Simbologia medioevale nell'abside del duomo di Fidenza
All'esterno del Duomo i pennacchi della loggetta absidale sono occupati da una serie di motivi ornamentali con undici piccoli rilievi raffiguranti vari intrecci geometrici e vegetali, mascheroni e figure di animali fantastici.
Si tratta per lo più di copie di originali duecenteschi rimossi nel corso dei restauri del 1875-78, allorché per rimediare allo sfaldamento delle antiche arenarie, vennero rifatti in pietra bianca il cornicione, lo zoccolo del basamento e sostituite gran parte delle colonnine e dei capitelli della loggia. I lavori furono diretti da Arborio Mella che si impegnò a conservare “scrupolosamente nell’esecuzione la forma attuale in tutte le sue parti”.
Famoso architetto e archeologo (Vercelli 1804-1884) sulla scia di Viollet Le Duc, Edoardo Arborio Mella è autore di un interessante progetto di completamento della facciata del Duomo di Borgo San Donnino; suo è inoltre il disegno della facciata neogotica della Collegiata di Monticelli d’Ongina.
I restauri ottocenteschi dell’abside del Duomo di Fidenza sono stati attentamente analizzati da Yoshie Kojima (2006), ma per quanto riguarda il soggetto dei rilievi, nessuno studioso finora si è mai interessato al problema: resta dunque da verificare l’esistenza di un programma decorativo omogeneo e unitario e il suo significato iconografico.
In attesa di studi più approfonditi ci limitiamo a proporre in questa sede una sommaria descrizione di queste curiose e poco conosciute testimonianze plastiche.
Partiamo dal primo rilievo di sinistra. Vi vediamo rappresentato un mostro alato con una lunga coda attorcigliata e la testa apparentemente di un felino. L’immagine, tipica della cultura e spiritualità visionaria medioevale
ricorda, almeno come collocazione, la funzione simbolica dei gargoyles delle grandi cattedrali nord europee. Ma è soprattutto nell’eleganza sinuosa delle spire che si evidenzia con certezza l’impronta gotica.
Al piccolo drago volante segue poi un piccolo tondo dove appare il ghigno sarcastico germogliante fogliame di un mascherone che fa pensare all’uomo verde o all’uomofoglia.
Questo misterioso personaggio, che nelle sue molteplici varianti figurative è molto presente nell’arte e nella simbologia medievale, è conosciuto soprattutto in ambito celtico, dove il green man pare collegarsi alle antiche divinità pagane, essendo inoltre associato al risveglio primaverile della natura e al ciclo della rinascita.
Altrettanto interessante, sempre sul lato sud dell’abside, è la terza immagine caratterizzata dallo sguardo severo di un uomo barbuto col capo cinto da corona e attorniato da racemi e pampini sviluppati in modo speculare.
Difficile stabilire, in assenza di iscrizioni e di altri riferimenti, l’identità dell’ignoto personaggio regale, ma l’atteggiamento ieratico che lo caratterizza farebbe pensare ad una sorta di ritratto idealizzato.
Difficile stabilire, in assenza di iscrizioni e di altri riferimenti, l’identità dell’ignoto personaggio regale, ma l’atteggiamento ieratico che lo caratterizza farebbe pensare ad una sorta di ritratto idealizzato.
Seguono poi, in corrispondenza delle colonne 4-5-7-8, delle formazioni vegetali, tra cui una vite (7) e due a guisa di corolla (4 e 8): quest’ultime andrebbero attentamente considerate anche sotto l’aspetto formale in quanto sembrano richiamare i rosoni del Battistero parmense.
Meritevole di una particolare attenzione è anche il rilievo scolpito all'altezza della colonnina centrale (6) in perfetto allineamento con l’asse mediano dell’abside.
Questa decorazione è composta da un motivo floreale e da un curioso elemento stilizzato, una sorta di emblema o cifra calligrafica, caratterizzata da due elementi curvilinei e speculari che richiamano lo schema di un caduceo, o un doppio stelo o un albero simbolico, senza escludere che si tratti addirittura dell’emblema dei mastri costruttori.
Quasi del tutto illeggibili per la consunzione delle arenarie sono invece gli ultimi tre rilievi (9-10-11) la cui esistenza purtroppo è solo intuibile tra gli archi delle loggette che si affacciano sul lato a nord della meravigliosa abside antelamica.
Prof. Gugliemo Ponzi
Pubblicato su "il Risveglio" settimanale della città di Fidenza e della Diocesi.
Dicembre 2013
Mi ricordo... Molto interessante!!
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