio di passo non solo per Villa Verdi e non solo nella stanza del Ministro.  

3 commenti:

  1. Bonum et justum est!

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  2. Bellissimo articolo e vero di un momento importante che ha avuto risonanza, ma è giusto ancora evidenziare, in attesa di sviluppi concreti.

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  3. Meglio non si sarebbe potuto dire

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